L'arca olearia
Una fotografia in chiaroscuro per l'olivicoltura italiana biologica
Se l'Italia è la leader assoluta nel Vecchio Continente nell'olivicoltura organica, la crescita dei consumi nella Grande Distribuzione degli ultimi dieci anni non ha portato con sé una vera valorizzazione del prodotto, con i prezzi al consumo fermi da troppo tempo
26 giugno 2020 | T N
L’Italia è al secondo posto fra le superfici bio olivicole al mondo con 235.741 ettari (26,70% della superficie mondiale a olivo bio), alle spalle della Tunisia (254.411 ettari) e davanti a Spagna (195.114 ha) e Turchia (81.586 ha), secondo i dati Ismea-Sinab.
Da notare per l'Italia che l'olivicoltura rappresenta ben il 12% di tutta la superficie agricola utilizzabile biologica, con le regioni del nord a farla da padrone.
Più del 20%, precisamente il 23,3% dell'olivicoltura nazionale, è biologica con punte molto più alte nel nord, con regioni come il Piemonte dove sfiora il 75%. Anche Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Lombardia e Friuli Venezia Giulia superano la media nazionale, mentre al sud appena sopra la media la Basilicata, con Sicilia e soprattutto Calabria che si confermano le regine dell'olivicoltura biologica.
Quasi la metà dei frantoi italiani ha una linea bio o comunque si è attrezzato per produrre biologico.

Da notare che la produzione biologica in Italia, in volume è pari a 40 mila tonnellate (incidenza 9%) ma in valore vale quasi 240 milioni di euro (incidenza 14,7%), con quindi una quotazione media da 4,16 euro nel 2018.
Se guardiamo al fronte consumi impossibile non rilevare la crescita delle vendite nella Grande Distribuzione è aumentata del 200% negli ultimi dieci anni, con un incremento dell'11% nei mesi di marzo-maggio 2020 (ovvero durante il lockdown) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il consumo di olio bio si concentra soprattutto nel nord est e nel nord ovest, con il 68% del totale, mentre è marginale in consumo al sud (9%).
Le vendite di olio extra vergine di oliva biologico si confermano appannaggio della Grande Distribuzione con il 79% del mercato concentrato in Iper e Super, che erodono quote ai negozi e ai discount.
Dopo aver toccato il minimo nel 2015, il differenziale di prezzo tra olio biologico e non biologico si è attestato sempre oltre il 30% negli ultimi 10 anni, in sei dei quali è stato addirittura sopra il 40%. Un dato che si riflette sui prezzi al consumo. Nel 2019, con prezzi media a scaffale di 7,5 euro/litro per il bio, il differenziale con l'olio convenzionale è stato del 66%, contro un differenziale del 42% alla produzione.
Resta però il dato preoccupante complessivo di una pericolosa stabilità dei prezzi al consumo rimasti fermi intorno agli 9 euro/litro dal 2009, con la sola eccezione del 2015 quando hanno sfiorato i 10 euro/litro.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Composizione dell'olio d'oliva in funzione della nutrizione delle piante di azoto, fosforo e potassio
La composizione dell'olio è stata significativamente influenzata dai livelli di fosforo e azoto, mentre i livelli di potassio hanno avuto solo un effetto minore. Gli effetti sommari sulla resa e la composizione dell'olio dovrebbero essere considerati
22 dicembre 2025 | 11:00
L'arca olearia
Bag-in-box: il miglior mondo per preservare l'olio extravergine di oliva a casa
L'imballaggio bag-in-box ha meglio conservato il profilo fenolico dell'olio extravergine di oliva rispetto all'acciaio inossidabile. Collegata l'amarezza con l'oleuropeina e l'oleaceina, la pungenza con l'oleocantale e l'astringenza con oleaceina e oleocantale
21 dicembre 2025 | 12:00
L'arca olearia
Quali progressi contro Xylella fastidiosa?
Ancora poche speranze di cura, ma sperimentazioni in corso su soluzioni di biocontrollo come i batteri endemici xilemici, i peptidi bioattivi e i cocktail di microrganismi. Valutazioni su olivi meno sensibili a Xylella fastidiosa
21 dicembre 2025 | 10:00
L'arca olearia
Una campagna olearia più povera del previsto e forte incertezza sul mercato dell’olio di oliva
Si cominciano a ridimensionare i numeri della campagna olearia 2025/26. Le rese più basse fanno temere una produzione da non più di 1,3 milioni di tonnellate in Spagna, mentre la Grecia potrebbe scendere sotto le 200 mila tonnellate. In Tunisia previste non più di 450 mila tonnellate. Gli operatori alla finestra
19 dicembre 2025 | 16:00 | Alberto Grimelli, Marcello Scoccia
L'arca olearia
L'effetto della selenite di sodio sulla produttività dell'olivo e sulla biofortificazione e qualità dell'olio extravergine di oliva
Il selenio si distingue come particolarmente importante per la salute umana grazie alla sua capacità di migliorare l'azione antiossidante ma può anche migliorare l'adattamento degli olivi agli eventi climatici estremi
19 dicembre 2025 | 15:00
L'arca olearia
L'effetto degli squilibri nutrizionali di azoto e potassio sulla verticilliosi dell'olivo
Le osservazioni sul campo rivelano che l'eccesso di azoto o gli squilibri di azoto-potassici favoriscono le epidemie di verticilliosi dell'olivo. Effetti diversi a seconda della forma di azoto, nitrica o ammoniacale
19 dicembre 2025 | 14:00