L'arca olearia

ENTRA IN SCENA "OLIO CAPITALE". CONCRETE OPPORTUNITA' VENGONO DALL'EST EUROPEO. LA SVOLTA E' POSSIBILE SOLO OFFRENDO UNA ADEGUATA VISIBILITA' ALLE AZIENDE

Secondo il presidente di Fiera Trieste, Fulvio Bronzi, oggi è possibile concepire solo degli eventi business oriented. Le imprese hanno bisogno di sviluppare contatti utili a migliorare le proprie performance commerciali. Da qui una serie di appuntamenti dedicati a buyer, ristoratori e commercianti

24 marzo 2007 | Carlotta Baltini Roversi

Trieste è città mitteleuropea e multietnica, importante punto di riferimento verso il Nord Est e l'Oriente Europeo, tradizionale area di scambio, "fortemente integrata ed in grado di collocarsi in un più ampio sistema europeo" come opportunamente sostiene il presidente di Fiera Trieste Fulvio Bronzi. Lo abbiamo incontrato per un'intervista, a motivo di un evento, legato all'olio extra vergine di oliva di qualità e tipico, che si preannuncia di grande attrattiva per il settore.



Una fiera monotematica, espressamente dedicata agli oli extra vergine d’oliva in Friuli Venezia Giulia, a Trieste? Non le sembra una scelta inconsueta e un po’ azzardata, fuori dal comune?
Inconsueta e fuori dal comune sicuramente sì, ma non certo azzardata. Trieste non è una piazza da sottovalutare, ha un ruolo chiave e determinante per un’utile ed efficace apertura verso i Paesi dell’Est. Non siamo una regione estranea alla cultura dell’olivo e dell’olio. Da noi la pianta è presente ormai da molti secoli e abbiamo la chiara consapevolezza di quanto sia importante, per un’alimentazione sana, l’olio che si ricava dalle olive. Notiamo tra l’altro un certo fermento, una voglia di approfondire il prodotto olio di oliva con le sue peculiarità organolettiche e nutrizionali. Fiera Trieste ha percepito tutte queste attenzioni e le fa proprie. Per questo sono lieto di offrire una adeguata visibilità a tutte le aziende olearie italiane d’eccellenza, soprattutto quelle più attive, dotate di un solido e robusto spirito imprenditoriale. Per questo abbiamo pensato di creare uno spazio per le aziende interessate a consolidarsi o a farsi strada nei mercati, importanti e recettivi sia del Nord Italia che delle vicine Austria e Germania, senza dimenticare i nuovi Paesi dell’Est europeo, con i quali intratteniamo ottimi rapporti già da molti anni. Per noi, “Olio Capitale” non è affatto un azzardo, ma una sfida di cui siamo tanto orgogliosi e che – le confesso – credo sia da considerare già vinta. Non vedo infatti altra strada, per il nostro Paese, se non quello dell’alta qualità e della tipicità. Valori, questi, che hanno bisogno di uno spazio il più vicino possibile ai mercati potenzialmente più interessanti, sensibili e promettenti.

“Olio Capitale” è dunque una nuova creatura per l’Ente Fiera che lei presiede. Ecco, con quale spirito esattamente ha deciso di affrontate questo nuovo impegno, ma, soprattutto, quali sono gli obiettivi che vi date?
Si tratta di un solo obiettivo, in realtà. Uno e soltanto uno: creare un evento che soddisfi i nostri espositori, uno spazio in cui possano sviluppare contatti interessanti e migliorare le loro performance commerciali. In tutto ciò, vengono come conseguenza gli altri obiettivi. Il successo di un’impresa lo consideriamo molto importante, lo si misura in termini di guadagni e di fatturati, e noi ci stiamo impegnando attivamente affinché “Olio Capitale” possa offrire le condizioni per conseguire tale successo. Il nostro spirito, dunque, è sicuramente business oriented, senza con ciò trascurare gli aspetti segnatamente tecnici e culturali, quelli che faranno da contorno all’intera manifestazione, arricchendola e aiutando il formarsi di una corretta cultura oliandola. “Olio Capitale” non vuole assolutamente essere una manifestazione fieristica fine a se stessa. Ha scelto l’olio extra vergine di oliva di qualità e tipico e lo ha eletto a capitale, ponendolo al centro di ogni possibile attenzione. E’ l’olio il fulcro e il protagonista assoluto.



Ha parlato di cultura oliandola. Ecco, quanto ritiene che l’ignoranza, circa la conoscenza degli extra vergini, penalizzi poi il settore?
Moltissimo. Occorrerebbe maggiore pubblicità verso questo tipo di settore. E proprio una manifestazione come quella organizzata da Fiera Trieste ha tra gli obiettivi quello di far conoscere meglio l’olio e far capire che non tutti gli extra vergini sono uguali e che la qualità e la tipicità hanno un valore; non solo, vorremmo far capire che la salvaguardia delle nostre tradizioni e dei nostri alimenti rappresenta un valore che non può essere limitato alla sola sfera culturale. E’ importante che gli operatori siano i promotori dell’eccellenza, soprattutto nei confronti del loro pubblico di consumatori. Riteniamo, questo, un passo irrinunciabile per far decollare il settore olio, un motivo valido per aver voluto creare una serie di appuntamenti e di eventi dedicati a buyer, ristoratori e commercianti.

Lei parla molto di business, di un nuovo approccio all’olio, però poi ha ceduto alla tentazione di organizzare un premio per la qualità. In Italia ce ne sono tanti, forse anche troppi...
Tanti, e tanto simili, certo. I concorsi sono certamente numerosi, ma non ne faccio una questione di quantità, ma di qualità della proposta. L’importante è l’idea che sta alla base del premio, come pure la sua organizzazione e le persone che sono coinvolte. Se i giudizi sono affidati unicamente a esperti, ad assaggiatori professionisti, si avrà un verdetto tecnicamente perfetto, ma manchevole in qualcosa: la percezione del mercato reale. I premi, oggi, sono una gratificazione per il produttore, importante, ma, a fini commerciali, dubito della loro utilità, prima di tutto perché raramente i risultati dei concorsi hanno una capillare diffusione, limitando dunque l’impatto comunicazionale del premio sul consumatore, di conseguenza l’olivicoltore o il frantoiano non possono trarne neanche indicazioni vantaggiose sui gusti dei potenziali acquirenti. Ecco, anche a questo noi vogliamo porre rimedio, perché il “Olio Capitale” sarà un premio diverso, originale nell’impostazione. Stiamo definendo i dettagli, prima di comunicarli alle aziende, e non posso essere esauriente, anzi credo di averle detto già troppo. Vedrà, tra breve.



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