L'arca olearia

L'irrigazione aumenta il rischio verticilliosi dell'olivo

Su varietà suscettibili, l'incidenza della malattia è associata positivamente al numero di anni di irrigazione e al dosaggio dell'acqua. I sintomi della verticilliosi spesso compaiono con la conversione degli oliveti da asciutti in irrigui

21 luglio 2017 | R. T.

Nella valle centrale di Guadalquivir in Andalucía, dove dominano le cultivar Picual e Hojiblanca, l'incidenza della verticilliosi è alta. Ne sono affetti il 15% degli oliveti.

La verticilliosi dell’olivo, malattia il cui responsabile è un fungo deuteronicete, il Verticillium dhaliae Cleb., è diventata una delle malattie più temute per i nuovi impianti di olivo.

La sintomatologia in seguito all’attacco della tracheoverticilliosi si manifesta con due tipi di decorsi: acuto o cronico.
Nella sindrome acuta le foglie, all’inizio, appassiscono leggermente per poi disseccare e piegarsi a doccia nell’arco di pochi giorni assieme ai rami dove a volte restano attaccate; questo dipende dalla rapidità con cui si verifica la malattia. Le piante colpite, a volte secondo quanto riportato dalla letteratura scientifica, tendono a reagire mediante l’emissione di nuovi polloni nella parte inferiore del tronco.
La sindrome cronica si manifesta in maniera molto più lenta rispetto al caso precedente; le foglie ingialliscono, disseccano progressivamente, infine cadono.
In tutte e due i casi i sintomi compaiono prima sulla parte aerea per poi diffondersi verso il basso.

Purtroppo la difesa dalla verticilliosi è molto complessa, difficile e costosa, tanto da indurre gli olivicoltori a non eseguirla, perdendo progressivamente di produttività e costringendo a ripiantare un nuovo oliveto.

Tra le varietà italiane più suscettibili alla verticilliosi troviamo Santagostino, Ascolana, Leccino, Cellina di Nardò, Nocellara e Pendolino. Varietà tolleranti sono Carolea, Coratina, Cipressino mentre mediamente resistente è considerata la Frantoio.

Sebbene la verticilliosi sia un problema meno sentito in Italia rispetto alla Spagna, le indicazioni giunte dall'Università di Cordoba sono molto interessanti.

In quasi tutte le olivete investigate l'insorgenza della malattia si è verificata dopo che gli agricoltori avevano introdotto l'irrigazione.

L'introduzione dell'irrigazione ha sempre incoraggiato lo sviluppo della verticillioni e l'incidenza della patologia è stato associato positivamente al numero di anni di irrigazione, mostrando un trend lineare.

La verticilliosi era significativamente più grave nelle olivete irrigate con elevati volumi. Il 47,1% delle olivete è stato irrigato con valori medi di 2059,9 (nel 2013) e 1793,4 (nel 2012) m3/ha. Proprio queste olivete hanno mostrato il livello più elevato di incidenza della patologia: 21,4%.  ha mostrato il più elevato DI (21,42%). Un'irrigazione più limitata, intorno ai 700 m3/ha, faceva registrare incidenze della verticilliosi del 13,3%. Le olivete in asciutto, invece, avevano incidenze del 4%.

Bibliografia

Mario Pérez-Rodríguez, Francisco Orgaz, Ignacio Jesús Lorite, Francisco J. López-Escudero, Effect of the irrigation dose on Verticillium wilt of olive, Scientia Horticulturae, Volume 197, 2015, Pages 564-567, ISSN 0304-4238

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