L'arca olearia

La qualità, mito e chimera dell'olio d'oliva dei giorni nostri

La qualità non è un concetto assoluto nè fideistico ma è relativo, va cioè rapportato a parametri o percezioni, e si può anche misurare. Un olio rancido è di qualità? “Normalmente” la risposta è: no. Ma occorre andare oltre, aprendo un mondo inesplorato

19 gennaio 2018 | Marco Antonucci

“Noi produciamo oli di alta qualità”, “Gli oli che costano poco sono di bassa qualità”, “L’olio di sansa non è un olio di qualità”… Spesso si sentono o si leggono frasi senza senso come queste.
Ma cos’è la qualità? Soprattutto: quando un olio è di qualità?
L’enciclopedia Treccani definisce la qualità come una “Proprietà che caratterizza una persona, un animale o qualsiasi altro essere”; il Ministero delle Politiche Agricole invece afferma che “E’ la misura delle caratteristiche o delle proprietà di un’entità in confronto a quanto ci si attende da tale entità, per un determinato impiego”.
Potrei continuare per un’intera pagina scrivendo le infinite definizioni che si possono recuperare. Preferisco però focalizzare l’attenzione sulla norma UNI EN ISO 9000 del 2005 che a mio parere è utile per la comprensione del concetto di qualità: “Qualità è il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche soddisfa i requisiti espressi o impliciti”. Analizziamo questa definizione nel dettaglio.

Caratteristiche intrinseche. Ogni prodotto possiede determinate caratteristiche: un olio può essere amaro, giallo, ricco di polifenoli, rancido, appartenere a una società straniera,… Ogni olio possiede una serie di elementi propri (intrinsechi), distintivi e particolari che lo “caratterizzano”. Pertanto le caratteristiche intrinseche di un olio possono essere definite come l’elemento distintivo e caratteristico del prodotto stesso.

Requisiti. Si sceglie un prodotto in base a elementi che soddisfano un’esigenza o un’aspettativa: si acquista un Suv perché si ha la necessità di andare sulla neve; si acquista un’automobile che consuma poco perché si percorrono molti chilometri…. In sostanza: i requisiti sono proprietà richieste o desiderabili di ogni prodotto, che in forme e modi diversi soddisfano le attese e i bisogni di chi ne fruisce.

E possono essere: impliciti, quando rappresentano le esigenze o le attese che sono solo di quel prodotto e che l’utilizzatore dà per scontato essere presenti nel prodotto. Per esempio determinati aspetti organolettici (piccantezza), chimici (acidità) o nutrizionali (polifenoli); espressi, quando rappresentano le esigenze che non appartengono a un solo prodotto e l’utilizzatore non può dare per scontato che siano presenti e quindi devono essere narrate. Per esempio la provenienza di un olio, il nome dell’azienda che lo produce, l’appartenenza a una Dop, le cultivar.

Per valutare la qualità, si devono quindi definire i requisiti impliciti e i requisiti espressi che ci interessano di un determinato prodotto: una volta definiti, è sufficiente verificare se le caratteristiche intrinseche del prodotto che andremo a valutare sono presenti e in che misura. Maggiore sarà la misura, maggiore sarà la rispondenza, maggiore sarà la qualità del nostro prodotto. Pertanto diffidiamo di chi afferma che “Un olio è di qualità” perché corrisponde ad affermare il nulla se non si definiscono i requisiti (detti anche standard) a cui far riferimento e non sono stati condivisi, compresi e accettati dalla persona a cui si sta rivolgendo.

Un esempio semplice può aiutare a comprendere il concetto: un olio rancido è un olio di qualità? “Normalmente” la risposta è: no. Perché “normalmente” i requisiti impliciti ed espressi – e cioè le aspettative e le esigenze di chi assaggia - sono quelli di un prodotto privo di difetti, fruttato, amaro, piccante,… Se però la valutazione della qualità presupponesse requisiti impliciti o espressi diversi? Se il requisito fondamentale (l’allineamento di un panel di assaggio, per esempio) fosse di trovare un olio con il solo difetto di rancido e ben definito? Più facilmente sarà identificabile in modo unico e univoco il difetto di rancido, maggiore sarà la qualità dell’olio.

Dire che “Un olio Dop è di qualità” non è corretto: se un olio Dop per disciplinare deve avere per un punteggio al Panel Test superiore a 7,5, sarà di maggior qualità man mano che il suo punteggio salirà oltre questo valore. Dire che “un olio di sansa è di bassa qualità” non è corretto: più il valore dell’acidità, sempre per fare un esempio, sarà vicino all’1% (limite di legge) minore sarà la sua qualità.

Spero che questa riflessione, anche se esposta in forma ridotta e semplice, possa esservi utile la prossima volta che qualcuno vi offrirà un olio “veramente di qualità”.

Potrebbero interessarti

L'arca olearia

Comunità batteriche sintetiche per difendere l'olivo

Assemblate due SynCom, ovvero comunità batteriche sintetiche, formate da tre batteri ciascuno, selezionati per la loro stabilità, sinergie funzionali e potenziale di biocontrollo. La nuova frontiera è la gestione funzionale del microbioma vegetale

14 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

L'influenza della raccolta tardiva delle olive sulle composizioni di acidi grassi, sui composti fenolici e sugli attributi sensoriali dell'olio d'oliva

Ritardare troppo la raccolta delle olive aumenta l'acido palmitico, l'acido stearico, l'acido linoleico e in generale il tenore di acidi grassi polinsaturi nell'olio d'oliva. In calo anche il contenuto fenolico e di acido oleico

13 dicembre 2025 | 12:00

L'arca olearia

La relazione tra mosca olearia e lebbra dell’olivo

La Grecia sta sperimentando una recrudescenza della lebbra dell’olivo che sta facendo nascere miti e leggende metropolitane. Gli agronomi della Messina hanno deciso di fare chiarezza

13 dicembre 2025 | 10:00

L'arca olearia

Ottimizzazione della gramolazione della pasta di olive: tempo, temperatura, ossigeno e additivi naturali

Un aspetto chiave dell'estrazione dell'extravergine è la coalescenza di piccole goccioline di olio generate durante la frangitura in goccioline più grandi, che possono essere facilmente separate attraverso metodi meccanici. Ecco come ottimizzare il processo

12 dicembre 2025 | 16:30

L'arca olearia

Effetti della sostituzione dell'azoto minerale con azoto organico sul comportamento floreale, sulla qualità dei frutti e sulla resa dell'olivo

L'azoto è il nutriente minerale chiave negli oliveti, essenziale per la crescita. La sua carenza riduce significativamente la fotosintesi. L'elevata efficienza di fioritura con fertilizzanti organici azotati potrebbe essere attribuita alla capacità dei microrganismi del suolo di rilasciare regolatori di crescita come citochinine, auxine e gibberelline

12 dicembre 2025 | 15:00

L'arca olearia

Tolleranza alla mosca dell’olivo: aspetti morfologici, dimensioni della cuticola e composti volatili che difendono le olive

Diverse cultivar esposte alla mosca dell'olivo mostrano differenze nelle punture sterili e nella percentuale di infestazione larvale ma esistono anche meccanismi di difesa post-ovideposizione

12 dicembre 2025 | 14:00

Commenta la notizia

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati

Accedi o Registrati