L'arca olearia

GLI OLIVI STANNO MIGNOLANDO E SI TORNA A PARLARE DI BORO

Come ogni anno, in questo periodo vengono proposti concimi a base di boro, un microelemento che esercita importanti funzioni nell’induzione antogena e nell’allegagione. Non sempre è indispensabile intervenire con fertilizzazioni fogliari, il fabbisogno della piante è di soli pochi grammi all’anno

21 maggio 2005 | Alberto Grimelli

Il boro ha un importante ruolo nella sintesi, trasporto e accumulo degli zuccheri, specie nel loro passaggio attraverso il floema. Favorisce inoltre la sisntesi dei flavonoidi e delle basi pirimidiniche (DNA e RNA).
Questo microelemento inoltre interviene nel processo riproduttivo, nell’induzione antogena, nella germinazione del polline, nello sviluppo del tubetto pollinico e quindi nell’allegagione.
È nota inoltre la sua azione sull’attività meristematica degli apici dei germogli e delle radici, il controllo dell'assorbimento e mobilità del calcio, la formazione dei grassi.
Persistono tuttora incertezze su alcune sue altre funzioni nei vegetali, mentre è accertato che non fa parte di enzimi, mentre la sua presenza sembra necessaria per attivarne alcuni.
Il boro è assorbito dalle piante come acido borico e, una volta all'interno, si muove con discreta facilità per raggiungere i vari organi.

I segnali di carenza si manifestano tra maggio e giugno con, nei casi limite, una vistosa riduzione della fioritura e dell’allegagione, inoltre, si può avere un eccessivo sviluppo di succhioni e, in alcuni casi, si ha una crescita dei germogli a rosetta.
Altri sintomi, tipici del periodo estivo sono a carico dei frutticini, ove si può assistere ad abbondanti cascole dovute al disseccamento del mesocarpo fino a mettere a nudo il nocciolo. Sulle foglie, anche come conseguenza della siccità che in generale arresta l'assorbimento dei minerali, si possono presentare dapprima ingiallimenti apicali e quindi imbrunimenti fino alla filloptosi, una sintomatologia, tuttavia, comune ad altre carenze e molto simile alla calcio-carenza.

Prima di giungere al manifestarsi dei sintomi sulla pianta e a un’eventuale perdita di produzione è utile accertare l’eventuale carenza con la diagnostica fogliare.
A tal proposito proponiamo i valori di riferimento proposti da alcuni autori per l’interpretazione dell’analisi fogliare:
Bandino e Dettori (Sardegna): carenza < 14 ppm; adeguato 19-150 ppm; eccessivo > 185 ppm
Failla (Toscana): adeguato – in fioritura 12-24 ppm – all’indurimento del nocciolo 13-23 ppm – al riposo invernale 8-13 ppm

È evidente che per un trattamento fogliare a base di boro, anche considerato il costo dei prodotti commerciali, risulta conveniente solo per la cura o la prevenzione di carenze.
Nel caso se ne ravvisasse la necessità si può intervenire attraverso la concimazione fogliare o con somministrazioni al terreno.
Con terreni a pH molto alcalini (> 8) è consigliabile intervenire per applicazione fogliare con prodotti a una concentrazione dello 0,1% 15-20 giorni prima della fioritura.
Ricorrendo alla somministrazione al terreno verso la fine dell'inverno andranno interrati circa 50 grammi di boro a pianta. Nel caso si intenda compiere un’operazione i cui effetti siano più duraturi nel tempo sarà utile apportare 200-300 g/pianta di borato sodico. L’intervento andrà quindi ripetuto ogni 2-3 anni.

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