L'arca olearia
Come contenere infestazioni tardive di mosca delle olive?
L’efficacia dei formulati adulticidi è dipendente dal decorso climatico stagionale. E' anche possibile tollerare una certa quota di infestazione dannosa alla raccolta, fino al 10-20%, purchè le condizioni di raccolta e di lavorazione in frantoio siano ottimali, molto rapide e minimizzando il rischio di ulteriori lesioni del frutto
09 ottobre 2015 | Angelo Canale
Le larve di mosca delle olive si nutrono del mesocarpo dei frutti e determinano rilevanti alterazioni biochimiche, correlate all’entità ed al tipo d’infestazione presente, in grado di compromettere la qualità dell’olio ottenuto. Lo sviluppo di questo tefritide è fortemente condizionato dalle temperature invernali, che agiscono sulla sopravvivenza della popolazione svernante, ed estivo-autunnali, che modulano la vitalità e la velocità di sviluppo delle larve e il numero delle possibili generazioni. Nei nostri areali olivicoli, per l’impostazione della difesa è opportuno distinguere tra la gestione delle infestazioni nel periodo estivo, determinate da popolazioni che di norma si sviluppano a partire dall’inizio di luglio, e il controllo delle infestazioni autunnali, che in genere si manifestano dalla prima decade di settembre e si protraggono fino alla raccolta.
Nel caso delle infestazioni estive, è possibile il ricorso a strategie preventive mirate al controllo degli adulti (metodo adulticida), che si pongono come alternativa alle classiche strategie curative di contenimento della popolazione larvale con la distribuzione di insetticidi citotropici (metodo larvicida). Tra i metodi adulticidi, citiamo l’utilizzo di dispositivi pronti all’uso da collocare sulle piante, resi chimicamente attrattivi verso mosche di entrambi i sessi e attivati con un insetticida che agisce per contatto (piretroide), oppure l’impiego di formulati a base di Spinosad combinato con esche proteiche alimentari, che permettono di disporre di una soluzione insetticida che agirà per ingestione, da sciogliere in acqua e distribuire ogni 7-10 giorni sul 50% delle piante. L’efficacia di questi formulati è strettamente dipendente dal decorso climatico stagionale, essendo maggiore in ambienti/periodi secchi in virtù della aumentata appetibilità delle esche proteiche verso gli adulti (poiché l'insetto necessitando di acqua è più recettivo alle sostanze ammoniacali contenute nell’esca) e del minore rischio di dilavamento meteorico del formulato. I migliori risultati si ottengono inoltre in oliveti di ampia superficie (superiore ai 2 ettari) e con bassa popolazione di adulti. Il metodo si presta, pertanto, per una applicazione precoce all’inizio del periodo estivo e alle prime catture di adulti. Tra i metodi preventivi che prevedono l’uso di sostanze naturali ad azione repellente segnaliamo la possibilità di impiego (in questo caso anche per tutta la stagione di difesa) del caolino, da sospendere in acqua in dosi del 3-5% (p:v) e distribuire su tutta la chioma, creando un film protettivo che ostacola la deposizione. I trattamenti andrebbero eseguiti a cadenza all’incirca mensile, o più frequentemente nel caso di decorsi stagionali particolarmente piovosi.
Un approccio differente è necessario per la gestione delle infestazioni di fine estate-inizio autunno, epoca in cui i summenzionati metodi adulticidi mostrano i loro limiti operativi e di efficacia. In questo periodo, sono possibili due differenti scenari, di fatto determinati dal precedente decorso climatico estivo. Infatti, se il bimestre luglio-agosto è caratterizzato da condizioni di caldo secco e prolungato (temperature spesso superiori a 30 °C, assenza di piogge) si rileva una elevata mortalità delle uova e delle giovani larve della prima generazione. Nei successivi mesi di settembre-ottobre, l’infestazione crescerà molto lentamente e qualora essa non superi la soglia economica di intervento (fissata al 15% di infestazione attiva: uova e larve di prima e seconda età) non è giustificata alcuna azione di controllo.
In contrasto, quando il decorso dei mesi tipicamente più caldi (luglio-agosto) è mite e piovoso - condizione sempre più frequente in area mediterranea - a partire dalla prima decade di settembre si assiste ad un significativo incremento delle infestazioni (e del numero di generazioni del fitofago), che si rivelano particolarmente temibili se non controllate tempestivamente, in particolare qualora il decorso climatico sia caldo-umido. Tali infestazioni possono determinare livelli di infestazione dannosa (presenza di fori d’uscita aperti dalle larve nelle drupe) tali da compromettere la qualità merceologica del prodotto finale. In olivicoltura convenzionale, solo il ricorso a strategie curative-larvicide può rendere efficace la gestione fitoiatrica nelle suddette condizioni, con irrorazioni a tutta chioma di formulati insetticidi a base di principi attivi citotropici ammessi in olivicoltura (es. Dimetoato, Phosmet, Imidacloprid in formulazione oleosa), nel rispetto delle dosi indicate in etichetta e del numero massimo di trattamenti ammessi dal disciplinare regionale di produzione. I principi attivi devono essere scelti tra i meno lipofili - dato che le drupe si trovano nella fase fenologica di inolizione – e con intervallo di sicurezza minore, in virtù dell’avvicinarsi della fase di raccolta. Nel caso di oliveti di grande superficie, in presenza di significative infestazioni a ridosso della raccolta e con decorso stagionale mite, è possibile trattare solamente la metà delle piante, avviando le operazioni di raccolta sulla restanti non trattate e posticipando la raccolta da quelle trattate al superamento del tempo di sicurezza dell’insetticida adoperato.
È importante sottolineare che la mosca sulle olive da olio causa un danno prevalentemente di tipo indiretto (o qualitativo), determinato dalle alterazioni biochimiche causate dal foro d'uscita aperto dalla larva di terza età. È stato recentemente mostrato che è possibile tollerare una certa quota di infestazione dannosa alla raccolta (stimata fino a al 10-20% di olive con foro di uscita) senza rilevanti conseguenze su alcuni parametri chimici dell’olio (acidità, numero di perossidi), purché le condizioni di raccolta e di lavorazione in frantoio siano ottimali, in maniera da minimizzare il danno causato dal fitofago. Di conseguenza, anche eventuali significative infestazioni rilevate all’avvicinarsi della raccolta ma caratterizzate da stadi precoci della popolazione del fitofago (uova, larve giovani) non devono preoccupare eccessivamente, andando ad incidere in maniera poco rilevante sulla qualità del prodotto finale purché si provveda ad una tempestiva raccolta e ad una immediata frangitura.
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