L'arca olearia
ANNO DI CARICA, ANNO DI SCARICA
E' l'annoso problema che l’olivicoltura non ha saputo risolvere. Da secoli, ormai. Ma ci sono spiegazioni per comprenderne le ragioni. L’alternanza di produzione è determinata infatti da fattori genetici e fisiologici. Può essere contenuta o accentuata attraverso le comuni pratiche agronomiche
31 gennaio 2004 | Alberto Grimelli
Lâalternanza di produzione sullâolivo non è esclusivamente determinata da fattori genetici, anche se è noto da molto tempo che esistono varietà maggiormente suscettibili al fenomeno e altre meno.
Altri fattori tuttavia giocano un ruolo non secondario sullâandamento della produzione: condizioni ambientali, tecniche agronomiche (potatura, concimazione ed irrigazione) e competizione fra diverse fasi fisiologiche e fenologiche.
Lâuomo, lâolivicoltore può attraverso le cure colturali sopra citate tentare di contenere lâalternanza di produzione oppure accentuarla.
Condizioni ambientali
Questi fattori non controllabili, quali gelate, siccità, grandinate e altro possono provocare evidentemente cali drastici nella produttività di unâannata, ma possono anche avere ripercussioni più rilevanti, che abbracciano un ventaglio di tempo più ampio. 
Il 2003 sarà ricordato come annata di scarica in molte regioni italiane non tanto perché fosse potenzialmente unâannata sfavorevole quanto perché gli oliveti sono stati colpiti da una gelata tardiva che ha âbruciatoâ buona parte della imminente fioritura, quindi il protrarsi della siccità ha compromesso definitivamente il raccolto.
Competizione tra fasi fenologiche/fisiologiche
Dalla tarda primavera fino allâinizio dellâestate si stabiliscono delle competizioni per lâacqua e gli elementi nutritivi tra sviluppo dei germogli, fioritura/allegazione dei frutti e induzione fiorale. Tutti questi processi hanno implicazioni dirette sulla produzione non solo dellâanno in corso ma anche di quello successivo.
La crescita dei germogli ha unâinfluenza indiretta. Le gemme a frutto dellâolivo si sviluppano infatti sui germogli, la lunghezza dei quali è un indice del potenziale produttivo dellâannata seguente.
Lâinduzione fiorale è un complesso meccanismo fisiologico, a controllo ormonale, attraverso cui la pianta dà inizio al processo di differenziazione della gemma, da indifferenziata a gemma a fiore. Tale processo, che si avvia nellâanno precedente a quello in cui sboccerà la gemma a fiore, ha ovviamente unâinfluenza diretta sullâentità della produzione, è ormai dimostrato che a parità di lunghezza del germoglio si sviluppano meno infiorescenze dopo un anno di carica rispetto a uno di scarica.
La fioritura e lâallegazione dei frutti sono assorbitori (sink) di elementi nutritivi molto forti e quindi possono, specialmente in caso di carenza, assimilare gran parte dei nutrienti riducendo quindi significativamente sia lâaccrescimento dei germogli sia lâinduzione fiorale, questâultima rappresentando il sink più debole dei tre. Quindi in caso di abbondante fioritura e allegazione dei frutti lo sviluppo vegetativo sarà ridotto, come pure lâinduzione fiorale, causando un significativo abbassamento della produzione per lâanno seguente.
Anche ritardare lâepoca di raccolta oltre dicembre-gennaio influisce negativamente sulla fruttificazione dellâanno seguente, sembra a causa di un controllo ormonale effettuato dai semi dei frutti.
Tecniche agronomiche
Le cure colturali che maggiormente possono incidere sul fenomeno dellâalternanza, in quanto direttamente correlate e correlabili con lo sviluppo vegetativo e la produttività sono: irrigazione, concimazione e potatura.
Lâirrigazione è un mezzo molto efficace per evitare alla pianta condizioni di eccessivo stress idrico che comportano, oltre a un blocco dellâattività di allungamento dei germogli, anche drastiche diminuzioni dellâallegagione e anche cascola eccessiva di frutti. Avere quindi a disposizione un impianto irriguo, meglio se a microportata (a goccia, a spruzzoâ¦), significa anche poter controbilanciare in maniera efficace condizioni avverse, come quelle verificatesi lâanno passato, in cui la carenza idrica si è manifestata assai prima del periodo estivo, tipicamente luglio ed agosto.
La concimazione, da eseguire annualmente, deve essere sempre equilibrata, tenendo conto della produzione dellâanno precedente, di quella attesa nellâanno in corso e del potenziale vegetativo della piante, che, come spiegato precedentemente, significa produzione nellâannata agraria successiva. Per poter operare correttamente è necessario quindi predisporre un piano di fertilizzazione accurato, che tenga anche conto delle altre tecniche agronomiche utilizzate (irrigazione, inerbimentoâ¦) e della loro intensità (potatura leggera o drastica, numero delle lavorazioni del terrenoâ¦). Operare in maniera eccessivamente empirica, lasciandosi consigliare di anno in anno dal venditore di concimi più bravo, può produrre dei disequilibri, come un rigoglio vegetativo smisurato, che può innescare o accentuare il fenomeno dellâalternanza di produzione.
Infine la potatura. 
Vorrei, prima di tutto, ricordare la frase del Morettini, padre dellâolivicoltura moderna italiana, che affermava già nel 1964 che âcon la potatura annuale non si incrementa durevolmente la produttività complessiva degli olivi e non si modifica sostanzialmente lâandamento dellâalternanzaâ. Anche gli studi più recenti indicano che il turno di potatura non influisce in maniera significativa sul fenomeno che stiamo prendendo in esame. Viceversa lâintensità di potatura può incidere notevolmente. Intervenire energicamente sulla chioma prima dellâanno di carica significa sostenere lâattività vegetativa a scapito della produttività, e assicurarsi un buon potenziale di gemme a fiore per lâannata successiva.
Si può anche pensare di indurre lâalternanza di produzione, sfruttando il fenomeno per un nostro vantaggio economico. Infatti, potando intensamente una metà dellâoliveto, senza intervenire sullâaltra, e operando alla rovescia lâanno seguente, il raccolto congiunto delle due annate sarà solo leggermente inferiore a quello ottenibile senza alternanza ma, così facendo, si risparmierà in maniera significativa sui costi di potatura. Consiglio in particolare tale pratica in ambienti non in grado di assicurare una buona produzione tutti gli anni, magari perché in presenza di ricorrenti e frequenti condizioni climatiche avverse.
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