L'arca olearia

Tutti concentrati su vivaismo e difesa, nel nome dell’olivo

Per essere competitivi? Occorre armonizzare a livello nazionale gli standard qualitativi delle produzioni vivaistiche. E per la mosca? Un suo controllo ecosostenibile non può prescindere da un corretto monitoraggio e da adeguate tecniche di raccolta

31 ottobre 2009 | Carlotta Baltini Roversi



Ed è giunta l’ultima puntata, con i riferimenti, riassuntivi, delle sei sessioni che si sono svolte nei giorni 1 e 2 ottobre scorso, nell’ambito della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II a Portici. Ringraziamo come sempre il professor Claudio Di Vaio, che ci ha fornito gli abstracts da cui abbiamo ricavato una libera e sintetica visione d’insieme.

L’evento, importante e centrale, ha permesso di fare il punto sullo stato dell’olivicoltura e dell’elaiotecnica.

La prima puntata ha riguardato gli aspetti relativi al mercato e alla valorizzazione degli oli di oliva (link esterno), la seconda era incentrata sui modelli colturali e la loro gestione (link esterno), la terza sui temi germoplasma, miglioramento genetico e biotecnologie (link esterno), la quarta puntata sulle tecnologie e sulle conseguenti influenze su qualità e tipicità degli oli (link esterno) , e infine, la quinta e ultima puntata, riguarda il specificamente il vivaismo e la difesa.
Buona lettura.

VIVAISMO E DIFESA

Da questa sesta sessione di lavoro si prendono in esame solo due tra i vari interventi che sono stati presentati.. Per ulteriori approfondimenti è il caso di contattare direttamente la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II a Portici (link esterno).

Il progetto Olviva in dettaglio

Riguardo alle innovazioni per la certificazione delle produzioni vivaistiche di olivo, dal gruppo di studio costituito da Savino e Loconsole (del Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata, dell’Università di Bari), Baldoni (dell’Istituto di Genetica Vegetale del Cnr di Perugia) Faggioli (del Cra, Centro per la Patologia Vegetale di Roma) e Saponari (dell’Istituto di Virologia Vegetale, del Cnr di Bari) è stato presentato il contributo derivante dal progetto Olviva.
Secondo gli autori dello studio, l’industria vivaistica può oggi contare su un nuovo pacchetto di normative fitosanitarie (DD.MM del 24/07/03 e 22/11/06) al fine di rispondere al meglio alle esigenze di competitività delle aziende vivaistiche e di qualità del prodotto vivaistico. In tale contesto di transizione, il progetto Olviva rappresenta un’iniziativa interregionale con l’obiettivo di fornire gli strumenti operativi necessari per l’immediata applicazione dei nuovi protocolli di certificazione fitosanitaria e di corrispondenza varietale per le cultivar di olivo. Il progetto finanziato nell’ambito della L.499/99 vede coinvolte, per il trienno 2006-2009, ben venticinque Istituzioni scientifiche dislocate in dodici regioni italiane.

Le attività in corso – precisano i ricercatori - sono organizzate in quattro linee complementari di intervento:

a) caratterizzazione di 200 cultivar mediante la definizione e validazione di un set di marcatori molecolari e di descrittori morfologici comuni, con particolare riferimento alla messa a punto di sistemi molecolari validati e univoci per la certificazione della corrispondenza varietale;

b) la verifica dello stato sanitario del materiale di propagazione attraverso l’applicazione di tecniche innovative e standardizzate di diagnosi fitopatologica;

c) la costituzione di 70 fonti primarie da immettere nel sistema di certificazione; d) il miglioramento degli schemi di produzione e di difesa fitosanitaria in vivaio mediante la sperimentazione e validazione di sistemi innovativi di propagazione e gestione eco-compatibile delle produzioni vivaistiche.

Tra i traguardi che il progetto si propone di raggiungere, è da sottolineare la definizione di metodologie innovative, univoche e comuni da impiegare in tutta la filiera di certificazione nazionale per assicurare standard qualitativi e garanzie fitosanitarie uniformi. A tal riguardo le attività sono state avviate con due ringtest specifici che hanno permesso di definire i marcatori SSR e i primer virus-specifici da impiegare per la caratterizzazione di 200 diverse cultivar e per la costituzione, per 70 di esse, di Fonti Primarie ai sensi del DM 22/11/2006.
Tra i prodotti del progetto la produzione di Fonti Primarie sotto un unico marchio “Olviva” rappresenta un contributo rilevante per l’armonizzazione a livello nazionale degli standard qualitativi delle produzioni vivaistiche, aspetto essenziale per la competitività di questo comparto sui mercati esteri.


Le recenti acquisizioni relative al controllo eco-sostenibile della mosca dell’olivo

Gli studiosi Guerrieri e Bernardo, dell’Istituto per la Protezione delle Piante, facente capo al Consiglio Nazionale delle Ricerche di Portici, sono intervenuti per il fare il punto della ricerca in merito alla questione mosca dell’olivo.
Secondo gli autori dello studio, nlle aree costiere e insulari del Bacino del Mediterraneo la Bactrocera oleae è da considerarsi ancora l’insetto chiave dell’olivo, soprattutto negli impianti a carattere “biologico”. Il controllo di questo fitofago è ancora oggi largamente basato sull’uso di insetticidi anche se, la normativa europea in vigore dal 2010, limiterà drasticamente il numero delle molecole utilizzabili. Nel corso degli ultimi vent’anni sono stati numerosi i tentativi di controllo biologico della mosca effettuati mediante il lancio in campo di ingenti
quantitativi di limitatori naturali specifici della mosca (come ad esempio il parassitoide Psittalia (=Opius) concolor. I risultati non sono stati incoraggianti soprattutto nelle aree dove maggiore è la presenza del fitofago. Tali insuccessi non hanno però fermato la raccolta e la caratterizzazione del complesso degli
antagonisti della mosca delle olive, al fine di trovare uno o più candidati efficaci da utilizzare per contenere il fitofago. Per tali motivi – spiegano Guerrieri e Bernardo – non sorprende che allo stato attuale, le migliori prospettive di controllo eco-sostenibile sembrano ricalcare quelle già utilizzate in passato, prima fra tutte l’uso di esche attrattive associate ad insetticidi.
Le novità riguardano però i prodotti utilizzati tra i quali vengono preferiti quelli di derivazione naturale come quello a base di una tossina estratta da un batterio,
recentemente immesso sul mercato, il cui uso è ammesso nei disciplinari di lotta biologica. I primi risultati sono alquanto incoraggianti per l’efficacia e per la selettività di applicazione, che consentirebbe di ridurre gli effetti negativi sugli antagonisti della mosca e degli altri fitofagi dell’olivo.
Tecniche ecocompatibili di controllo della mosca già note in passato includono l’alterazione della percezione del substrato “oliva” attraverso applicazioni di prodotti non fitosanitari come ad esempio il caolino. Le novità riguardano però la disponibilità di un formulato micronizzato di facile applicazione recentemente messo in commercio da una multinazionale. In fase ancora sperimentale sono le applicazioni riguardanti le sostanze volatili utilizzate dalla mosca per “atterrare” sull’oliva e che sembrerebbero prodotte dal complesso batterico presente sul frutto. La caratterizzazione e la specificità di questi composti permetterebbero una più efficace applicazione del metodo di cattura massale della mosca o del metodo “attract (o lure) to kill” (attrarre per uccidere) .
I primi risultati sono anche in questo caso incoraggianti ma vanno poi valutati in applicazioni su ampie superfici.
Indipendentemente dai prodotti o dagli organismi che si intendono utilizzare, Guerrieri e Bernardo hanno sottolineato che il controllo ecosostenibile della mosca non può prescindere da un corretto monitoraggio e da adeguate tecniche di raccolta.



(5. Fine)

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