L'arca olearia

Il documento dell’Unione europea su MOSH e MOAH nell’olio di oliva che allerta la filiera olivicolo-olearia

Il documento dell’Unione europea su MOSH e MOAH nell’olio di oliva che allerta la filiera olivicolo-olearia

Stavolta l’Unione europea pare aver fatto il passo più lungo della gamba approvando un documento che traccia la linea di nuovi limiti per la presenza di MOSH o MOAH anche nell’olio di oliva ma mancano ancora metodi analitici certi e il parere dell’Efsa

29 luglio 2022 | T N

Le associazioni di consumatori tedeschi, e più in generale del Nord Europa, hanno messo sotto accusa MOSH e MOAH, idrocarburi che potenzialmente hanno effetti pericolosi sulla salute, anche potendo essere cancerogeni.

La questione non è nuova visto che l’Efsa, ovvero la principale autorità europea sulla sicurezza alimentare, è intervenuta più volte sull’argomento.

I pareri dell’Efsa sulle contaminazioni da MOSH e MOAH

Sono due i pareri dell’Efsa sui MOSH e MOAH

Uno articolato (Scientific Opinion) del 2012 e poi un intervento più breve (Rapid Risk Assestment) nel 2019.

Nel 2012 si diceva che “le principali fonti di MOH negli alimenti sono gli imballaggi e gli additivi alimentari, i coadiuvanti tecnologici e i lubrificanti. L'esposizione stimata al MOSH variava da 0,03 a 0,3 mg/kg di peso corporeo al giorno, con un'esposizione più elevata nei bambini. I MOSH da C16 a C35 possono accumularsi e causare microgranulomi in diversi tessuti, tra cui linfonodi, milza e fegato. I microgranulomi epatici associati a infiammazione nei ratti Fischer 344 sono stati considerati l'effetto critico. Il livello senza effetti avversi osservati per l'induzione di microgranulomi epatici da parte del MOSH più potente, 19 mg/kg di peso corporeo al giorno, è stato usato come punto di riferimento per calcolare i margini di esposizione (MOE) per l'esposizione di fondo al MOSH. I MOE variavano da 59 a 680. Pertanto, l'esposizione di fondo al MOSH attraverso gli alimenti in Europa è stata considerata potenzialmente preoccupante. I MOAH di origine alimentare con tre o più anelli aromatici, non o semplicemente alchilati, possono essere mutageni e cancerogeni e quindi potenzialmente preoccupanti. La revisione dell'attuale dose giornaliera accettabile per alcuni MOSH di origine alimentare è giustificata sulla base di nuove informazioni tossicologiche.

Nel 2019 l’Efsa spiegava che “il parere del giugno 2012 sugli idrocarburi di oli minerali ha individuato una potenziale preoccupazione per la salute legata alla presenza di questi composti nei MOAH. Per la valutazione attuale, l'EFSA ha ricevuto solo dati di presenza limitati da due Stati membri (Austria e Germania), oltre ai dati pubblicati da Foodwatch e ai dati di Specialised Nutrition Europe. Sono state osservate diverse frequenze di livelli quantificabili di MOAH, che vanno dal 50% di rilevamento nei campioni analizzati da Foodwatch all'assenza di rilevamento nei tre campioni analizzati dalle autorità tedesche. I livelli quantificati di MOAH erano compresi nell'intervallo 0,2-3 mg/kg. A causa della complessità dei metodi analitici, vi è incertezza sui livelli riportati che sono stati utilizzati per stimare l'esposizione a MOAH per i neonati e i bambini. Per i neonati sono stati stimati livelli più elevati, compresi tra 0,8 e 44,6 e tra 1,7 e 78,8 μg/kg di peso corporeo al giorno, rispettivamente per la media e il 95° percentile di esposizione.

A seguito delle pressioni ricevute, la Commissione europea ha deciso di far elaborare all’Efsa un nuovo Scientific Opinion su MOSH e MOAH. L’iter è iniziato a febbraio 2021 e dovrebbe concludersi entro la fine del 2022.

Nonostante questo la Commissione europea ha deciso di intervenire prima che le conclusioni dell’Efsa fossero rese pubbliche.

Il documento su MOSH e MOAH della Direzione Generale Salute della Commissione europea dell’aprile 2022

Nel corso di una riunione, nell’aprile 2022, del Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed, la Commissione europea ha resi noti quali potrebbero essere i potenziali limiti di MOSH e MOAH negli alimenti in un prossimo regolamento comunitario.

Vi si legge: “per garantire un approccio applicativo uniforme in tutta l'Ue, gli Stati membri hanno deciso di ritirare e, se necessario, richiamare dal mercato i prodotti dal mercato, quando la somma delle concentrazioni di MOAH negli alimenti è pari o superiore ai seguenti valori massimi (LOQ):

0,5 mg/kg per gli alimenti secchi a basso contenuto di grassi/olio (≤ 4% di grassi/olio)

1 mg/kg per alimenti con un contenuto di grassi/oli più elevato (> 4% di grassi/oli).

2 mg/kg per grassi/oli

L'analisi e il campionamento devono essere effettuati secondo le disposizioni del Regolamento (CE) n. 333/2007

MOSH e MOAH sono un problema per l’olio di oliva italiano?

Sebbene poco condiviso e senza che sia ancora stato divulgato il parere Efsa, è necessario prendere in seria considerazione il limite indicato dalla Direzione generale Salute della Commissione europea: 2 mg/kg per l’olio di oliva.

Potenzialmente potrebbe essere un problema visto che i pochissimi studi che hanno monitorato i livelli di MOSH e MOAH negli oli di oliva, come esposti durante il convegno InnovHub della Camera di Commercio di Milano del 26 luglio scorso, danno range di valori molto ampi, da 1 a 15 mg/kg per uno studio del 2018 e 0,3-6,8 mg/kg per invece un’indagine più recente del 2021.

Il problema del metodo di analisi di MOSH e MOAH

Nel 2017 è stata pubblicata la norma UNI EN 16995:2017 sulla determinazione di idrocarburi saturi (MOSH) e idrocarburi aromatici (MOAH), derivanti da olio minerale, mediante analisi HPLC-GC-FID in linea. Il problema, si fa per dire è che il metodo UNI EN 16995 ha un limite di applicabilità di 10 mg/kg. Sotto questa soglia, quindi, i dati non sono più attendibili.

E’ questa la ragione per cui nessun limite ufficiale è stato stabilito dall'Ue: manca un metodo analitico validato e condiviso, altamente sensibile, realmente discriminante per i livelli di MOSH e MOAH richiesti dai consumatori.

E’ questa la ragione per cui la Commissione Agroalimentare - UNI GL18 Oli e grassi animali e vegetali e loro sottoprodotti, semi e frutti oleaginosi, nel corso di una recentissima riunione, ha concluso: “Sulla base del materiale di base analizzato e da tutto il gruppo di lavoro sperimentale sviluppato attorno a questo argomento, i LOQ dei metodi testati e disponibili per i laboratori che significano eseguire la valutazione di MOSH e MOAH, sono superiori all'effettivo limite nord europeo richiesto in oli vegetali”.

Siamo all’assurdo che la Commissione europea ha stabilito, pur in un documento interno, limiti ben al di sotto di quelli rilevabili dal metodo analitico oggi ufficiale. Una schizofrenia politica, dettata sicuramente dalle pressioni dei consumatori del nord Europa, a cui occorre però mettere un freno.

Non è ancora tempo di allarmi, ma sicuramente di attenzione e monitoraggio sulla questione.

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