L'arca olearia

La rogna dell’olivo: l’efficacia delle acque di vegetazione nella prevenzione

La rogna dell’olivo: l’efficacia delle acque di vegetazione nella prevenzione

Dopo il trattamento con acque di vegetazione dell’olivo, l'adesione iniziale dell’agente causale della rogna,  Pseudomonas savastanoi ,è diminuita fino al 95%, dimostrando l'efficacia del rivestimento

23 settembre 2024 | R. T.

La rogna dell’olivo è una batteriosi molto comune, causata dal batterio Pseudomonas savastanoi.

Possono essere colpite tutte le parti della pianta (foglie, gemme, radici), sviluppandosi però più frequentemente sui rametti giovani. Si manifesta sotto forma di tuberosità tumorale irregolare che inizialmente è piccola, liscia e di colore verde, ma successivamente aumenta screpolandosi sempre più, assumendo colore bruno.
I rami che vengono colpiti in modo massiccio si indeboliscono o disseccano, ma con forti infestazioni è la pianta intera a risentirne manifestando un deperimento generale con scarse fioriture e incomplete maturazioni delle olive.

Una ricerca ha valutato l'efficacia di un rivestimento a base di acque reflue di frantoio (OMWW) come agente di biocontrollo. In particolare, lo studio ha esaminato la sua influenza sull'adesione iniziale di P. savastanoi su varie superfici dell'olivo, tra cui la corteccia e le superfici superiore e inferiore delle foglie. Le caratteristiche fisico-chimiche di queste superfici sono state analizzate valutando l'angolo di contatto tra il ceppo batterico e i supporti, sia prima che dopo il trattamento con OMWW.

I risultati hanno rivelato variazioni significative nell'adesione batterica iniziale prima del trattamento, con la superficie fogliare inferiore che ha mostrato una maggiore capacità di adesione. Tuttavia, dopo il trattamento con OMWW, l'adesione iniziale è diminuita fino al 95%, dimostrando l'efficacia del rivestimento. Inoltre, il trattamento con OMWW ha influenzato le caratteristiche fisico-chimiche di tutti i supporti, in particolare il carattere di donatore di elettroni, che ha ridotto significativamente l'adesione batterica iniziale. Ciò sottolinea il ruolo cruciale che le proprietà fisico-chimiche della superficie svolgono nelle interazioni batteriche, sia prima che dopo il trattamento.