L'arca olearia

Potatura anticipata e potatura meccanica, soluzioni efficaci per l'olivicoltura moderna?

Se si vogliono meccanizzare le operazioni di potatura bisogna sapere quando intervenire, per ottenere la massima produttività. Epoca, intensità e turno hanno un effetto significativo sull'oliveto, così potendo applicare anche strategie integrate che prevedono la possibilità di alternare interventi di potatura meccanica (non selettiva), manuale (selettiva) e non potatura

18 novembre 2016 | Enrico Maria Lodolini

I diversi modelli olivicoli presenti oggi sul nostro territorio rappresentano tutti una valida alternativa purchè le scelte di gestione delle pratiche colturali siano coerenti con il tipo di impianto scelto e consentano di ricavare un reddito per l’imprendtore agricolo.

In condizioni di intensificazione colturale, anche per l’olivo, è necessario rimodulare la tecnica colturale a partire già dal tipo di potatura (manuale e meccanica), dall’intensità e dall’epoca.

In oliveti ad alta densità, con più di 1000 alberi all’ettaro (anche conosciuti come impianti super-intensivi), la potatura ha l’obiettivo di contenere le dimensioni della chioma per il mantenimento di un filare continuo idoneo alla raccolta con scavallatrice, ma allo stesso tempo deve favorire un adeguato equilibrio vegeto-riproduttivo. Il rinnovo delle branchette produttive deve essere stimolato direttamente sulla struttura scheletrica dell’albero e, a seconda della varietà, va favorita una forte ramificazione laterale a dispetto di una crescita su pochi assi. La porzione apicale della chioma può essere gestita favorendo un gradiente conico nei primi anni dall’impianto, dopo di che è necessario intervenire per limitarne l’accrescimento in altezza e l’eccessivo appesantimento.

In questo contesto, anche la potatura meccanizzata per il contenimento dell’altezza della chioma (topping) e dell’espansione laterale (hedging) e per l’eliminazione delle branchette troppo basse (gonnella) in pre-racolta, può rappresentare uno strumento utile per velocizzare tale operazione, e quindi ridurre i costi colturali. Va tuttavia sottolineato che l’intervento di potatura meccanica non è selettivo quindi necessita di un’integrazione periodica con rifiniture manuali che hanno lo scopo primario di creare finestre nella chioma che altrimenti rimarrebbe troppo densa e affastellata. I cicli di alternanza tra potatura meccanica e rifinitura manuale possono variare a seconda della varietà, delle condizioni pedo-climatiche e della tecnica colturale adottata.

Per l’applicazione della potatura meccanica è necessario mettere a punto strategie appropriate (epoca, intensità e combinazione di interventi sulla porzione apicale e laterale della chioma) in modo da assicurare risultati consistenti in termini di produzione di frutti e rinnovo vegetativo.
Una sperimentazione in corso nelle Marche ha l’obiettivo di studiare gli effetti di una potatura combinata di topping ed hedging applicata in epoche dell’anno differenti su un oliveto ad alta densità (4 m × 2 m, 1250 alberi all’ettaro) al quinto anno dall’impianto. Lo studio è condotto sulla varietà Ascolana tenera, caratterizzata da vigoria elevata e portamento mediamente assurgente.

Le piante sono state potate mantenendo un gradiente conico della chioma dall’impianto fino a gennaio 2015, quando 50 alberi omogenei (altezza: 3,1 m e volume chioma: 2,0 m³) sono stati selezionati e sottoposti a diversi tattamenti di potatura: a) hedging e topping invernale, b) hedging estivo e topping invernale, c) hedging invernale e topping estivo e d) hedging e topping estivo (Fig. 1). La potatura è stata effettuata manualmente (quantità media di vegetazione rimossa: 3,2 kg) e in modo selettivo nella porzione laterale della chioma e in modo non selettivo simulando un topping meccanico nella porzione apicale (a 2 m di altezza dal suolo). Una potatura primaverile mantendo un gradiente conico della chioma è stata applicata come controllo.

I risultati riferiti al primo anno di sperimentazione (2015) hanno evidenzito che l’epoca del topping o dell’hedging hanno effetti consistenti sull’accrescimento vegetativo.

Il topping ha significativamente contenuto l’altezza della chioma quando confrontato con il controllo e in particolare l’intervento estivo ha mantenuto l’altezza a fine stagione attorno ai 2,5 m. La combinazione con l’intervento di hedging in piena estate (luglio) ha significativamente ridotto anche il volume della chioma quando confrontato con potature invernali (gennaio) e primaverili (aprile).

Un maggior riscoppio vegetativo è stato registrato nella porzione apicale della chioma (sopra i 2 m di altezza, Fig. 2) non tanto in termini di numero di nuovi germogli emessi quanto in termini di lunghezza complessiva della nuova vegetazione: 1,2 m per hedging e topping estivo contro 18,7 m per l’intervento di potatura invernale. Non sono state riscontrate differenze significative per quanto riguarda la crescita stagionale dei germogli dei rami misti di un anno di età.

I risultati hanno mostrato un’interazione tra epoca di intervento di hedging e topping per quanto riguarda la produzione di frutti per pianta (Tab. 1) che è risultata significativamente superiore per la combinazione di intervento hedging invernale e topping estivo. A confronto con questa strategia di potatura, quando il topping è stato effettuato in combinazione con l’hedging nel periodo estivo è stato registrato un decremento produttivo del 47% così come una riduzione del 64% è stata registrata per la potatura primaverile (alberi controllo).

In conclusione, i risultati suggeriscono che in oliveti ad alta denstià d’impianto fertirrigati è possibile regolare l’equilibrio vegeto-riproduttivo applicando strategie di potatura che prevedano interventi su porzioni differenti della chioma in epoche diverse. Nel caso specifico, un intervento invernale selettivo manuale nella porzione laterale della chioma (asportando anche eventuali branche danneggiate dalla raccolta con scavallatrice) combinato ad un intervento meccanico di topping estivo sembra rappresentare una strategia appropriata.

Estendendo i concetti fin qui esposti anche a modelli d’impianto a minore densità, la ricerca di strategie di potatura idonee alle specifiche condizioni aziendali (dimensione dell’oliveto, modello d’impianto e forma di allevamento, disponibilità di manodopera, ecc) rappresenta un aspetto fondamentale per favorire un buon equilibrio vegeto-riproduttivo della chioma. La combinazione di epoca, intensità e turno di potatura e la possibilità di alternare interventi di potatura meccanica (non selettiva), manuale (selettiva) e non potatura devono essere stabilite in base a criteri di efficienza operativa ed economica, considerando gli obiettivi produttivi prefissati e coerentemente con gli altri fattori della tecnica colturale.

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