L'arca olearia
La sicurezza di lavoro nell'oliveto ai tempi del coronavirus e oltre

La pandemia globale da Covid19 ci obbliga a rivedere l'analisi dei rischi, con nuove fattispecie, anche per le aziende agricole. Non dobbiamo mai pensare che i problemi siano di altri, ma fare tutto ciò che è possibile per ridurre la nostra parte
27 marzo 2020 | Angelo Bo
Chi lavora in campagna nonostante i bombardamenti dei media sul virus deve assolutamente mantenere la corretta esecuzione del lavoro, il lavoro fondamentale per produrre il cibo che sarà di vitale importanza per milioni di persone. Si perché questa pandemia sta riportando l'agricoltura nella centralità della vita sociale ed economica del paese, e gli agricoltori hanno ri-acquisito la responsabilità e l'onore che forse gli erano stati tolti negli ultimi anni.
Non sarà una cosa veloce, ormai lo hanno sottolineato molti esperti, oltre agli aspetti sanitari che non do per scontati ma che non sono di mia competenza e a quelli umani a cui rivolgo tutto il mio affetto, se pensiamo al contraccolpo di tipo economico e di conseguenza sociale che questo blocco totale comporterà, l'agricoltura è e diventerà ancora più strategica nei prossimi mesi, dobbiamo tenere duro ed essere pronti a dare le risposte di cibo per un paese intero, non in un ottica di bieca speculazione ma di rapporto fiduciale produttore/cliente come buona parte dell'agricoltura italiana ha sempre fatto.
In città spesso non ci si rende conto che il futuro non è un'attesa, ma va costruito quotidianamente come sappiamo benissimo in campagna, con il lavoro di cura delle piante nei suoi aspetti più ampi e articolati.
I principi della sicurezza
Le regole sulla sicurezza nei luoghi di lavoro ci impongono una serie di procedure, analisi – formazione – addestramento – informazione - nel fare le nostre attività di campo e non solo, il cui obiettivo fondamentale è la salvaguardia dell'operatore dai rischi di incidenti - più o meno gravi - ed in questa fase di stravolgimento della nostra vita è importante non perdere la lucidità e la cura nel fare le cose.
L'esperienza ci ha insegnato che un attrezzo, una macchina, un'operazione possono avere dei rischi di esposizione ad un pericolo, ma non per questo rinunciamo a lavorare, dobbiamo però eliminare il più possibile i pericoli e proteggerci (con i DPI) dai così detti “rischi residui”. L'emergenza sanitaria ci da un problema in più, che è legato alla tutela degli operatori che devono essere protetti dalle possibili infezioni, in agricoltura però abbiamo una facilitazione data dagli ampi spazi all'aria aperta e quindi dalla possibilità, indossando le mascherine previste di organizzare il lavoro tenendo lontane il più possibile le persone, le une dalle altre; andiamo oltre al metro prescritto, ma portiamolo a limiti decisamente superiori. In campo molto spesso possiamo lavorare a 5 – 10 metri senza problemi.
E' impossibile analizzare da lontano ogni singolo dettaglio, ogni singola operazione che le aziende svolgono ognuna a proprio modo, ma è fondamentale sottolineare la massima attenzione e cura: organizziamo il lavoro, quanto più possibile, in modo da dividere bene le mansioni e avere un operatore alla volta coinvolto nell'esecuzione della stessa.
Mezzi meccanici
Ad esempio nelle operazioni con il trattore la tutela dal contagio è molto semplice, perchè il trattorista è uno e lavora da solo. Quindi le sue accortezze devono riguardare le fasi di arrivo in azienda, e di coordinamento nelle fasi di carico partenza e ritorno al centro aziendale. Ricordiamoci che rimane ugualmente alta la sua pericolosità legata al rischio meccanico, rumore e vibrazioni. Quindi è sempre fondamentale mantenere le distanze da altri mezzi e operatori per proteggerli dagli oggetti che possono essere proiettati anche a lunghe distanze. Ricordiamoci di operare con arcone alzato e le cinture allacciate.
Facciamo attenta manutenzione dei mezzi e degli attrezzi, così ne incrementiamo la sicurezza ed evitiamo il più possibile rotture ed i conseguenti fermi macchina, che ora possono rappresentare un ulteriore grosso problema di reperimento ricambi ed effettuazione delle riparazioni. Usare sempre guanti di protezione, calzature adeguate e antinfortunistiche, protezioni per l'udito.
Alle prime “uscite” della stagione muoversi in modo attento e individuare buche e frane del terreno che possono essersi formate in inverno ed ora possono anche essere mascherate alla nostra vista dall'erba in crescita.
Nell'esecuzione di un lavoro di caricamento manuale dei carrelli, oltre alle norme di corretta movimentazione dei carichi, può essere importante, per evitare il contagio, ad esempio alternarsi tra gli operatori, oppure disporre gli stessi per caricare il carrello dalle sponde opposte e non affiancati.
Lavori di potatura
I potatori possono essere disposti sul campo a distanze maggiori possibili, lavorare su file differenti e distanti (ad esempio alternate) o su piante alterne sulla stessa fila, che oltre a ridurre il pericolo di ferimento con gli attrezzi da taglio, riducono il rischio di contagio. Ricordiamoci di indossare i dispositivi di protezione dai tagli, gli occhiali per proteggere gli occhi dai rametti insidiosi e molto pericolosi. Usiamo correttamente e solo se realmente necessario le scale, che devono essere adeguate con scalini antiscivolo, ben posizionate e legate in modo stabile.
In caso di uso delle motoseghe, idem come sopra per la protezione individuale al massimo, ricordiamoci sempre che quelle leggere “da potatura” non si usano comunque con una mano sola, per ridurre il rischio di infiammazioni delle articolazioni del braccio a causa delle vibrazioni e di tagli a causa dei rimbalzi della lama.
In conclusione
Spesso a lezione incontro persone che mi dicono che gli incidenti capitano a chi è meno esperto! Niente di più falso, e mi piace sempre fare un esempio: chi ha più probabilità di essere coinvolto in incidenti stradali il camionista e l'automobilista che fanno migliaia di km al mese oppure il guidatore che fa 30 km a settimana? Chiaramente tutti siamo a rischio, chi per inesperienza, chi per maggiore frequenza; ma chi è più esposto è chi su quel mezzo, quell'operazione la svolge per un numero maggiore di ore. Non dobbiamo mai pensare che i problemi siano di altri, ma fare tutto ciò che è possibile per ridurre la nostra parte. Gli hobbisti devono curare molto la preparazione a ed essere cauti nell'utilizzo di attrezzature che conosco poco, i professionisti hanno i maggiori rischi legati all'eccesso di confidenza, alla stanchezza, alla distrazione, alla fretta.
E' tutto più difficile, ma cogliamo l'occasione per rallentare e avere più cura di noi stessi, dei nostri cari, delle persone che lavorano con noi e per noi, e dei mezzi/attrezzi che usiamo, dobbiamo anche ridurre il più possibile i ricorso al pronto soccorso ed al medico per non intasare un sistema sanitario già sotto pressione; non andrà tutto bene, ci saranno tante difficoltà ma se facciamo le cose bene ne usciremo più sicuri e più uniti!
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