Legislazione 17/11/2012

E' polemica sul piano di azione nazionale sui fitofarmaci

E' polemica sul piano di azione nazionale sui fitofarmaci

Il decreto legislativo 150/2012 ne fissa l'entrata in vigore entro il 26 novembre prossimo ma sono molti i dubbi sull'impostazione complessiva. Nuova burocrazia e oneri per gli agricoltori


Dopo un lavoro preliminare piuttosto lungo, la bozza del piano di azione nazionale sui fitofarmaci (Pan), giusto all'ultima revisione, del 26 ottobre 2012, è in fase di consultazione pubblica.

L'introduzione del piano è prevista dal Dlgs 14 agosto 2012, n. 150, in recepimento della direttiva 2009/128/Ce. La norma è già in vigore dal 14 settembre 2012.

Il decreto in questione definisce nuove procedure per una serie di attività riguardanti l’utilizzo dei fitofarmaci, demandando al piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari la relazione di dettaglio.

Per alcune attività, come ad esempio i trattamenti aerei (art. 13) e la tenuta del registro dei trattamenti (art. 16 commi 3 e 4), le disposizioni contenute nel decreto legislativo sono sufficientemente dettagliate. Per altre, come la formazione degli operatori, l’abilitazione alla vendita, all’attività di consulente, all’acquisto ed all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, il controllo periodico delle attrezzature per l’impiego dei fitofarmaci, le modalità della difesa fitosanitaria integrata obbligatoria, le disposizioni per le aree specifiche e per la tutela dell’ambiente acquatico sarà il Pan a dover entrare nei dettagli.

E a preoccupare è proprio l'impostazione complessiva del documento, già oggetto di polemiche.

"Il Pan, così come concepito, stringe ulteriormente i lacci attorno alle mani degli agricoltori, presentando loro una normativa fittissima, costosa e spesso fine a se stessa - ha dichiarato Claudio Sacchetto, Assessore all'agricoltura del Piemonte - La filosofia alla base del documento è categorica, erroneamente incentrata sulla necessità di diminuire drasticamente l’impiego dei fitofarmaci, anche a scapito della redditività rurale. Gli agrofarmaci, da indispensabile strumento per l’attività agricola, con una normativa di questo tipo, rischiano di diventare incubo per ogni agricoltore."

Il Pan pone infatti come obiettivo esclusivo quello della riduzione dell’uso dei fitofarmaci forzando l’interpretazione dell’art. 1 della direttiva 2009/128/CE che invece chiede di realizzare un uso sostenibile dei fitofarmaci riducendone i rischi e gli impatti sulla salute umana e sull'ambiente e promuovendo l'uso della difesa integrata e di approcci o tecniche alternativi.

Risulta inoltre del tutto assente qualsiasi previsione di bilancio relativa agli impegni che le regioni dovranno realizzare per poter allestire un sistema sicuramente complesso quale quello della difesa fitosanitaria a bassi apporto di prodotti chimici. Il Dlgs 150/2012 ha infatti stabilito che entro il 26 novembre 2013 le regioni dovranno istituire un sistema di formazione e rilascio delle abilitazioni, obbligatorie per i venditori a partire dal 26 novembre 2015. Entro la fine del 2016, le stesse regioni dovranno poi trasmettere le prime relazioni sull’attuazione delle novità.

Manca, inoltre, la valutazione degli oneri economici che competono alle imprese ai fini dell’adesione agli stessi sistemi di difesa integrata obbligatori a partire dal 2014 determinando anche una evidente sovrapposizione con le azioni già intraprese a livello regionale.

Rispetto agli obblighi di formazione di cui sono destinatarie le imprese agricole, esiste una complementarietà tra gli obblighi derivanti dalla legislazione in materia di fitofarmaci e quelli relativi alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ai fini delle misure per l’attuazione delle misure sulla tutela dell’ambiente acquatico il quadro precauzionale non sarebbe supportato da alcuna evidenza tecnica e scientifica. Un conto è, infatti, predisporre misure più dettagliate nel caso di riscontrate esigenze di tutela altro è, diversamente, il caso di un intervento preventivo di limitazione d’uso dei prodotti fitosanitari, anche in ambiti vastissimi, si consideri il caso delle risaie, senza che sia riscontrato alcun effettivo rischio grave.

 

di R. T.