L'arca olearia
Gli olivi cominciano ad avere sete ma aprire il rubinetto non basta
È necessario conoscere gli effetti dell’irrigazione sull’olivo per sfruttarne appieno i vantaggi attraverso una gestione ecocompatibile dell’acqua. Occorre anche ottimizzare una risorsa sempre più scarsa e preziosa nelle regioni olivicole italiane
29 giugno 2013 | Giovanni Caruso
Dal punto di vista adattativo, l’olivo è in grado di crescere e produrre anche in condizioni di clima semi-arido, ma la disponibilità idrica, legata al regime pluviometrico e alle caratteristiche dei suoli, ha un notevole effetto sia sulla quantità che qualità delle produzioni. In suoli poco profondi, ricchi di scheletro o sabbiosi, la capacità di immagazzinamento di acqua nel suolo è molto limitata e l’irrigazione diventa indispensabile. Altresì, in oliveti con stretti sesti di impianto bisogna prevedere l’impianto di irrigazione per conseguire i benefici potenziali della coltivazione intensiva. Ad esempio, gli oliveti con densità superiori a 1000 alberi per ettaro non possono fare a meno dell’impianto irriguo. Ma se da un lato risulta vantaggioso garantire adeguati apporti idrici all’olivo, dall’altro, è di fondamentale importanza ottimizzare l’uso dell’acqua, risorsa sempre più scarsa e preziosa nelle regioni olivicole italiane, sviluppando protocolli di gestione irrigua in grado di minimizzare il consumo di acqua per unità di prodotto. Oggi l’oliveto è irrigato quasi esclusivamente con metodi localizzati che distribuiscono l’acqua in piccole quantità, a bassa pressione, e in un ristretto volume di suolo in modo da ridurre le perdite di acqua per evaporazione e percolazione ed annullare quelle per ruscellamento. Tra i sistemi di irrigazione localizzata che si stanno diffondendo vi è la sub-irrigazione che consente di minimizzare le perdite per evaporazione, di bagnare preferenzialmente gli orizzonti di terreno esplorati dalle radici delle specie arboree e non crea ostacoli all’esecuzione di alcune pratiche colturali.
Attività vegetativa
La crescita vegetativa dell’olivo è stimolata dall’ umidità nel terreno per cui l’irrigazione aumenta il numero e la lunghezza dei germogli, la superficie fogliare, il diametro del fusto e la densità delle radici. Gli effetti sono più o meno marcati a seconda della tessitura e fertilità del terreno, della densità di piantagione, del carico di frutti, della varietà e ovviamente delle condizioni climatiche dell’area. Vantaggi indiscutibili dell’irrigazione si hanno a partire dall’impianto e per tutta la fase di allevamento dell’oliveto in quanto la disponibilità idrica stimola l’attività vegetativa e consente di ottenere un rapido sviluppo dell’albero e una precoce entrata in produzione. In giovani alberi l’irrigazione a goccia determina circa il raddoppio della superficie fogliare anticipando il completamento della fase di allevamento e stimolando l’entrata in produzione.
Produttività dell’olivo
I vantaggi che l’irrigazione apporta durante la fase produttiva sono numerosi e tra questi l’aumento della produzione di olive e di olio per albero, della pezzatura dei frutti e del rapporto polpa-nocciolo (Caruso et al., 2013). L’incremento produttivo di olivi irrigati rispetto ad olivi coltivati in asciutto è tanto maggiore quanto più arido è il clima e minore la capacità di immagazzinamento dell’acqua nel terreno. Infatti, nei climi dell’Italia meridionale e insulare l’irrigazione può consentire di raddoppiare o triplicare la produzione di olio. Allo stesso modo, l’andamento climatico stagionale influisce sul risultato produttivo dell’irrigazione. Ad esempio, in annate di abbondanti precipitazioni nel periodo estivo, come si è verificato nel 2010, l’irrigazione ha effetti trascurabili o nulli sulla produzione di olio, mentre in annate contraddistinte da estati calde e siccitose, basti pensare alle estati 2011 e 2012, l’irrigazione determina aumenti considerevoli dell’olio prodotto.
Qualità dell’olio
Tra le pratiche colturali, l’irrigazione è quella che ha i maggiori effetti sulla qualità dell’olio, in particolare per quanto riguarda i composti fenolici e i composti volatili. La concentrazione dei derivati dei secoiridoidi, che agiscono come antiossidanti naturali nel periodo di conservazione dell’olio, svolgono un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari e influenzano la qualità sensoriale in quanto sostanze d’impatto per il gusto amaro e per il pungente, diminuisce all’aumentare dei volumi irrigui. Vi è unanimità di risultati sul fatto che l’irrigazione diminuisce il gusto amaro dell’olio. Poiché la sensazione di amaro è correlata negativamente con i volumi idrici somministrati, essa è fortemente attenuata in oli ottenuti da olivi irrigati abbondantemente (Berenguer et al., 2004). Anche la nota di piccante, e in minor misura di fruttato, sembrano inversamente correlate alla quantità di acqua somministrata, almeno entro certi intervalli di volumi idrici erogati. Servili et al. (2007) riportano che olivi pienamente irrigati della varietà Leccino hanno prodotto oli con concentrazioni in polifenoli e orto-difenoli più basse rispetto a quelli prodotti da olivi sottoposti a deficit idrico controllato o ad irrigazione di soccorso. Al contrario, l’irrigazione non sembra avere un chiaro effetto su alcuni parametri quali acidità libera, numero di perossidi e costanti spettrofotometriche (Tovar et al, 2002).
Quando irrigare
La sensibilità dell’olivo alla carenza idrica nel suolo varia a secondo dello stadio fenologico. Le fasi fenologiche in cui porre maggiore attenzione per evitare condizioni di stress idrico sono la fioritura, l’allegagione, la fase iniziale di rapida crescita del frutto (fino a 5-6 settimane dopo la piena fioritura) e il periodo di inoliazione. Inizialmente la carenza di acqua si manifesta con una diminuzione della crescita vegetativa, colorazione sbiadita delle foglie, avvizzimento delle foglie in espansione e degli organi fiorali. Nei casi più gravi il deficit determina internodi raccorciati, foglie piccole e clorotiche, ridotta percentuale di allegagione e defogliazione. Sui frutti in crescita la carenza di acqua produce una ridotta pezzatura, mentre in frutti prossimi alla maturazione ed ormai completamente sviluppati si notano sintomi reversibili di avvizzimento che scompaiono in seguito a piogge abbondanti o irrigazioni.
Quanto irrigare
La quantità di acqua da restituire con l’irrigazione dipende dal tasso evapotrasirazione dell’olivo, che a sua volta dipende dalla posizione geografica e dalle condizioni climatiche. Ad esempio, il consumo idrico giornaliero di un oliveto intensivo (circa 500 alberi ad ettaro), in produzione, nella costa della Maremma toscana, nel periodo compreso tra maggio e settembre è mediamente compreso tra gli 11 e i 20 m3 di acqua ad ettaro, cioè tra 22 e 40 litri ad albero. La tendenza attuale nell’irrigazione dell’olivo è quella di irrigare in deficit, cioè non soddisfacendo completamente il fabbisogno idrico dell’albero, ma restituendo volumi inferiori a quelli necessari per la massima produttività in modo da indurre condizioni transitorie di deficit idrico e risparmiare acqua. L’irrigazione in deficit persegue tre obiettivi principali: ridurre il consumo idrico, mantenere la produzione a livelli comparabili con alberi pienamente irrigati e ottenere eventuali miglioramenti qualitativi dell’olio. Il vantaggio principale dell’irrigazione in deficit in olivicoltura è dato dal risparmio di acqua. Prove sperimentali condotte in varie zone italiane mostrano che il quantitativo di acqua che è necessario somministrare per non avere effetti negativi sulla produzione si attesta su base stagionale dal 50 al 70% del completo fabbisogno dell’olivo. In generale, applicando circa il 50% di acqua rispetto al fabbisogno totale dell’albero la produzione in frutti è pari a circa l’80% di quella di alberi pienamente irrigati (Caruso et al., 2013), e il contenuto in composti fenolici negli oli ottenuti è pari circa il 150% di quello di oli ottenuti da olivi sottoposti a piena irrigazione.
Bibliografia
Berenguer M.J., Grattan S.R., Connell J.H., Polito V.S., Vossen P.M., 2004. Irrigation management to optimize olive growth, production and sensorial oil quality. Acta Hort., 664:79-85.
Caruso G., Rapoport H.F., Gucci R., 2013. Long-term evaluation of yield components of young olive trees during the onset of fruit production under different irrigation regimes. Irrig. Sci. 31, 37-47.
Servili M., Esposto S., Lodolini E., Selvaggini R., Taticchi A., Urbani S., Montedoro G.F., Serravalle M., Gucci R., 2007. Irrigation effects on quality, phenolic composition and selected volatiles of virgin olive oil cv. Leccino. J. Agric. Food Chem., 55: 6609-6618.
Tovar M.J., Romero M.P., Girona J., Motilva M.J. 2002a. Composition and organoleptic characteristics of oil from Arbequina olive (Olea europaea L.) trees under deficit irrigation. J. Sci. Food Agric. 82, 1755-176.
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