Legislazione

Continua il caos per le regolarizzazioni dei fabbricati rurali

In sette giorni gli agricoltori si vedono costretti a provvedere attraverso una modulistica complessa, pena il pagamento dell'Ici, anche pregresso. La scadenza rimane infatti fissata al 30 settembre

24 settembre 2011 | Ernesto Vania

Il Dl 70/11, convertito nella legge 106/11, è stato approvato insieme a una misura che tende a regolarizzare i fabbricati rurali accatastati con categoria diversa dalla A/6 (abitativi) e D/10 (strumentali).

Gli agricoltori sono così rimasti prigionieri di una situazione paradossale, dove solo a sette giorni dalla scadenza (30 settembre prossimo) è stato pubblicato (mercoledì 21 settembre) il decreto attuativo richiamato dalla norma, con relativa modulistica.

Sono diverse le criticità già emerse. In primo luogo gli allegati alla modulistica (b e c) non sono di semplice e rapida compilazione, né per il singolo contribuente né per gli addetti ai lavori dal momento che richiedono una rilevante quantità di informazioni.

In secondo luogo si prevede che la domanda, compilabile con modalità informatiche tramite un’applicazione disponibile sul sito dell’Agenzia, debba anche essere presentata all’Ufficio provinciale competente dell’Agenzia del Territorio tramite consegna diretta, raccomandata con ricevuta di ritorno, fax o posta elettronica certificata. Per tale consegna sono stati concessi ulteriori quindici giorni.

“Per i fabbricati rurali siamo ormai nel caos più totale. Ritardi inammissibili e assurdi, adempimenti letteralmente fuorvianti stanno mettendo con le spalle al muro migliaia di agricoltori, che rischiano di subire danni rilevanti per colpe e responsabilità imputabili ad altri. Tutt’altro che chiusa la vicenda dell’Ici, la tegola di una regolarizzazione, per dir poco ‘fantasma’, si abbatte, infatti, sugli imprenditori che, secondo quanto prevede il decreto del ministero dell’Economia relativo all’accatastamento, hanno poco più di una settimana per rispondere alle richieste dell’Agenzia del Territorio. Una cosa che ha dell’incredibile”. E’ quanto sottolinea il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, fortemente preoccupato per una situazione grave che va a rendere ancora più complesso il quadro in cui oggi sono costrette ad operare le imprese agricole, già alle prese con costi produttivi assillanti e una burocrazia opprimente.

“Da anni, purtroppo, la questione dei fabbricati rurali -afferma Politi- si sta trascinando in una condizione di perenne incertezza, a danno esclusivo degli agricoltori che vedono messo in discussione un loro diritto da un sistema burocratico che ignora totalmente i valori che devono essere alla base di un corretto rapporto fra individuo e Pubblica amministrazione”.