L'arca olearia 16/02/2024

Le possibili anomalie nella fioritura dell’olivo a causa di un inverno caldo

Le possibili anomalie nella fioritura dell’olivo a causa di un inverno caldo

L’inverno in corso rischia di essere ricordato come uno dei più caldi della storia. A rischio non solo la mignolatura ma possibili anche anomalie sulla fioritura e allegagione con un impatto significativo sulla produttività dell’olivo


L’olivo è una coltura tipicamente mediterranea e la sua evoluzione è legata a un clima di tipo mediterraneo, contraddistinto da inverni freddi (ma non freddissimi), primavere e autunni soleggiati e piovosi ed estati calde e asciutte. La fenologia dell’olivo segue questi andamenti climatici e sebbene non abbia un vero e proprio fermo biologico, essendo una sempreverde, si solito va in stasi durante l’inverno, col risveglio vegetativo e la fioritura/allegagione che avvengono durante la primavera, in condizioni ottimali per il completamento di questi importantissimi cicli.

Inverno 2023-2024 più caldo di sempre: cosa accade alla fioritura dell'olivo?

Cosa accade, però, se il clima mediterraneo diventa sub-tropicale? Quali possono essere le conseguenze sulle fasi fenologiche dell’olivo?

I fenomeni di cambiamento climatico in corso stanno tramutando sempre più il clima mediterraneo in un clima sub tropicale. Si tratta di fenomeni di medio-lungo corso ma che talvolta possono far risentire i loro effetti anche in alcune stagioni, come potrebbe essere l’attuale. E la colpa sarebbe tutta di El Niño, un fenomeno di origine oceanica che si manifesta con aumento della temperatura superficiale del mare al largo delle coste del Perù e dell’Ecuador e successivamente con fenomeni meteorologici particolarmente intensi, prima nelle zone circostanti e poi su scala planetaria.

E’ quanto, secondo i meteorologi dell’Accademia delle Scienze cinesi, sta accadendo in questo periodo. Da gennaio a ottobre 2023 la temperatura media globale è stata di 1,43°C più alta rispetto all’era pre-industriale, valore superiore di un decimo rispetto a quella registrata nei primi dieci mesi dell’anno record 2016.

El Niño sta innescando una serie di anticicloni che influenzano il clima invernale globale e renderanno questo inverno molto più caldo della norma. Secondo i ricercatori: ”La temperatura superficiale media nell’inverno 2023-2024 sarà probabilmente la più alta nella storia, in conseguenza di El Niño e del riscaldamento globale nel lungo termine”.

In articoli precedenti Teatro Naturale si è concentrato soprattutto sui fenomeni fisiologici e fenologici che possono essere legati a un aumento delle temperature, con particolare riferimento alla riduzione del numero di infiorescenze dell’olivo, al potenziale anticipo della fioritura ma anche alla riduzione dell’allegagione, soprattutto correlata con le condizioni meteorologiche che possono verificarsi in piena fioritura (stress idrico e termico, venti caldi…). (Gli effetti negativi di un inverno caldo sulla fioritura dell’olivo; La fioritura dell’olivo in clima caldo, la riduzione dell’allegagione e l’impollinazione forzata)

Non sono purtroppo, però, gli unici effetti con cui gli olivicoltori dovranno fare i conti nei prossimi anni a seguito dei cambiamenti climatici. Spesso le ricerche di questo tipo applicano modelli matematici predittivi arrivando a previsioni drammatiche. Alcuni, basati, sulla temperatura dell’aria, concludono che in assenza di condizioni climatiche caratteristiche mediterranee, specialmente in assenza di freddo invernale, la fioritura non si verificherà.

Effetti sulla fioritura dell'olivo di un inverno caldo: il clima subtropicale

Uno studio spagnolo ha confrontato la situazione meteo-climatica delle isole Canarie, tipicamente sub-tropicali, dove l’olivo è presente da qualche anno, con quelle dell’Andalusia, centrale e meridionale, caratterizzate da climi mediterranei analoghi.

Il clima subtropicale delle Canarie rappresenta uno scenario naturale utile per studiare l'influenza delle condizioni climatiche non mediterranee sull'olivo e sulla fenologia della fioritura, in particolare la mancanza delle basse temperature invernali che sono tipiche del clima mediterraneo.

Cerchiamo allora di capire meglio come nuove dinamiche meteo-climatiche possono influenzare la fenologia dell’olivo, con particolare riferimento proprio alla fioritura.

Lo studio suggerisce che, quando l'olivo viene coltivato in climi naturali con apparentemente temperature non abbastanza fredde, come quelle subtropicali, il primo effetto sulla fioritura non è la mancanza di fioritura ma la mancanza di sincronizzazione dell’apertura dei fiori. Questo è stato comune alle due cultivar di olivo studiate, "Picual" e “Arbequina”.

Inoltre, la fioritura in ogni gemma fiorale sembra essere indipendente e non più in un rapporto tra la posizione nel germoglio e l'epoca della fioritura.

Ciò ha portato all’eccessivo allungamento del periodo di fioritura osservato a Tenerife. Questa mancanza di sincronizzazione della fenologia della fioritura potrebbe portare alla mancanza di sincronizzazione della maturazione dei frutti, con impatto negativo sia sulla produttività finale che sulla qualità dell'olio.

Le curve di accumulo delle porzioni di freddo (CP) e dei gradi giorno crescenti (GDD) era molto diverso nelle località di Tenerife rispetto a Úbeda e Baena, localizzate in zone tipiche olivicole a clima mediterraneo. In particolare è stato rilevato che alle Canarie l’accumulo di freddo (CP) è stato significativo a fioritura già in corso, con notevoli disequilibri proprio nella sincronizzazione della fioritura, allungamento del periodo di fioritura e della piena fioritura. È altresì interessante notare che nessun CP è stato accumulato a Los Tomillos in nessuno dei tre anni di studio e comunque è stata osservata la fioritura. Infine, la precocità di fioritura dell’olivo nelle località di Tenerife rispetto a quelle dell'Andalusia potrebbe essere dovuta ad un GDD più elevato.

Bisogna infine considerare che la fioritura è un processo complesso influenzato da molti fattori, oltre alla temperatura dell'aria come, ad esempio, il fotoperiodo.

Cambiamenti climatici e inverni troppo miti: le possibili soluzioni per l'olivo

Una possibile strategia potrebbe essere l'ibridazione e la selezione di nuove cultivar con requisiti di basso freddo invernale. Nello studio spagnolo, per esempio, la mancanza di sincronizzazione della fioritura era un po’ più intenso in “Arbequina” che in “Picual”. Un dato da tener presente, considerando la diffusione dell’Arbequina in molte aree olivicole internazionali.

Nell'individuazione di pratiche culturali volte a mitigare la mancanza di temperature fredde, è stato suggerito che lo stress idrico possa avere un ruolo simile a quella delle basse temperature invernali per la fioritura dell’olivo. Per questo motivo sono state adottate pratiche culturali legate al deficit idrico controllato anche in altri alberi da frutto per sostituire il freddo invernale.

di R. T.