L'arca olearia
Si ferma la corsa al ribasso del prezzo dell'olio di oliva italiano
Dopo settimane di follia, i listini sembrano stabilizzarsi ma a livelli inferiori al costo di produzione. Anche le quotazioni delle olive scendono al minimo storico degli ultimi anni
10 dicembre 2021 | T N
La campagna olearia in Puglia sta procedendo normalmente, con rese che si sono finalmente stabilizzate su valori più usuali per il periodo, anche se comunque lievemente inferiori alla media quinquennale.
Le previsioni di produzione, probabilmente, dovranno essere riviste in lieve ribasso, proprio in virtù delle rese al frantoio sotto le aspettative.
In un quadro di raccolta ritardata e non così abbondante, le quotazioni dell'olio italiano si sono abbassate sensibilmente, in media del 10-15% rispetto all'estate, in netta controtendenza rispetto alla Spagna dove invece le quotazioni sono salite, anche se solo di qualche centesimo.
Oggi in Italia l'olio extra vergine di oliva di qualità premium viene quotato 4,3-4,5 euro/kg, mentre l'olio iberico 3,5-3,6 euro/kg. Prezzi inferiori di 15-30 centesimi invece per lo standard più commerciale.
La differenza tra Italia e Spagna, con dinamiche tanto diverse, si spiega con l'approccio al mercato che hanno avuto i frantoi e le cooperative nei due Paesi a fronte dell'atteggiamento commerciale oltraggiosamente aggressivo avuto da commercianti e mediatori nei mesi di ottobre e dicembre.
In Italia, come in Spagna, c'è stato molto movimento dei referenti di grandi marchi “italiani” per acquistare partite importanti di olio a prezzi improponibili, più bassi di 50-70 centesimi rispetto ai listini ufficiali. Offerte per acquisto a 3,5 euro/kg in Italia e 2,7-2,8 euro/kg in Spagna sono state sistematiche e sistematizzate, soprattutto allo scopo di garantirsi l'approvvigionamento per le offerte speciali a scaffale nel 2022 a 2,99 euro/litro per l'olio comunitario e 3,99 euro/litro per l'italiano.
La differenza tra i due Paesi è che in Spagna, a fronte del cartello fatto dagli acquirenti, vi è stato un altrettanto forte cartello dei venditori, con il risultato che, a parte qualche isolata partita, le dinamiche sono rimaste nel binario di una stabilità o lieve incremento dei prezzi. In Italia, invece, si è scatenato il panico e le vendite a 3,5-3,6 euro/kg non sono state così insignificanti in volume e tali da spingere il mercato a un ribasso generalizzato, non solo dell'olio ma anche delle olive.
Dopo che il mese di ottobre si è contraddistinto per quotazioni elevate, dagli 80 ai 100 euro/quintale per olive pugliesi, le cifre sono rapidamente scese da novembre, appena hanno cominciato a lavorare a pieno regime i frantoi della Regione, portandosi sui 40-55 euro/quintale a seconda della varietà, con la Coratina che spunta prezzi più elevati, la zona geografica, con il foggiano che ha pagato il dazio di una disorganizzazione dell'offerta, e della qualità agronomica, con le olive da impianti irrigui che hanno spuntato prezzi generalmente migliori.
Nel complesso l'Italia olivicolo-olearia sconta una scarsa organizzazione dell'offerta, sia di olio sia di olive, con il risultato di essere più facilmente preda di speculazioni che stanno diventando però sempre più frequenti e sistematiche.
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