L'arca olearia 04/11/2014

Si estende a macchia d'olio l'allarme sulla produzione d'extra vergine d'oliva nazionale

Si estende a macchia d'olio l'allarme sulla produzione d'extra vergine d'oliva nazionale

Le stime produttive vengono riviste in continuo calo, vengono annullati appuntamenti tradizionali dedicati al succo d'oliva e alcuni territori, tra cui la Toscana, annunciano la richiesta di stato di calamità naturale


Cosa sta succedendo quest'anno all'olivicoltura nazionale? Rispetto ai dati presentati da Teatro Naturale solo qualche settimana fa (L'Italia scivola sull'olio d'oliva e rischia di cadere dal secondo grandino del podio) la situazione è fortemente cambiata, in peggio.

Le rilevazioni, infatti, non tenevano conto della particolare intensità degli attacchi di mosca olearia che si sono succeduti dalla metà di settembre in poi, con Bactrocera oleae che sta infestando le olive mentre scriviamo. A questo si è aggiunto il caldo umido di ottobre che, oltre ad aver inaspettatamente accelerato la maturazione delle olive, ha anche provocato una recrudescenza di lebbra e occhio di pavone. E' accaduto così che molte olive sono cadute prima del tempo ma anche che alcuni olivicoltori abbiano rinunciato a raccogliere dopo aver ottenuto il primo olio, purtroppo non risultato extra vergine per acidità o difetti organolettici.

L'allarme per la mancata produzione si estende da nord a sud, con solo alcune aree del nord della Puglia che risulterebbero meno colpite. La produzione d'olio d'oliva nazionale, quindi, non dovrebbe essere superiore alle 220 mila tonnellate, con i più pessimistici che prevedono sarà inferiore persino alle 200 mila tonnellate.

I prezzi delle olive, ma anche dell'olio, si stanno alzando, con quotazioni partite da 70 euro che stanno progressivamente portandosi a 90 euro in questi giorni e potrebbero alzarsi ulteriormente. L'extra vergine nazionale, sulla piazza di Bari, è ormai vicino ai 5 euro al chilo, mentre in molte aree Dop la quotazione sorpassa i 10 euro al chilo.

Una penuria di olio d'oliva che si riflette anche su manifestazioni oleicole del periodo che vengono annullate o celebrate in tono minore. A Reggello (FI) la tradizionale festa per l'olio nuovo è stata cancellata.

In Toscana un'annata così devastante non se l'aspettava nessuno e anche i vecchi non ricordano una campagna olearia così povera. La Regione Toscana chiederà lo stato di calamità naturale e una legge speciale per esentare le aziende dal pagamento delle tasse per un anno. A farlo sapere è il presidente della commissione agricoltura Loris Rosseti a margine di un'informativa della Giunta chiamata a riferire sull'emergenza. La Toscana chiederà una legge speciale al Governo.

Non solo Toscana. Il Comune di Stella Cilento chiede lo stato di calamità naturale. Il piccolo centro cilentano è il primo comune campano ad aver chiesto alla Regione Campania lo stato di calamità a causa della disastrosa raccolta delle olive, che quest’anno è pari quasi a zero.

La situazione dell’olio di oliva è stata presa a cuore anche dal sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio, che ha ricordato come nell'ultima settimana è stata in visita ai due oleifici cooperativi dell'area: “ho scoperto alcuni dati sulla raccolta di quest'anno su cui credo che la città tutta dovrebbe riflettere. Il primo: la raccolta è iniziata un mese prima e finirà, probabilmente, a fine novembre. In anticipo rispetto al solito. Questo perché le nostre olive sono state aggredite, a causa delle condizioni climatiche, dalla mosca olearia e siamo quasi al 40% in meno di prodotto raccolto integro.Il secondo: ad oggi sono state portate a molitura un terzo delle olive dell'anno scorso, con un calo imponente per i frantoi. Il contadino, infatti, trova più conveniente vendere direttamente l'oliva ai produttori di Toscana, Umbria o anche Sicilia che, con il nostro prodotto, fanno il loro olio. Vendere direttamente l'oliva rende di più e questo però crea grave danno per i frantoi, i cui costi vivi restano gli stessi.”

di T N

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