L'arca olearia
Là dove l'olivo ha messo radici: la Valle del Belice
Unico caso, non solo in Italia ma anche in Europa, di due Dop per un'unica varietà. La Nocellara del Belice esprime pienezza, complessità e aromaticità tanto come extra vergine quanto come oliva da tavola
02 febbraio 2013 | T N
L'olivicoltura della Valle del Belice ha una lunghissima tradizione, 2700 anni di tradizione. Sul territorio si sono avvicendati Sicani, Elimi, Fenici, Greci e successivamente i Romani, i Normanni, gli Arabi e gli Spagnoli.
In questo territorio si possono ammirare gli imponenti resti dell’antica città di Selinunte, colonia Greca del VII secolo a.C, che rappresentò per lungo tempo un vero e proprio presidio strategico per quanto riguarda la produzione olearia e in genere i prodotti agroalimentari. Ne sono chiara testimonianza il rinvenimento delle antiche macine in pietra in prossimità dei templi, che risalgono al V secolo a.C. Una tradizione, quella olearia, che non si è persa ma anzi è stata tramandata di generazione in generazione, fino a rendere la Valle del Belice famosa nel mondo già nel 1700 per il suo olio d'oliva che veniva largamente esportato. Un territorio particolare, visto che il 95% dell'olivicoltura è rappresentato da un'unica varietà, la Nocellara del Belice, con Giarraffa, Biancolilla, Cerasuola e Palermitana che qui rappresentano delle comprimarie.
Questa tipologia olivicola monovarietale di così grande estensione, circa 10mila ettari, costituisce senz’altro un raro esempio di alta specializzazione, non solo a livello regionale o nazionale, ma anche nell’ambito del territorio comunitario.
A tutelare queste tradizioni, questa sapienza e la preziosità dell'extra vergine e la fragranza delle olive da tavola Nocellarta, sono due Consorzi Dop: Valle del Belice e Nocellara del Belice.
Perchè servono due Consrozi per tutelare una sola varietà? Perchè la Nocellara è, come detto, cultivar generosa che può produrre un olio di grande qualità, con toni di pomodoro e carciofati che la rendono riconoscibile e inconfondibile, ma anche olive da tavola, che possono essere trattate in tre diverse maniere.
La raccolta delle olive da tavola viene eseguita manualmente dalla fine di settembre a tutto ottobre. Le olive raccolte sono poste in cassette di plastica forate a parete rigida e conferite agli stabilimenti dove vengono lavorate immediatamente. La fase inziale della lavorazione del prodotto è la calibratura delle olive; subito dopo si esegue la deamarizzazione. Il metodo alla “Castelvetrano” (dolce) prevede la completa deamarizzazione della drupa e la successiva conservazione in una soluzione salina. Le olive trattate con il sistema “Sivigliano” (semidolce) subiscono una deamarizzazione parziale e la successiva fermentazione e conservazione in salamoia. Il sistema al “Naturale” (piacevolmente amarognole), con olive intere o schiacciate, prevede la fermentazione e la conservazione in salamoia.
Al fine di promuovere al meglio l'olio extra vergine d'oliva Valle del Belice sui mercati internazionali, il 23 gennaio scorso, il Consorzio Dop ha richiesto ed ottenuto l'ingresso nella grande famiglia Federdop.
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