L'arca olearia 28/08/2024

Non solo mosca dell’olivo: gli insetti minori che attaccano le olive

Non solo mosca dell’olivo: gli insetti minori che attaccano le olive

Il primo parassita dell’olivo è certamente la mosca ma anche la cecidomia delle olive, il punteruolo, la cimice asiatica e, occasionalmente, la margaronia possono far danni in un contesto di cambiamenti climatici o in impianti superintensivi


Tutti gli olivicoltori sono giustamente molto attenti alla mosca dell’olivo, il primo parassita per danno economico inflitto al sistema dell’olivicoltura nazionale e internazionale.

La mosca dell’olivo, però, non è l’unico parassita a far danni sulle olive in questo periodo. Tralasciando la tignola, che dovrebbe aver già fatto cadere i frutticini colpiti qualche settimana fa, ci sono alcuni insetti fitofagi minori che, in realtà, possono diventare preponderanti, causando imponenti danni quali-quantitativi in alcune annate.

Scopriamo quali sono.

Cecidomia delle olive (Lasioptera berlesiana)

La cecidomia delle olive (Lasioptera berlesiana), dell'ordine dei ditteri, è una delle tre Cecidomie dell'olivo; le altre sono il Moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga) e la Cecidomia delle foglie (Dasineura oleae).

La Lasioptera berlesiana è il principale parassita della mosca olearia. Essa vive in simbiosi con un fungo (Camarosporium dalmaticum), agente del marciume dell'oliva, da non confondere con la lebbra dell'olivo il cui agente causale è Colletotrichum gloeosporioides. La femmina cerca le punture della mosca, vi ovidepone e infetta la stessa cavità con il micelio del fungo simbionte. Le larve, che nascono velocemente (circa 24 ore), si nutrono delle uova o anche delle larve di mosca olearia: per questa sua attività la Lasioptera berlesiana è da considerarsi un insetto utile. Purtroppo la stessa cosa non si può dire del Camarosporium dalmaticum il fungo che la cecidomia delle olive introduce nella drupa, in quanto lo stesso determina quel marciume delle olive, visibile esternamente con una tacca nerastra depressa, mentre all'interno la stessa oliva viene completamente degradata. La Lasioptera berlesiana si nutre anche del micelio di questo fungo, che anzi è il suo prioritario alimento, tanto che ci può essere infestazione, seppure molto limitata, anche su olive lesionate per altri motivi, dove la mosca non ha ovideposto.

La Lasioptera berlesiana è un insetto utile, in quanto parassita della mosca olearia, o dannoso, per il suo contributo indiretto nel provocare i marciumi? Se le olive infestate da mosca olearia nelle generazioni di luglio e agosto non sono molte, l'azione di contenimento svolta da Lasioptera berlesian/ è da considerarsi utile e questo insetto, nell'ottica della difesa integrata, si rivela un prezioso alleato. In annate particolari o in caso di una impostazione di difesa errata, forti infestazioni di mosca olearia, che si mantengono elevate fino alla raccolta, determinano il proliferare della Lasioptera berlesiana, con la proporzionalità diretta che in natura si instaura tra ospite e parassita. In questo caso le olive alla raccolta presentano un'alta percentuale di attacco di Camarosporium dalmaticum, sono quindi marce, e il danno a livello organolettico sull'olio è anche più grave di quello che ci sarebbe con le sole gallerie di mosca olearia.

La difesa consiste essenzialmente in un buon controllo della mosca dell'olivo.

Cimice asiatica (Halyomorpha halys)

La cimica marrone marmorata o cimica asiatica, Halyomorpha halys, è una specie altamente polifagosa invasiva in Europa. Questa specie può punturare i frutti, causando deformazioni e abscissioni. Da qualche anno, H. halys è stato rilevato sulle olive in Grecia e in Italia.

Simile ad altri pentatoidi fitofagei, la cimice asiatica si nutre di parti vegetali e riproduttive inserendo lo stiletto nel tessuto mentre espelle due diversi tipi di saliva: saliva facilmente solidificante e saliva acquosa. La saliva solidificante, chiamata anche saliva della guaina, è responsabile della formazione di un rivestimento tubolare, la cosiddetta guaina in stile, guaina salivare o cono salivare, mentre la saliva acquosa contiene enzimi che aiutano a digerire il tessuto vegetale prima dell'ingestione. Dopo l'estrazione dello stiletto, la guaina salivare, formata durante l'alimentazione, rimane attaccata al tessuto vegetale. Questo tipo di alimentazione provoca alterazioni della superficie e della parte interna del frutto attaccato e potrebbe manifestarsi come cicatrici, decolorazioni, deformazioni o occasionali suberificazione dei frutti di oliva attaccati da H. halys.

Il danno può essere diviso in due categorie; il danno quantitativo si verifica all’inizio della stagione, durante la rapida crescita mitotica, portando a perdita di resa, mentre il danno qualitativo avviene durante lo sviluppo del mesocarpo dei frutti.

Dal punto di vista chimico, le olive attaccate dalla cime asiatica sia nel pre-indurimento del nocciolo che nella fase di indurimento post hanno riportato livelli più elevati di composti fenolici rispetto ai controlli. In particolare, nella fase di indurimento del pre-indurimento, i frutti esposti alla maggiore densità di H. has hanno mostrato una maggiore quantità di composti fenolici. L’aumento del contenuto fenolico nei frutti durante il loro sviluppo è anche un meccanismo di difesa adottato dalla pianta contro gli attacchi erbivori, e potrebbe indicare che la pianta è sotto stress. Questo potrebbe spiegare la quantità di fenoli nei frutti altamente danneggiati da H. halys e soprattutto quelli nella fase di indurimento del nocciolo.

Al momento, seppur le sperimentazaioni sono in corso, sono pochi i principi attivi efficaci e la loro reale efficacia è limitata, essendo anche la finestra per il trattamento piuttosto breve.

Punteruolo dell’olivo (Rhodocyrtus cribripennis)

Rhodocyrtus cribripennis è il punteruolo o rinchite dell’olivo.

Gli adulti utilizzano le olive per la propria nutrizione praticandovi delle escavazioni circolari di 0,5 mm di diametro, attorno alle quali si forma poi un caratteristico alone bruno.
Su olive  ancora relativamente piccole, il rostro del punteruolo dell’olivo può raggiungere la mandorla determinando poi la caduta del frutto. Una volta che le olive hanno raggiunto un maggiore sviluppo, con un conseguente ispessimento del mesocarpo e indurimento dell’endocarpo, l’escavazione si arresta alla superficie esterna di questo.

A partire da luglio e per tutto il mese di agosto, a seconda delle condizioni ambientali, le femmine iniziano a deporre le uova. Per tale attività esse praticano con l’apparato boccale masticatore, sito all’estremità del rostro, escavazioni nelle olive fino al raggiungimento del nòcciolo, dopodiché, giratesi su se stesse, introducono l’ovopositore nella galleria per lasciarvi sul fondo un solo uovo per sito. Estratto l’ovopositore chiudono sommariamente il pozzetto che poi viene ad essere più o meno otturato da tessuto mesocarpico di reazione. In casi di forte infestazione si possono rilevare fino a 2-3 gallerie di ovodeposizione per drupa.
Lo sviluppo embrionale si completa in una decina di giorni per dar luogo alla nascita delle larve che, perforato il nòcciolo più o meno già lignificato, tendono a portarsi sulla mandorla a spese della quale completano il proprio sviluppo. Le olive così danneggiate tendono a cadere.

Generalmente il punteruolo non provoca danni ma, nel caso, si sono rivelati efficaci trattamenti a base di spinosad piuttosto precoci, entro la metà di luglio.

Margaronia dell’olivo (Palpita unionalis o vitrealis)

Generalmente i danni della Margaronia dell’olivo (Palpita unionalis o vitrealis) sono limitati ai germogli neoformati e la lotta è giustificata solo negli impianti di oliveto giovani, in formazione.

In presenza di alte densità dell’insetto e di condizioni meteo favorevoli le larve adulte possono anche attaccare le olive limitrofe al loro sviluppo. Le larve di quarta età, infatti, hanno la capacità di erodere la drupa, arrivando persino a metterne a nudo il nocciolo. In caso di presenza impattante di Margaronia, anche le drupe subiranno dei danni, mostrando tacche circolari che si espandono fino al nocciolo. 

La Margaronia dell’olivo può diventare un insetto pericoloso anche per la produzione soprattutto negli impianti superintensivi. Infatti, in tali impianti, la popolazione può espandersi facilmente e velocemente proprio a causa dell’elevato numero di giovani germogli in crescita. In questi casi i danni quali-quantitativi da Margaronia anche sulle olive possono diventare significativi.

Ovviamente è bene evitare che la popolazione di Margaronia dell'olivo cresca eccessivamente ma, nel caso, interventi con Bacillus Thuringensis o nei casi più gravi Spinosad può risolvere la problematica.

di R. T.