L'arca olearia

L'evoluzione del tripide dell'olivo negli areali calabresi

L'insetto ha dato luogo a massicce infestazioni lungo tutta la costa jonica regionale nell’ultimo triennio, con danno diretto sulle drupe colpite disseccate non sono più utilizzabili per l’estrazione dell’olio

27 novembre 2020 | Noemi Cirillo

L’olivicoltura, in Calabria, è da sempre uno dei principali settori produttivi con circa 500 cultivar, di cui sono note le 3 DOP e una IGP.

Il ricorso sistematico all’impiego di fitofarmaci e i cambiamenti climatici in atto, sono noti come le principali cause scatenanti l’alterazione degli equilibri biologici delle specie fitofaghe e non all’interno di agroecosistemi complessi tra cui l’oliveto.

Lo studio condotto nel corso del 2019 ha avuto come obiettivo quello di investigare sulle relazioni evolutive del fitofago Liothrips oleae (Costa) in Calabria, attraverso l’ausilio di metodologie molecolari e in seguito alle massicce infestazioni verificatesi lungo tutta la costa jonica regionale nell’ultimo triennio, in quanto il danno diretto sulle drupe colpite disseccate non sono più utilizzabili per l’estrazione dell’olio provocando ingenti perdite di produzione. La specie, nota come fitofago secondario è da sempre nota per le sue basse densità di popolazione che non hanno mai richiesto interventi ad hoc per il suo contenimento e di conseguenza studi approfonditi. La conoscenza del ciclo biologico e l’identificazione genetica della specie, possono essere degli strumenti idonei al fine di attuare le migliori strategie di difesa sostenibili sotto il profilo economico e ambientale.

Il primo step della ricerca è stato il recupero degli esemplari tramite l’utilizzo di trappole cromotropiche  di colore blu (specifiche per i Tisanotteri) (Fig.3, fig. 4), situate in pieno campo nei mesi di Aprile, Maggio e Giugno site in due differenti località per ogni provincia calabrese, unica eccezione la provincia di Reggio Calabria in cui sono stati monitori 4 località differenti, 2 per il litorale jonico e 2 per il litorale tirrenico. Alcune trappole sono state collocate anche in alcuni areali olivicoli della Sicilia, al fine di recuperare materiale da un territorio geograficamente isolato e al momento non interessato dalle massicce infestazioni del fitofago ed utile quindi ad un valido confronto genetico delle popolazioni della specie.

Sulla base di queste considerazioni, le analisi condotte hanno permesso di accertare innanzitutto delle densità di popolazioni della specie differenti lungo i due litorali costieri (jonico e tirrenico), le quali sono risultate particolarmente basse lungo i siti di campionamento esposti sul mare Tirreno.

I risultati relativi alla prima caratterizzazione molecolare di L. oleae, dove avvalendosi degli studi e strumenti noti per l’identificazione genetica  dei Tisanotteri attraverso lo studio di tre regioni genetiche codificanti cytochrome c oxidase I (COI), internal transcribed spacer 2 (ITS2), 28S ribosomal DNA (28S), è emersa l’esistenza dei tre differenti gruppi genetici (Fig.5); tali differenze sono particolarmente evidenti nella regione mitocondriale COI e ribosomiale ITS2, mentre la regione genetica 28S si conferma come il sito maggiormente conservato nelle diverse popolazioni di tripide collezionate negli areali calabresi.   Il presente lavoro rappresenta un importante contributo per la Tisanotterofauna europea ed in particolare per le regioni geografiche (bacino del Mediterraneo) accomunate dagli stessi sistemi olivicoli e dalla stessa entomofauna, poiché per la prima volta sono state ottenute delle sequenze geniche per il genere Liothrips sp. Sono in corso studi di approfondimento per fornire nuove informazioni legate alla biologia e filogenesi della specie.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

L'agricoltura biologica aumenta il contenuto fenolico dell'olio di oliva

Sia le pratiche agronomiche che le cultivar possono influenzare notevolmente le proprietà chimiche e nutrizionali dell'olio di oliva vergine extra, con l'agricoltura biologica che potenzia la concentrazione di oleocantale e oleaceina. 

15 luglio 2025 | 16:00

L'arca olearia

Il presente e il futuro delle olive dolci, pronte all'uso e alla cucina

Osservate differenze significative nel peso, nella lunghezza e nella larghezza dei frutti in base sia alla cultivar di olivo che all'anno. La composizione fenolica delle cultivar di olive è stata significativamente influenzata sia dalla varietà che dall'anno di raccolta

14 luglio 2025 | 16:00

L'arca olearia

La vera efficacia di Acetamiprid e Flupyradifurone contro la mosca dell’olivo

I dubbi sulla reale efficacia dei nuovi neonicotinoidi contro la mosca dell’olivo è sempre più presente. Ecco un test di efficacia condotto negli Stati Uniti con Acetamiprid e Flupyradifurone

14 luglio 2025 | 14:00

L'arca olearia

La moderna differenziazione dell'olio di oliva è superata: torniamo a quella degli Antichi Romani

Abbiamo perso quella che era una migliore classificazione dell’olio di qualità fatta duemila anni fa: Oleum ex albis ulivis e Oleum viride, oggi ricompresi nell’unica categoria dell’olio extra vergine.  E l'Alta Qualità?

11 luglio 2025 | 18:00 | Alessandro Vujovic

L'arca olearia

La varietà di olivo Arbequina è più produttiva della Coratina? Non sempre, ecco perché

La sommatoria termica, ovvero i gradi giorno di temperatura, influenzano relativamente la crescita dei germogli di olivo mentre il carico produttivo ha mostrato un'influenza negativa sull'allungamento. In questo il comportamento di Coratina e Arbequina è molto diverso

11 luglio 2025 | 17:00

L'arca olearia

Comportamento dello smorzamento dell’olivo sotto scuotimento del tronco

La ricerca sul fabbisogno energetico degli scuotitori per olivi ha dimostrato una notevole differenza tra le previsioni teoriche e l'energia effettivamente necessaria. L'ottimizzazione dell'altezza di attacco durante la raccolta meccanica può migliorare l'efficienza energetica e ridurre al minimo i danni

11 luglio 2025 | 16:00