L'arca olearia
Iniziano le speculazioni al ribasso sull’olio extra vergine di oliva

Dopo le fiammate delle ultime settimane si registra la prima inversione di tendenza sul mercato sia spagnolo sia italiano, con le quotazioni dell’iberico scese sotto i 4,7 euro/kg e dell’italiano sotto i 6 euro/kg
03 novembre 2022 | T N
Sebbene sia ancora presto per comprendere se è un cambio del trend del mercato o solo una battuta d’arresto a causa del ponte di Ognissanti, restano i dati che indicano, per la prima volta da molte settimane un’inversione di tendenza sulle quotazioni dell’extra vergine spagnolo e italiano.
In particolare gli ultimi contratti sulla piazza di Bari registrati presso la Camera di Commercio indicano una quotazione sotto i 6 euro/kg, dopo aver raggiunto anche i 6,2 euro/kg alla fine di ottobre. Si tratta di scambi per ridotte quantità che potrebbero indicare sia un nuovo trend sia la volontà di innescare una speculazione al ribasso.
E’ noto da tempo che la GDO sta spingendo perché i prezzi dell’olio extra vergine di oliva a scaffale non aumentino in maniera significativa, restando sotto i 5 euro/litro per l’olio comunitario e sotto i 7 euro/litro per quello italiano.
Ovviamente questo contrasta con le previsioni di produzioni, particolarmente basse per tutto il bacino del Mediterraneo, ma anche con i costi di produzione in aumento.
Anche in Spagna, proprio in concomitanza con i ribassi delle quotazioni nazionali, si sono registrate le prime flessioni dei prezzi, sotto i 4,7 euro/kg. C’è da dire che i volumi scambiati sono circa un decimo rispetto alle normali.
La settimana di Ognissanti è quindi stato il momento ideale per innescare un tentativo di speculazione al ribasso, sfruttando anche le primissime indicazioni sulle rese, che paiono tendenzialmente favorevoli sia in Spagna che in Italia.
Nel frattempo, non si registrano ancora significative ripercussioni sul mercato delle olive nazionali con le quotazioni che rimangono di 70-75 euro/quintale nell’area del foggiano e di 80-85 euro/quintale nel barese, con livelli più alti, senza però raggiungere i 100 euro/quintale, per le varietà del centro Italia.
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