L'arca olearia

L'erosione del suolo è una minaccia per l'olivicoltura

La perdita di suolo agricolo fertile, dovuta all'erosione, porta a bassi indici di infiltrazione superficiale e alti indici di deflusso negli strati profondi. L'acqua, bene primario per un'olivicoltura da reddito, scorre sul terreno e quel poco che infiltra viene rapidamente persa in profondità. L'inerbimento è l'unica soluzione

18 maggio 2018 | R. T.

Cosa accade a un terreno olivetato dopo anni di lavorazioni e di pratiche agronomiche standard?

Una ricerca iberica ha quantificato l'infiltrazione, la permeabilità, le perdite di suolo e i volumi di deflusso in una piccola area della Spagna meridionale coltivato ad oliveto.

Per valutare quale fattore abbia contribuito maggiormente ad accelerare l'erosione del suolo, sono stati analizzati il coefficiente di classificazione e le principali componenti di Spearman.

I risultati hanno confermato bassi valori di infiltrazione (11,8 mm/h) negli strati superficiali del suolo e alti valori di permeabilità (24,6 mm/h) negli strati sotterranei del suolo, producendo una perdita media di terreno di 19,7 g/m2 e coefficienti medi di deflusso del 26,1%.

Insomma è più l'acqua che si perde negli strati profondi di quella che riesce a passare dallo strato superficiale, con l'ovvia conseguenza di avere scarsa ritenzione idrica, ovvero un basso “serbatoio” idrico naturale a beneficio dell'olivo.

Tutto questo è dovuto soprattutto all'erosione e l'unico fattore che riesce a controllare questo fenomeno, a parità di condizioni pedoclimatiche, è l'inerbimento.

Non basta però dire inerbimento, bisogna capire infatti quale tipo di inerbimento, in quale periodo dell'anno e rispetto a quali condizioni climatiche.

Nelle aziende olivicole marginali, le coperture erbose spontanee sono preferibili per il loro basso costo, nonostante la loro elevata eterogeneità spaziale e temporale che ne limita l'efficienza.

Infatti, in ragione delle condizioni meteorologiche, occorrerà stabilire modalità di gestione dell'inerbimento, ovvero decidere se optare per un inerbimento permanente.

Una ricerca spagnola ha evidenziato che la percentuale media annua di copertura varia dal 23% al 36%, con un coefficiente di variazione rispettivamente del 57% e del 6%. Su base stagionale la copertura varia tra lo 0,2% e il 50%. Le precipitazioni accumulate nei 15 giorni precedenti, la media delle temperature minime dei 60 giorni precedenti e la potenziale evapotraspirazione cumulata dello stesso periodo hanno mostrato una correlazione significativa con la percentuale media di copertura.

I fattori che più possono incidere sulla copertura vegetale, rendendo inutile l'inerbimento temporaneo, sono il numero di mesi trascorsi dalla rimozione della vegetazione spontanea, le piogge dei 15 giorni precedenti il ripristino dell'inerbimento e le condizioni estive.

Ovvero, più interveniamo con erbicidi e più lasciamo il terreno nudo, specie durante l'estate, più saranno necessarie piogge abbondanti per ripristinare l'inerbimento. Le piogge abbondanti, però, sono la prima causa di erosione.

L'inerbimento, quindi, deve essere calibrato con cura, in ragione di molteplici fattori in particolare quando spontaneo.

Se l'eliminazione dell'inerbimento durante la stagione estiva, negli oliveti in asciutta, può portare a una limitazione della competizione idrica a beneficio degli olivi, è anche vero che si rischia di vanificare tutti i benifici dell'inerbimento qualora la copertura vegetale sia troppo limitata, in percentuale e spazialmente, quando sopraggiunga la stagione delle piogge.

Bibliografia

Jesús Rodrigo-Comino, Encarnación Taguas, Manuel Seeger, Johannes B. Ries, Quantification of soil and water losses in an extensive olive orchard catchment in Southern Spain, Journal of Hydrology, Volume 556, 2018, Pages 749-758, ISSN 0022-1694

Encarnación V. Taguas, Karl Vanderlinden, Aura Pedrera-Parrilla, Juan V. Giráldez, José A. Gómez, Spatial and temporal variability of spontaneous grass cover and its influence on sediment losses in an extensive olive orchard catchment, CATENA, Volume 157, 2017, Pages 58-66, ISSN 0341-8162

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