L'arca olearia
Incontro di saperi: il vaso policonico incontra la Calabria
Il valore della proposta di allevamento e potatura dell’olivo a vaso policonico risiede proprio nella possibilità di conseguire quanto desiderato semplicemente cercando un compromesso tra le esigenze fisiologiche dell’olivo e quelle economiche del produttore
13 aprile 2018 | Barbara Alfei
E' stato entusiasmante il debutto di Forbici d’oro in Calabria, una regione fortemente olivicola, prescelta da Nova Agricoltura per la realizzazione della 3° Edizione di “Nova in Oliveto”, che ha ospitato al suo interno il 16° Campionato Nazionale di potatura dell’olivo allevato a vaso policonico “Forbici d’oro”.
Era il 6 febbraio quando con Paola Cutillo e Eugenio Occhialini, in compagnia dei tecnici ARSAC, abbiamo volato in terra calabra alla ricerca di una situazione adeguata per lo svolgimento della manifestazione. Ci siamo innamorati di Palazzo Pignatelli a Cerchiara di Calabria (CS): ottima logistica, ottimo contesto per una grande manifestazione…e gli olivi??
Stavamo scegliendo l’appezzamento che contenesse almeno 300 piante in salute ed omogenee, raggiungibili da terra con attrezzature dotate di prolunga, e che fosse adeguato per effettuare la gara a vaso policonico, quando sono apparsi degli orrori ai nostri occhi…gli operai stavano potando (stile “tagliatori”).
Non osavo intervenire, mettendo in discussione le loro tradizioni, quando Occhialini mi ha costretta a fare una dimostrazione di potatura a vaso policonico; io spiegavo, con la canna indicavo i tagli, l’operaio giovane eseguiva e sembrava non ascoltare, gli altri guardavano, con aria scettica…mentre i tecnici ARSAC mi sostenevano. Terminate le operazioni, ero soddisfatta di come la pianta a vaso dicotomico fosse stata recuperata a vaso policonico prima dello scempio, ma nel contempo un po’ delusa per non essere riuscita a convincerli. Hanno continuato a potare, come stavano facendo prima. Abbiamo rigorosamente vietato di oltrepassare il confine del nostro ipotetico campo di gara, quando è arrivato il “padrone”; abbiamo spiegato quello che intendevamo fare con il campionato, l’importanza della potatura annuale, semplificata e veloce, la funzionalità del vaso policonico, etc…e di nuovo la canna in mano, altra pianta, altro operaio; piano piano eravamo entrati in sintonia, e nonostante all’inizio fosse recalcitrante, alla fine era lui a proporre i tagli prima che li suggerissi io…
Li abbiamo salutati, con la speranza di aver gettato un piccolo seme, ma poco fiduciosi sul risultato.
Potatura a vaso policonico a confronto con quella tradizionale
Giorgio Pannelli, tu che hai una grandissima esperienza nei vari sistemi di potatura legati alle tradizioni regionali, come potano normalmente in Calabria?
“Il tradizionale metodo di potatura utilizzato nella maggioranza delle aziende olivicole calabresi prevede la riforma periodica, con conseguente drastica riduzione della produzione vista la notevole quantità di materiale vegetale asportato. La struttura scheletrica della chioma resta immutata, ci si limita a capitozzare gli alberi indipendentemente dalla loro età e/o dimensione provvedendo, nel contempo, ad eliminare anche le principali strutture secondarie nella porzione inferiore di chioma, ritenendole ormai esaurite. Le ragioni di tale metodologia sono nell’ambizione di limitare la crescita degli alberi e, con questo, semplificare l’esecuzione delle principali operazioni colturali (es. potatura e raccolta). La chioma viene poi ricostruita con le stesse modalità per cui entro breve si ripresenta il problema della fuga in altezza della pianta e periodicamente si replica la riforma che tanto negativamente incide nella espressione del naturale potenziale produttivo degli alberi e nella salvaguardia del loro stato sanitario. I risultati sono in realtà opposti a quelli sperati: le piante fortemente alterate nel rapporto volumetrico tra chioma e radici ed impossibilitate ad esercitare la dominanza apicale per mancanza della conclusione naturale nel percorso di crescita verso l’alto, tentano disperatamente di recuperare il negato con emissione di rami a forte spinta vegetativa (succhioni) in corrispondenza dei tagli di capitozzatura, in numero proporzionale alla riduzione di altezza della chioma. Il risultato è che subito dopo l’intervento la parte superiore della chioma riprende il sopravvento su quella inferiore, peraltro già penalizzata dalla soppressione delle principali branche secondarie”.
E perché proprio il vaso policonico? Quale il suo valore?
“Il valore della proposta di allevamento e potatura dell’olivo a vaso policonico risiede proprio nella possibilità di conseguire quanto desiderato semplicemente cercando un compromesso tra le esigenze fisiologiche dell’olivo e quelle economiche del produttore: la pianta potrà crescere lentamente verso l’alto attraverso un limitato numero di branche primarie di forma conica sia nella struttura legnosa che nella relativa vegetazione secondaria (gradiente conico), leggermente inclinate verso l’esterno fino a conclusione naturale, per rispettare il naturale rapporto chioma/radici e consentire l’esercizio della dominanza apicale. Anche il produttore troverà soddisfazione poiché l’attività della pianta sarò concentrata nella porzione inferiore di chioma, ora priva della competizione per cattura di luce e nutrienti da parte della porzione superiore”.
Se ne parlava già agli inizi del secolo scorso…dov’è l’innovazione?
“La novità rispetto alla proposta originaria del Roventini (1920) sta nella possibilità di eseguire le operazioni da terra, in condizioni di massima sicurezza per gli operatori, e velocemente per la semplicità strutturale della chioma e per interventi eseguiti in modo sintetico e prioritario (potatura agevolata e semplificata). Nell’ordine, ogni anno dovrà essere gestita selettivamente l’eventuale emissione di succhioni su branche primarie e tratto rigido delle secondarie (i piccoli vanno temporaneamente salvaguardati); ridotte le cime ma solo nel caso di una eccessiva espansione vegetativa sia verticale che laterale; gestita la competizione reciproca tra branche secondarie sia sovrapposte che affastellate, ma solo se necessario. In questo modo i tempi di esecuzione saranno rapidi ed economici e le piante potranno esprimere pienamente il loro potenziale produttivo nella zona inferiore di chioma dove sono semplificate le operazioni di potatura e raccolta”.
E così è stato…un grande campionato, 56 gli idonei (punteggio superiore a 36 punti) su 60 concorrenti formati e selezionati, 17 regioni rappresentate, grandissima partecipazione alla manifestazione Nova in oliveto, grande sinergia tra ASSAM e Regione Marche, che da 16 anni organizzano il Campionato Nazionale di potatura dell’olivo “Forbici d’oro”, il Comitato di coordinamento del Campionato che gestisce le selezioni regionali uniformando gli aspetti tecnici, ARSAC Calabria che ha sponsorizzato e sostenuto l’evento 2018, e Nova Agricoltura che coordina il tutto portando l’innovazione in campo olivicolo.
Un appuntamento fisso per qualcuno... gli “affezionati” che saranno con noi finchè non conquistano il titolo Forbici d’oro, o che fanno di tutto per non classificarsi primi per avere la possibilità di tornare con noi nei prossimi anni , vige infatti la regola che il campione Forbici d’oro non potrà più partecipare alle gare né regionali né nazionali.
Tante new entry, come i 3 ragazzi dalla Liguria, regione che per la prima volta ha organizzato la pre-selezione per il Campionato Nazionale in maniera autonoma, o il potatore di
Tirano ai confini della Svizzera, che ha attraversato praticamente tutta l’Italia per partecipare.
Solo due le rappresentante del gentil sesso: oltre alla “storica” Karmen del Friuli Venezia Giulia, la giovane studentessa dell’Istituto Agrario di Sassari – Elena. In totale 7 gli studenti degli Istituti Agrari, selezionati nelle Regioni Marche, Sardegna, Molise e Calabria…il futuro dell’olivicoltura, l’entusiasmo e la passione, la voglia di mettersi alla prova, di confrontarsi con gli adulti, le aspettative di lavoro a seguito di una professionalità riconosciuta.
Sempre più Forbici d’oro fa perno su nuove leve, e lo dimostrano i risultati.
Giovanni Trippetta, primo classificato nella 4° Selezione degli Istituti Agrari delle Marche, si è classificato al quinto posto nella graduatoria assoluta, conquistando il premio come miglior giovane Forbici d’oro 2018….e la storia si ripete, dopo il primo posto assoluto di Giovanni Di Lena dal Molise, il miglior giovane, che si è aggiudicato il titolo nell’edizione 2017. Il nome Giovanni porta bene…. Trippetta è uno studente dell’Istituto Agrario di Pesaro, che tanto ha investito sulla formazione nel settore della potatura dell’olivo e in particolare sul vaso policonico.
Giovanni Trippetta - Premio giovani
Giovanni, come sei arrivato a questa vittoria?
“Tutto è nato da una passione per l’olivicoltura che mi hanno trasmesso i professori ma soprattutto dalla vittoria alla selezione degli Istituti agrari delle Marche. Sono arrivato in Calabria con grande soddisfazione e fiducioso, anche se sapevo che sarebbe stata la gara più dura, sentivo la competizione, ma ho dato il meglio di me e ho messo a frutto tutte le mie competenze ed è stata per me un’emozione rappresentare la scuola per il secondo anno di fila. Sono stato molto fiero di essere stato chiamato alle premiazioni per ben tre volte”.
Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Quali possibili risvolti in un futuro lavorativo?
“Un confronto professionale proficuo con i partecipanti delle altre regioni con i quali si è instaurato subito un clima amichevole. Credo che il potatore sia una bella professione ed in questi ultimi anni c’è molta richiesta di competenze specifiche nel settore, magari si potrebbe pensare di mettere su una squadra di potatori”.
E saranno le Marche a dar vita al 1° Campionato nazionale di potatura degli Istituti Agrari d’Italia, in occasione della celebrazione dei 150 anni dell’Istituto Agrario “G. Garibaldi” di Macerata, nel marzo 2019. Un percorso avviato timidamente qualche anno fa, in qualche regione, che si va strutturando, con percorsi di formazione e selezione, con l’obiettivo di suscitare entusiasmo attorno alla scuola e al lavoro. Competenza tecnica e passione quindi alla base di una professionalità futura nel settore della olivicoltura.
I premiati
Sul podio tutta l'Italia da Nord a Sud, isole comprese.
Il titolo Forbici d’oro 2018 è andato all’abruzzese Rocco D’Arielli; secondo classificato…l’eterno secondo… Simone Astolfi dall’Umbria e terzo Raffaele Bruni dalle Marche. Il quarto posto al Lazio con Mario Santopadre, quinti classificato Giovanni Trippetta, in sesta, settima e ottava posizione la Sardegna con, rispettivamente, Gabriele Chelo, Roberto Cau, Matteo Botta; nono classificato Leonardo Natali dal Lazio e in decima posizione ancora un sardo – Renato Deiana.
Alla Sardegna è andato il premio alla miglior squadra in legno di olivo, artisticamente realizzato dalla Ditta Beeecom.
La classifica degli idonei può essere consultata sul sito www.assam.marche.it
Ma i veri vincitori dell’edizione 2018 sono stati gli operai dell’Az. Agricola Piana di Cerchiara – Palazzo Pignatelli, Cerchiara di Calabria (CS), protagonisti di una svolta nel sistema di potatura tradizionalmente applicato in quelle zone, che vedeva turni periodici pluriennali (4-5 anni) con tagli a vaso dicotomico. E dopo soli due mesi qualche migliaio di piante potate a vaso policonico, con quelle belle cime che svettavano al vento, non più dicotomie, non più tagli indiscriminati all’altezza x….è stata una vera emozione. Nessun corso, nessuna predica, solo due piante….due sole piante potate a vaso policonico insieme a loro, spiegando il perché dei tagli.
Un risultato insperato, una gioia infinita.
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