L'arca olearia

Metodi biologici di contrasto alla sputacchina: il vettore di Xylella fastidiosa

Metodi biologici di contrasto alla sputacchina: il vettore di Xylella fastidiosa

I risultati più incoraggianti con il fungo Beauveria bassiana che può causare una diminuzione del 54% del numero di spumine totali trattate, dell’82% del numero delle larve totali contate e una riduzione del 67% del numero medio di larve per spumina

18 giugno 2019 | C. S.

Si è tenuta presso la sede di Coldiretti Pisa, la riunione della task force del progetto europeo LIFE-Resilience – Pratiche agricole sostenibili per prevenire la Xylella fastidiosa negli impianti intensivi olivicoli e mandorlicoli.

In occasione dell’incontro sono stati illustrati i primi risultati di una serie di indagini condotte dal gruppo di ricerca coordinato da Claudio Cantini dell’Istituto di Biotecnologie (IBE) del CNR, all’interno degli oliveti del CNR presso l’azienda agricola sperimentale S. Paolina (Follonica), in un oliveto privato con impianto intensivo a Marina di Grosseto e nell’oliveto del partner del progetto SALOV a Pisa (presso l’azienda agricola “La Traversagna”, a Vecchiano).

Le ricerche si sono concentrate sui metodi di contrasto al principale vettore del batterio negli oliveti pugliesi, ovvero il  Philaenus spumarius, comunemente chiamata “sputacchina”, un insetto afroforide che si nutre di linfa. Innanzitutto è stato necessario procedere a un campionamento, per quantificare l’entità della popolazione; successivamente il gruppo ha deciso di testare alcuni prodotti ammessi in agricoltura biologica, per contrastare lo sviluppo e la diffusione di questo insetto.

Lo scopo dell’esperimento era capire con quali sostanze fosse possibile bloccare lo sviluppo delle forme giovanili, contribuendo alla parziale soppressione delle popolazioni di P. spumarius. L'obiettivo finale era quello di attuare una strategia di controllo biologico a basso impatto da poter essere applicata estensivamente dagli olivicoltori.

"I dati preliminari ottenuti attraverso i campionamenti hanno mostrato una forte variabilità nella presenza delle forme giovanili anche tra le piantagioni situate a poca distanza l'una dall'altra - spiega il dott. Claudio Cantini del CNR - Dopo aver stimato l’abbondanza delle popolazioni dell’insetto negli oliveti, abbiamo testato una serie di strategie di controllo, in particolare alcuni prodotti ammessi in agricoltura biologica, quali il fungo Beauveria bassiana, il sapone potassico, lo zolfo e il piretro, per ridurre la popolazione di larve all’interno dell’oliveto dell’Azienda Agricola S. Paolina del CNR a Follonica. I risultati dell’esperimento preliminare – aggiunge - hanno dimostrato che il prodotto a base di Beauveria bassiana è stato quello con efficacia maggiore, causando una diminuzione del 54% del numero di spumine totali trattate, dell’82% del numero delle larve totali contate e una riduzione del 67% del numero medio di larve per spumina".

"Questo fungo – spiega - agisce penetrando la cuticola degli insetti e sviluppando poi le ife (cioè i componenti del corpo vegetativo) all’interno del corpo dell’insetto, dove produce tossine. Ha bisogno dell'umidità per germogliare, quindi il microhabitat della schiuma prodotta dalle larve si è probabilmente dimostrato un buon substrato per la sua proliferazione. B. bassiana è ben noto come un fungo entomopatogeno con potenziale come organismo di controllo microbico a duplice scopo, sia contro gli insetti parassiti sia contro i patogeni delle piante".

"I nostri risultati – conclude - consentono di supporre che questo fungo potrebbe essere uno strumento utile per controllare la densità della popolazione di P. spumarius negli uliveti. Inoltre, i dati in nostro possesso sono una buona base per poter imbastire un esperimento su larga scala in campo per il prossimo anno".

"Sono dati incoraggianti, ma è bene tenere i piedi per terra», commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana e del Consorzio Oli Toscani Igp. «Crediamo che la strada da percorrere sia comunque quella della prevenzione, delle buone pratiche agronomiche e soprattutto del monitoraggio del materiale vivaistico importato sui nostri territori. Monitoraggio che riteniamo fondamentale per limitare ulteriormente la diffusione di questa e di altre patologie".

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Quanto costa l’olio di oliva al produttore? Minimo 9 euro al chilo ed è pure poco

Facciamo due conti sui costi di produzione delle olive e dell’olio extravergine di oliva in Italia, partendo dal sud: 100 euro a quintale di olive sono pure poche. Un’analisi e una riflessione sul prezzo e sul valore dell’olivicoltura nazionale

07 novembre 2025 | 17:30

L'arca olearia

Ecco il telo perfetto per la raccolta delle olive con lo scuotitore

E’ prassi comune l'installazione di materiali ammortizzanti per ridurre gli impatti inutili tra le olive durante la raccolta. Ecco quale è il telo con la migliore capacità assorbente in assoluto e l'altezza di rimbalzo più bassa, tutelando di più i frutti

07 novembre 2025 | 17:00

L'arca olearia

L'approccio metabolomico basato su NMR per stimare i profili chimici e sensoriali dell'olio d'oliva

Il potenziale della spettroscopia NMR come strumento rapido, non distruttivo e rispettoso dell'ambiente per la valutazione della qualità dell'olio d'oliva fino ad arrivare ad identificare varietà e anno di raccolta delle olive

07 novembre 2025 | 16:40

L'arca olearia

La potatura dell'olivo negli impianti superintensivi: differenze tra Arbequina, Maurino, FS17, Ascolana tenera e Piantone di Mogliano

I diversi approcci in funzione delle diverse caratteristiche varietali per poter raggiungere l’obbiettivo di un’intensificazione degli impianti con produzioni elevate e costanti. La potatura è sicuramente una delle pratiche più importanti attraverso la quale si riesce a modificare il volume della chioma e assicurare un costante rinnovo della vegetazione

07 novembre 2025 | 13:00

L'arca olearia

L'effetto dell'irradiazione con raggi gamma delle olive

Le olive non sono tra i prodotti irradiabili ma è interessante capire, per il futuro, quali conseguenze questa pratica (fisica) potrebbe avere sull'olio prodotto. Già oggi i raggi gamma vengono utilizzati in diversi prodotti ortofrutticoli

06 novembre 2025 | 16:00

L'arca olearia

Il difetto di mosca nell'olio di oliva: per quanto rimane extravergine di oliva?

Il problema dell'annata sono gli oli di oliva con presenza di difetto di mosca dell'olivo. Da un sentore appena accennato fino al difetto di verme vero e proprio, che non ne permette più la classificazione come extravergine

06 novembre 2025 | 14:00