L'arca olearia
Ritmo sostenuto per le vendite di olio extra vergine di oliva italiano ad aprile

Le scorte si riducono di 11 mila tonnellate ad aprile ma restano ben oltre le 100 mila. Le giacenze condizioneranno le prossime quotazioni. In stallo la commercializzazione di olio biologico e Dop/Igp
13 maggio 2022 | T N
Ci sono buone notizie per l’olivicoltura italiana ad aprile. La guerra non sembra aver influenzato negativamente le vendite di olio extra vergine di oliva italiano che sono rimaste sostenute anche ad aprile con 11 mila tonnellate commercializzate, ben più della media di 8-9 mila tonnellate degli ultimi anni.
Le scorte nazionali così calano a 138 mila tonnellate, un livello comunque alto e che proietta l’Italia verso depositi di 80-90 mila tonnellate a fine campagna olearia. Si tratta di livelli sensibili, anche se molto probabilmente sotto la soglia psicologica delle 100 mila tonnellate. Un simile livello di giacenze, unitamente al contesto internazionale, con stock alti in Spagna, probabilmente manterrà stabili le quotazioni all’ingrosso, con prospettive che dipendono molto dalle previsioni sulla prossima campagna, al momento molto incerte.
Ad oggi le giacenze più elevate di olio nazionale sono concentrate in Puglia (71 mila tonnellate), Calabria (quasi 14 mila) e Sicilia (11 mila). Insieme queste tre Regioni rappresentano il 70% dello stock nazionale di olio di oliva. Quote residuali ormai in molte Regioni come le Marche e il Molise, con meno di 500 tonnellate a testa ma anche Basilicata e Sardegna, con poco più di 1000 tonnellate cadauna.
La novità del mese è certamente rappresentata dalle difficoltà di vendita per gli oli a denominazione di origine, con vendite per meno di 2 mila tonnellate, e del biologico, con un commercializzato da 3 mila tonnellate.
Note ormai da anni le difficoltà commerciali del biologico, che ha ancora stock per oltre 30 mila tonnellate e una prospettiva di arrivare a inizio campagna olearia con 20 mila tonnellate di olio vecchio, preoccupa la dinamica degli oli Dop/Igp, negli anni e mesi scorsi, traino del mercato, che invece subiscono una battuta d’arresto. Ad aver subito una brusca decelerata in particolare la Sicilia che ha venduto solo 400 tonnellate di oli Dop/Igp ad aprile, contro le oltre 1000 pugliesi.
Nel complesso la situazione appare fluida e può essere destinata a cambiare rapidamente appena, a giugno, vi saranno le prime proiezioni sulla prossima campagna olearia in Italia e in Spagna.
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