L'arca olearia

Nutrire gli olivi con razionalità, senza perdere tempo e soldi

Tutti gli elementi nutritivi sono essenziali, solo ne servono diverse quantità per soddisfare le necessità delle piante. Occorre quindi sapere quanto ma anche quando. Ecco alcuni suggerimenti del prof. Luca Sebastiani della Scuola Superiore Sant’Anna

13 marzo 2010 | Alberto Grimelli

“Non esistono formule di concimazione valide ovunque e comunque”. Con queste parole Luca Sebastiani, docente di colture arboree presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha esordito al seminario tecnico di Olio Capitale che quest’anno è stato dedicato alla sostenibilità ambientale della coltura olivo.

Tutti gli elementi nutritivi sono essenziali
Sono elementi nutritivi essenziali quelli che:
- sono determinanti per il completamento del ciclo vitale
- non sono sostituibili da altri elementi nella loro funzione
- sono direttamente coinvolti nel metabolismo
Dal carbonio all’ossigeno che compongono il 90% della sostanza secca al molibdeno e nichel, presenti in concentrazioni di 0,1 ppm, tutti sono egualmente essenziali per la pianta.

Valutazione dello stato nutrizionale
Per comprendere lo stato nutrizionale dell’oliveto e degli olivi ci si può basare su molti fattori, tra i quali:
- concentrazione dei nutrienti nel suolo
- fertilità e proprietà chimico fisiche del suolo
- eventuale sintomatologia da carenze
- concentrazione dei nutrienti nelle foglie
La sola analisi del suolo risulta infatti sufficiente a chiarire, in via esaustiva, lo stato nutrizionale delle piante perché non fornisce dati sulle frazioni realmente disponibili degli elementi e non considera la capacità di accumulo della pianta.
L’analisi del suolo andrebbe quindi abbinata con un’analisi fogliare che possa fornire una fotografia dell’effettivo stato nutrizionale.

Di seguito una tabella contenente dati indicativi sui livelli medi dei diversi elementi nutritivi nelle foglie:


Dove sono presenti gli elementi?
Per comprendere la fisiologia della pianta e meglio definire un piano di concimazione risulta utile sapere dove sono prevalentemente localizzati gli elementi minerali:
- azoto, fosforo e potassio si rilevano prevalentemente nella parte epigea (foglie, rami) e nei frutti
- il calcio prevalentemente nella parte epige, mentre nel frutto solo in piccolissime quantità
- il ferro prevalentemente nel ceppo e nelle radici

Come varia la concentrazione degli elementi durante l’anno nelle foglie?
E’ bene sapere che, per certi elementi, il contenuto decresce durante l’anno quasi in maniera lineare, come per potassio e zinco, mentre per altri risulta praticamente stabile (rame) mentre per altri oscilla da un minimo a un massimo (azoto e boro).



La fertilizzazione
Premesso che la fertilizzazione dovrebbe essere pianificata in funzione dell’analisi del suolo e della diagnostica fogliare è bene ricordare che sono inutili e persino dannose, come rileveremo in seguito, concimazioni azotate troppo abbondanti.

Dosi sufficienti possono essere considerate 250 - 300 g per olivo in impianti adulti, tradizionali e con sesti ampi (200-250 piante per ettaro) mentre in oliveti “moderni” la dose può raggiungere 400-500 g di azoto a pianta.

Una fertilizzazione basata sulla diagnostica fogliare spesso utilizza, come tecnica di distribuzione, la concimazione fogliare o la fertirrigazione.
Entrambe queste tecniche consentono di ridurre le perdite di concime, di massimizzare l’effetto dei nutrienti perché questi vengono forniti quando sono necessari alla pianta.

Nella fertirrigazione, mettendo a disposizione gradatamente e in modo continuo piccole dosi di nutrienti, le piante sono in grado di assorbirli ed utilizzarli con un’efficienza che supera il 90%, contro il 30-40% ottenibile con le concimazioni tradizionali.
Nella fertirrigazione, tuttavia, occorre prestare attenzione che i fertilizzanti siano solubili in acqua e che le soluzioni abbiano un pH compreso tra 5,5 e 7.
Inoltre bisogna utilizzare fertilizzanti in cui i micronutrienti in forma chelata cioè non soggetta a fenomeni di insolubilizzazione e prestare attenzione a ottenere la massima uniformità di distribuzione in quanto, viste le dosi, per i micronutrienti è facile arrivare a soglie di tossicità, come nel caso del boro che facilmente può accumularsi nella zona esplorata dalle radici.

Per quanto riguarda la concimazione fogliare è bene sapere che i fertilizzanti sono assorbiti in modo accentuato nelle primissime ore che seguono l’applicazione ed il fenomeno si mantiene costante, ma con intensità inferiore, per tutte le 24-48 ore successive.
Generalmente la concimazione fogliare è utilizzata nelle fasi mignolatura, allegazione, indurimento del nocciolo e si utilizzano fertilizzanti solubili in acqua a diverse concentrazioni:
- Urea tra 1,5 – 4% (basso contenuto di Biureto)
- Nitrato Potassico 1-3% o Solfato Potassico 4%.

Azoto, attenti agli eccessi
Due ricerche, effettuate nello stesso periodo da ricercatori italiani e spagnoli, hanno dimostrato che eccessi di azoto portano a una riduzione del contenuto di polifenoli nel frutto, mentre un surplus di fertilizzazione azotata non ha effetti sul contenuto in olio dell’oliva.



Non sempre quindi un po’ di concime in più fa bene e non sempre voler risparmiare qualche decina di euro per un’analisi del suolo o fogliare, magari per investire questi soldi apparentemente risparmiati, in concimi porta a benefici. Spesso, anzi, non si otterranno i risultati sperati o la fertilizzazione si rileverà addirittura controproducente.

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