L'arca olearia

L’olio extra vergine di oliva ha raggiunto il suo picco di prezzo

L’olio extra vergine di oliva ha raggiunto il suo picco di prezzo

Dopo il panico per le prime impressioni sulla scarsa fioritura e allegagione in Spagna, con fiammata dei listini e l’extra vergine andaluso a 6 euro/kg, le quotazioni si raffreddano

26 maggio 2023 | T N

Nelle due ultime settimane di maggio le quotazioni dell’olio extra vergine di oliva andaluso ha superato, di poco, i 6 euro/kg, mentre l’olio extra vergine di oliva nazionale ha toccato, e superato talvolta, i 7 euro/kg, anche se l’ultimo riferimento della Camera di Commercio di Bari è di 6,9 euro/kg al 23 maggio.

Una fiammata dovuta soprattutto alle prime impressioni sulla fioritura in Spagna, con il timore che si possa ripetere un’altra annata di scarica come quella di quest’anno, per di più con le giacenze al minimo storico.

C’è stata quindi una rincorsa ad accaparrarsi soprattutto le migliori partite di olio, sapendo che il trascorrere delle settimane renderà disponibili solo gli oli di peggiore qualità. Un trend che ha infiammato i listini in Spagna ma di conseguenza anche in Italia.

Nel frattempo anche i listini in Grecia e Tunisia hanno subito un aumento significativo che ha portato il poco greco ancora disponibile a 6,35 euro/kg, secondo il Borsino dell’olio di Teatro Naturale, e quello tunisino a 6,15 euro/kg.

Negli ultimi giorni, però, già si nota un’inversione di tendenza su PoolRed, con le quotazioni dell’olio spagnolo che sono tornate lievemente sotto i 6 euro/kg, con volumi però ugualmente sostenuti.

L’impressione è che i prezzi abbiano raggiunto il massimo, considerando che la quotazione dell’olio italiano ha raggiunto il punto più alto da molti anni, mentre per quello spagnolo si tratta del record assoluto.

Simili quotazioni stanno deprimendo i consumi in tutti paesi consumatori. Si tratta di una buona notizia nel breve periodo, poiché permette di dare continuità commerciale, pur con stock molto limitati. Nel lungo periodo, però, specie se si ripeterà un’altra annata di scarica, il rischio è che parte dei consumatori dirottino i loro acquisti definitivamente verso gli oli di semi.

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