L'arca olearia 24/06/2022

Allarme fioritura e allegagione negli oliveti italiani: la parola agli olivicoltori

Allarme fioritura e allegagione negli oliveti italiani: la parola agli olivicoltori

C’è già chi annuncia che la prossima campagna olearia sarà molto scarsa per l’Italia perché le ondate di calore e la siccità hanno compromesso fioritura e allegagione. Un giro dell’Italia olivicola per capire cosa è successo


Se non le campane a lutto, risuonano le sirene di allarme tra gli operatori per una campagna olearia che, fin dalle premesse, appare compromessa.

Ondate di calore e siccità, ovvero la narrazione imperante sui media, avrebbero seccato i fiori e i piccoli nascenti frutti, con la conseguenza che per la prossima campagna ci sarebbe ben poco olio nazionale.

E’ proprio vero?

La situazione, parlando con gli olivicoltori italiani, appare molto complessa e frastagliata, con oliveti in pianura e in collina che hanno sorti diverse, così come spostamenti di pochi chilometri possono fare la differenza tra una carica scarsa e una abbondante.

Più che stime, ora, si può parlare di tendenze. Ad eccezione del barese e della zona di Barletta-Andria-Trani, la situazione non appare così drammatica, anche se serpeggia comunque la preoccupazione perché l’estate sarà lunga e le temperature promettono di essere alte mentre non si profilano piogge utili all’orizzonte.

Il giro dell’Italia olivicola che vi proponiamo è parziale, uno spaccato delle molte interviste fatte con i produttori nazionali. Non è esaustivo ma offre indicazioni preziose, mettendo anche a nudo sentimenti di chi, a causa del clima impazzito, si gioca la stagione.

Cominciamo dunque con l’area più problematica: la Puglia, in particolare l’areale più produttivo del barese e della Bat. “E’ un dramma – afferma Giuseppe Ciccolella dell’omonima azienda – è andata male la fioritura a causa di un marzo troppo freddo. Mentre l’allegagione è stata buona ma dimezziamo le quantità rispetto all’anno scorso. Ed è una previsione ottimistica. Nelle aree di Ruvo e Corato la situazione è ancora più complicata. Poi c’è il problema dell’irrigazione, con un’annata di scarica o mezza carica, e i costi saliti alle stelle. Quanti irrigheranno a questi prezzi?” A far da eco a Giuseppe è Maria Francesca Di Martino dell’azienda Schinosa: “Cerco di essere sempre ottimista ma stavolta è dura. Sarà un’annata molto scarsa dopo una campagna, quella precedente, che è stata la più bella che io ricordi. Avrò il 30% dell’anno scorso, se va bene. Il clima primaverile è stato troppo altalenante tra caldo e freddo.”

Non in tutta la Puglia, però, la situazione appare compromessa, nel foggiano si sorride. “La fioritura è stata molto buona e abbondante. Probabilmente non ha allegato quanto ci saremmo aspettati ma le alte temperature di maggio ci hanno un po’ penalizzato – ha spiegato Lidia Antonacci di Mio Padre è un Albero – Le parti più alte stanno meglio di quelle pianeggianti. Abbiamo avuto anche qualche pioggia a maggio. Non posso lamentarmi. Mi aspetto una campagna nella media.”

Spostandoci in Calabria si naviga tra un cauto ottimismo e la paura per il prossimo futuro. “E’ stata una fioritura top, anche se l’allegagione è stata più scarsa del previsto per le alte temperature – ci illustra Antonio Fazari della Olearia San Giorgio – Sarà una campagna simile a due anni fa, se va tutto bene. Ci aspettiamo temperature torride nei prossimi giorni ma un po’ di scorta di acqua i terreni l’hanno ancora. Ora c’è da arrivare a ottobre…”

Pare un mantra quello degli olivicoltori, che temono un’estate bollente. In Sicilia, nei giorni passati, le temperature hanno superato i 40 gradi. “Purtroppo le temperature sono state molto alte anche in fioritura, con picchi di 36-37 gradi – ci spiega Mario Terrasi di Oleum Sicilia – era una fioritura spettacolare ma l’allegagione è stata in parte compromessa. Allo stato attuale mi aspetto una campagna olearia con un – 20% rispetto alla scorsa campagna. Per fortuna abbiamo avuto un inverno piovoso, i terreni sono ancora umidi e le piante stanno reggendo bene il caldo.”

Spostandoci sull’altro versante, in Abruzzo, la situazione pare favorire le cultivar autoctone: “direi che se l’estate procede regolarmente la produzione sarà al livello dello scorso anno – confida Claudio Di Mercurio di Frantoio Hermes – la Dritta ha avuto ottima fioritura e allegagione. La Leccino molto meno. Sarà una doppia annata di carica per la Dritta, anche se so di problemi nelle zone più esposte a sud e assolate. Però qualche pioggia a giugno ci ha aiutato.”

Spostandoci un poco più a nord, nelle Marche, parliamo con Francesca Petrini dell’omonima Fattoria: “non possiamo troppo lamentarci. Buona fioritura ma allegagione solo discreta. Ci sono zone però nelle Marche molto più compromesse. E siamo molto preoccupati per la mancanza di pioggia. E’ asciutto da molto tempo e già si vede la prima cascola. Se il meteo ci viene in soccorso sarà un’annata nella media o lievemente sotto media.”

Un salto ora fino in Sardegna dove le piogge primaverili hanno aiutato, anche in fioritura. “Abbiamo una situazione sovrapponibile a quella dello scorso anno – annuncia Antonello Fois di Accademia Olearia – Siamo al 70% di un’annata normale, con la Bosana, mentre la Nera di Oliena ha avuto più problemi. Abbiamo ora temperature molto elevate, sui 38 gradi, e speriamo in qualche pioggia.”

Dalla Sardegna di mare e sole fino alla distesa verde dell’Umbria. E’ Francesco Gradassi dell’azienda Marfuga a guidarci nel tour: “il caldo sta mettendo alla prova gli olivi. A 400-500 metri di altitudine c’è stata maggiore escursione termica e si nota, la percentuale di allegagione è stata più alta. Lo stesso per gli oliveti più ombreggiati. In generale in Umbria avremo il 60-70% di una stagione normale, con l’area Assisi-Spoleto che avrà un po’ meno di quella dei Colli Martani. Ma la stagione è ancora lunga.”

Spostandoci a sud, nel Lazio, la situazione appare abbastanza buona. “La fioritura è stata ovunque molto abbondante. Il freddo venuto in primavera ha aiutato. Certo l’ondata di calore ha creato qualche problema di allegagione ma molto più, su Itrana, ha fatto la raccolta ritardata a marzo per le olive nere- ci spiega Cosmo di Russo dell’omonima azienda – Per il momento, anche in pianura, le piante sono in pieno rigoglio vegetativo, quindi acqua ne hanno. Si spera in una carica nella media.”

Anche in Toscana c’è un cauto ottimismo, non senza preoccupazione per temperature e siccità. “La fioritura è stata stupenda. Non possiamo lamentarci troppo neanche dell’allegagione – ci dice Giuditta Tyskiewicz de La Ranocchiaia - Ora le olive hanno la dimensione di un grano di pepe e un po’ di preoccupazione c’è perché il sole è già molto caldo sin dalla prima mattina. Ormai speriamo solo nella pioggia.”

Se non fosse per Bari e la Bat, che però valgono la metà dell'olio nazionale, la situazione apparirebbe, allo stato attuale, piuttosto rosea. Certo... c'è da arrivare a ottobre.

di T N

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