L'arca olearia
Più forti gli attacchi di tignola dell’olivo in presenza di melate delle cocciniglie
Utile contrastare Prays oleae con nettarifere per lo sviluppo dei predatori naturali ma attenzione alle cocciniglie dell’olivo: ottime performance di sopravvivenza e riproduzione grazie alle melate
09 aprile 2024 | R. T.
Diversi studi hanno dimostrato che la manipolazione delle infestanti in fiore all'interno di un agroecosistema può avere un ruolo importante nel controllo dei parassiti da parte dei nemici naturali, fornendo loro nettare e polline, che sono fonti significative di nutrimento per gli adulti.
Anche in olivicoltura la gestione della flora spontanea può essere utile per il controllo di alcuni insetti dannosi in olivicoltura, tra cui la tignola dell’olivo: Prays oleae (Bernard, 1788) (Lepidoptera: Praydidae).

E’ noto che vi sono alcuni insetti che sono nemici naturali della tignola dell’olivo, tra cui cinque dei suoi principali nemici naturali, le specie parassitoidi Chelonus elaeaphilus Silvestri (Hymenoptera: Braconidae), Apanteles xanthostigma (Haliday) (Hymenoptera: Braconidae), Ageniaspis fuscicollis (Dalman) (Hymenoptera: Encyrtidae) ed Elasmus flabellatus (Fonscolombe) (Hymenoptera: Eulophidae), così come il predatore Chrysoperla carnea (Stephens) (Neuroptera: Chrysopidae).
Le essenze naturali che favoriscono i predatori della tignola dell'olivo
E’ quindi utile che la popolazione di questi insetti possa essere abbondante e per questo devono accedere ad essenze nettarifere in abbondanza.
Gli insetti predatori possono teoricamente accedere al nettare di 21 piante infestanti in fiore presenti naturalmente negli oliveti.
Una ricerca spagnola ha analizzato l'architettura dei fiori, la struttura dell'apparato boccale e/o la larghezza della testa e del torace dell'infestante e dei suoi nemici. I risultati hanno suggerito che tutti gli insetti utili erano in grado di raggiungere il nettare delle specie vegetali della famiglia delle Apiaceae, cioè Conopodium majus (Gouan) Loret, Daucus carota L. e Foeniculum vulgare Mill., così come Asparagus acutifolius L., Echium plantagineum L., Capsella bursa-pastoris (L.) Medik., Raphanus raphanistrum L., Lonicera hispanica Boiss. et Reut., Silene gallica L., Spergula arvensis L., Hypericum perforatum L., Calamintha baetica Boiss. et Reut, Malva neglecta Wallr. e Linaria saxatilis (L.) Chaz. P. oleae non è stata in grado di accedere al nettare di cinque specie vegetali, ossia: Andryala integrifolia L., Chondrilla juncea L., Dittrichia viscosa (L.) Greuter, Sonchus asper (L.) Hill e Lavandula stoechas L.
La tignola dell'olivo si nutre delle melate delle cocciniglie
Allo stesso modo Prays oleae, ovvero la tignola dell’olivo, può avvantaggiarsi di alcune fonti alimentari naturalmente presenti nell’oliveto.
Tra queste vi sono anche le melate di altri due parassiti dell’olivo: Saissetia oleae ed Euphyllura olivina.
Un’altra ricerca spagnola ha esaminato proprio le melate escrete da Saissetia oleae ed Euphyllura olivina, due parassiti dell'olivo, e alcune piante abbondanti nell'agroecosistema dell'oliveto che fioriscono contemporaneamente al periodo di volo della generazione antofaga della tignola dell’olivo.
Nonostante i risultati generali, che indicano che le melate hanno un valore nutrizionale inferiore per gli insetti rispetto al nettare, Prays oleae ha raggiunto le migliori performance di sopravvivenza e riproduzione con le melate degli insetti. Diversi fiori testati sono stati identificati come potenziali risorse alimentari per Prays oleae, tra cui Malva sylvestris è quello che ha dato origine alle migliori prestazioni.
Inoltre le femmine di Prays oleae sono sinovaghe ed emergono con riserve nutrizionali per la riproduzione.
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