L'arca olearia

La nuova SOS Cuetara affossa il “Proyecto Tierra”

Fiore all’occhiello dei fratelli Salazar, che così promuovevano il superintensivo nel mondo, il nuovo consiglio di amministrazione lo ha bocciato ufficialmente “perché il suo sviluppo non è una priorità in questo momento”

12 settembre 2009 | Ernesto Vania

Solo una grande multinazionale poteva permettersi un progetto che costava da otto a dieci milioni di euro all’anno con rendimenti futuribili ignoti.

Il sogno dei fratelli Salazar non era un mistero: unire produzione e commercio in un’unica grande azienda.
Il progetto mirava, attraverso una controllata, ad acquistare proprietà, avviare la produzione, quindi cedere l'attività a investitori che avrebbero dovuto pagare una “tassa di gestione” a fronte della cura degli oliveti, da affidare a una controllata Sos, e dell’acquisto garantito dell’intera produzione.
Fino ad oggi erano stati acquisiti 5.400 ettari ma ne erano stati piantumati solo 2400.

Il modello proposto era il superintensivo, interamente meccanizzabile, con un business plan ben definito e preciso proposto non solo a investitori del “Proyecto Tierra” ma promosso in tutto il mondo, in particolare il nuovo mondo, come il futuro dell’olivicoltura.

L’obiettivo dichiarato era di raggiungere i 10.000 ettari all’anno piantumati nel mondo per arrivare a coprire, nel volgere di dieci anni, il 30% del fabbisogno di oli d’oliva del gruppo Sos Cuetara.

Un piano ambizioso, i cui contorni erano noti da tempo, ma le cui ultime rivelazione confermano la volontà monopolistica dei fratelli Salazar.
Infatti, attraverso i contratti blindati e col soddisfacimento di una quota così importante delle necessità aziendali di olio, il potere di condizionamento del gruppo Sos sul mercato si sarebbe ulteriormente accentuato..

Ma il “Proyecto Tierra” appartiene al passato, affossato dalla nuova dirigenza.

Il nuovo consiglio di amministrazione ha infatti deciso di fermare il progetto “perché il suo sviluppo non è una priorità in questo momento” e perché ha un periodo troppo lungo di maturazione.

Si tratta di una retromarcia che va inquadrata nell’operazione di ristrutturazione del debito promossa dopo la clamorosa uscita da Sos dei fratelli Salazar e lo scandalo relativo.

A Mariano Pérez Claver il compito di definire la struttura di aumento di capitale da 200 milioni di euro per compensare le perdite previste per il 2008 per coprire lo spregiudicato trasferimento di fondi operato dai fratelli di Jesus e Jaime Salazar, che proprio per questo sono stati licenziati lo scorso aprile.

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