L'arca olearia

Freddo, neve e gelicidio. Quanti danni all'olivo?

Tre fenomeni meteorologici si sono abbattuti sull'Italia olivicola negli ultimi giorni. Freddo, neve e gelo hanno provocato dei danni, diversi, la cui entità potrà essere interamente valutata solo tra qualche settimana. Interessata soprattutto la fascia adriatica e quella appenninica, con potenziale compromissione del prossimo raccolto

02 marzo 2018 | R. T.

L'effetto Burian si è fatto sentire sull'Italia agricola e anche su quella olivicola.
In pochi giorni si sono susseguiti tre fenomeni meteorologici che, separatamente e insieme, hanno creato danni e problemi negli oliveti.
Soprattutto l'ultimo fenomeno in ordine di tempo, il gelicidio, ha creato i maggiori problemi in campo, senza possibilità di difesa per gli olivicoltori.
Esaminiamo questi fenomeni e cerchiamo di comprendere il loro impatto sull'olivicoltura italiana.

Freddo
Burian è passato portando temperature gelide ma, nella stragrande maggioranza dei casi, non letali per piante adulte.
Danni sensibili si sono verificati su nuovi impianti, messi a dimora a ottobre-novembre o persino qualche settimana fa, specie se sono state utilizzate piantine di un anno di età (di solito 50-60 centimetri) scarsamente lignificate e quindi più soggette al freddo. In questo caso la sensibilità e tolleranza varietale è ininfluente sul risultato finale.
E' infatti bene ricordare che i diversi tessuti dell'olivo hanno diverse tolleranze al freddo. Se gemme non quiescenti e mignole già non resistono a temperature intorno allo zero, i tessuti verdi (foglie e giovani rametti) manifestano danno a temperature di -4/-5 gradi, i tessuti lignificati soffrono quanto la temperatura scende a -8/-10 gradi per periodi lunghi, mentre sono letali anche per l'apparato radicale temperature di -12/-15 gradi, se protratte per molte ore.
In quasi tutta Italia le temperature minime abbondantemente negative, ovvero inferiori a -5 gradi, benchè ripetute per due nottate, sono durate per poche ore e il danno per gli olivi è spesso stato minimo o nullo, avendo la pianta la capacità di compensare l'eventuale perdita di gemme a fiore con la differenziazione di nuove in aree della chioma che non hanno subito il danno.
Diverso solo il caso di olivi potati da poco, specie se non in stasi vegetativa. Nel caso di tagli importanti non cicatrizzati, in particolare qualora il flusso di linfa non fosse minimale, vi possono essere stati danni, ancora non rilevabili, ai vasi xilematici. Ovvero porzioni di questi possono essere “scoppiati”, similmente a quanto fa un tubo dell'acqua, con la conseguenza di non riuscire più a portare sufficiente linfa ai tessuti sovrastanti. Generalmente, alla ripresa vegetativa, si noterà un forte riscoppio vegetativo sotto al punto di danno e una debolezza e scarso rigoglio vegetativo sopra.

Neve
La neve può causare due generi di danno all'olivo: meccanico, con rotture e scosciature, e di gelo se perdurante per molti giorni.
In generale la neve è caduta copiosamente solo sulla fascia adriatica centrale e sugli appennini mentre altrove i fiocchi sono durati solo qualche ora sulle piante.
Si può escludere che la neve possa causare, anche visto il rialzo termico dei prossimi giorni, danni da gelo ai tessuti, per cui sarebbero necessari molti giorni. Infatti la neve, posandosi sui tessuti, provoca una risposta fisiologica che induce una maggiore concentrazione salina e di zuccheri nella linfa e nell'acqua intra ed extra cellulare presente nella pianta, che così può resistere per alcuni giorni. Oltre tale periodo si avranno danni da gelo.
Le uniche piante su cui la neve può aver provocato danni irreparabili sono i nuovi impianti, piantumati a ottobre/novembre, laddove i tessuti non lignificati possono essere maggiormente suscettibili ai danni da gelo/freddo.
I danni meccanici dovuti alle nevicate dei giorni scorsi hanno invece riguardato prevalentemente piante malate, laddove carie o altre patologie hanno intaccato la struttura portante dell'albero, piante con un eccesso di chioma, laddove la neve posandosi ha provocato un carico insostenibile per la branche o il ramo, branche e/o rami eccessivamente orizzontali che il peso della neve ha contribuito a rompere.

Gelicidio
Si tratta di un fenomeno sufficientemente recente per l'Italia, anche se sempre più diffuso. Consiste in una pioggia e/o umidità ghiacciata che va a cadere o a posarsi sulla pianta in tempi molto brevi, provocando un grave shock termico.
Spesso tale pioggia e/o umidità ghiacciata, infatti, presenta temperature ben inferiori a quelle della neve e risulta letale per i tessuti verdi della pianta.
Il gelicidio provoca vere e proprie ustioni da freddo. Si tratta di uno shock da contatto che è letale per i tessuti verdi.
Il danno è visibile di solito immediatamente dopo che tale strato di ghiaccio si scioglie, con la comparsa dei segni evidenti dell'immediata necrosi delle foglie, che diventano gialle/marroncine, e con sintomi simili anche sui giovani rametti dove si possono evidenziare anche spaccature o crepe. La funzionalità di tali tessuti è compromessa e, dato che di solito si tratta dei rami di un anno di età, sarà compromesso anche il raccolto dell'annata.

Se per freddo e neve gli olivicoltori possono prendere misure precauzionali, entro limiti ragionevoli, come utilizzare varietà tolleranti alle basse temperature, non potare o concimare durante l'inverno e equilibrare chioma e struttura della pianta per evitare danni meccanici, contro il gelicidio, purtroppo, è impossibile qualsiasi attività preventiva.
Falò negli oliveti, il passaggio degli atomizzatori per muover l'aria, irrorare acqua e sale o trattamenti di rame, oltre a essere soluzioni onerose, hanno un'efficacia limitata e assai discutibile.

Attualmente, salvo per i danni meccanici evidenti, è impossibile stabilire l'entità delle conseguenze del passaggio di Burian sull'Italia.
E' già però possibile affermare che dei tre fenomeni che hanno interessato l'Italia, il gelicidio è quello che ha fatto maggiormente male all'olivicoltura italiana.

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