L'arca olearia
Una campagna olearia a macchia di leopardo, piena di insidie e che fatica a chiudersi
Continua il tour tra i frantoiani italiani per capire quali peculiarità e problematiche presenta un'annata che ha le sue indubbie specificità, non sempre a vantaggio di quantità e qualità delle produzioni. Un dato accomuna l'Italia oliandola: rese sotto le aspettative
15 dicembre 2012 | Alberto Grimelli
La scorsa settimana avevamo iniziato un viaggio nell'Italia olivicolo-olearia (Qualità dell'extra vergine, rese e problematiche di una campagna olearia che sta chiudendo tra alti e bassi) che oggi completiamo con un nuovo tour ma stavolta partendo dal nord per scendere verso il meridione.
La situazione che si prospetta è molto diversificata da zona a zona, quella che comunemente si definisce a macchia di leopardo.
Vi sono aree che hanno sofferto particolarmente la siccità estiva, recuperando in extremis la campagna, e altre dove a dominare la scena sono state le piogge incessanti dell'autunno.
Nel complesso si delinea però un quadro di insoddisfazione generalizzata per le quantità prodotte, anche a causa di rese più basse rispetto all'anno passato, ma di gratificazione per la qualità che si prospetta buona quasi dappertutto.
Cediamo però la parola ai protagonisti della campagna olearia.
“La qualità è eccellente – afferma Pierangelo Bonaspetti dell'omonimo frantoio di Toscolano Maderno (BS) – le olive sono arrivate in frantoio assolutamente sane. Acidità, perossidi e alchil esteri sono tutti a valori molto bassi. Rispetto al solito i nostri oli hanno una punta di amaro e piccante in più. A fronte dell'ottima qualità, però, le rese sono state più basse di 1-1,5 punti, al 14-15%. La siccità ha condizionato l'annata, con le olive di Casaliva che scontavano un ritardo di maturazione e spesso sono state raccolte completamente verdi.”
Incontriamo poi Merli del Frantoio di Sovana, a Sovana (GR) che ci conferma la particolarità dell'annata: “Gli oli erano molto olii molto verdi, intensi, densi già dall’inizio della campagna. Profumi intensi rispetto alle annate passate, estrazioni di fenoli molto buona. Questo fa si che l’olio sia fresco con caratteristica amaro e piccante. Abbiamo avvertito la sensazione che le clorofille fossero molto instabili con un decadimento molto rapido e a spanne del colore, soprattutto nelle prime estrazioni. La resa è stata assolutamente nella media, intorno al 14/15% dall’inizio alla fine della campagna.”
Ci spostiamo un po' nell'interno e incontriamo Giorgio Franci del Frantoio Franci di Montenero d'Orcia (GR): “si è riscontrata una drastica diminuzione quantitativa del prodotto, mentre la qualità si attesta a livelli estremamente alti, con oli di struttura importante, ricchi di note amare e piccanti, segno di un'alta concentrazione di polifenoli, confermata da analisi di laboratorio che mostrano livelli finora mai raggiunti. La percentuale media di estrazione della zona è intorno al 14,5%, con variazioni dipendenti dalla microarea e dalle varietà di oliva. Le problematiche principali sono scaturite dall'andamento difficoltoso della stagione con una maturazione irregolare dei frutti ed una drastica riduzione dei quantitativi ottenuti. Per molti produttori (non solo di olio) ciò ha avuto effetti siceramente drammatici.”
Spostandoci sempre più nel mezzo della penisola arriviamo a Perugia da Roberto Sepioni dell'omonimo frantoio che non è completamente soddisfatto della qualità: “amaro e piccante sono accentuati in tutte le varietà ma la qualità complessiva è solo media perchè si notano disarmonie organolettiche. Sul fronte della resa siamo in controtendenza, con una media del 15%, più alta rispetto al passato. E' però la scarsa produzione ad aver creato problemi. Questa stagione c'erano troppi frantoi aperti rispetto alle quantità di olive frangibili. Ciò ha causato problemi organizzativi.”
Difficoltà che ci vengono confermate anche da Antonio Trampolini, dell'omonimo frantoio di Perugia: “oltre alla scarsità di olive, il maltempo ha condizionato fortemente la raccolta con continue interruzioni. Nonostante questi problemi la qualità è buona. Dove le piogge hanno insistito molto in settembre gli oli sono venuti un po' più dolci ma nel complesso è una buona annata con rese nella media, pari al 14-15%.”
Arrivando sull'altro versante italiano, ovvero sull'Adriatico, incontriamo la prima donna dell'olio. “La qualità è stata tra il buono e l'eccellente anche se le abbondanti piogge hanno abbassato un po' l'intensità aromatica – ci dice Loriana Abruzzetti del Frantoio Esusebi a Monterubbiano (AP), anche Presidente di Pandolea – le rese sono invece state molto altalenanti. Abbiamo iniziato a fine ottobre col 9-10% per salire al 14-15% a metà novembre, per poi subire un nuovo calo cheil maltempo di fine novembre. Proprio l'instabilità climatica è quella che ci ha creato i maggiori problemi in un'annata che in molti davano per persa qui nelle Marche a causa del grande gelo invernale. Per fortuna nella realtà la situazione si è dimostrata meno tragica delle previsioni.”
Ci spostiamo di pochi passi e incontriamo Lorenzo Mosci del Frantoio Fratelli Mosci di San Marcello (AN): “il dramma di quest'anno sono state le rese molto basse. Vi sono olive che hanno reso anche l'8%. Nella media siamo di 2-2,5 punti in meno rispetto all'anno scorso, ovvero al 13%. In compenso, a mio avviso, si tratta dell'olio più buono delle ultime annata, con sensazioni di amaro e piccante intensi e valorizzanti per un buon extra vergine.”
Un salto da mare a mare per tornare sul Tirreno. “E' stata una buona campagna che speriamo il clima non voglia rovinare sul finale. Il pericolo è il gelo di questi ultimi giorni che può crearci molti problemi – afferma preoccupato Giuseppe Zecca dell'azienda Petrolla di Campagna (SA) – Dopo la siccità le piogge persistenti da settembre hanno influito sul profilo aromatico degli oli che sono venuti dolci, con amaro e piccante meno pronunciati rispetto al solito. Buone le rese media al 15-16%, eccezion fatta per Leccino e Pendolino che si sono fermati al 10-11%.”
Pochi passi per incontrare Grignoli Emilio dell'omonimo frantoio di Curti (CE): “finalmente un'annata senza mosca. La qualità è buona anche se dipende un po' dalle zone. Le operazioni di racoclta stanno andando a rilento a causa delle piogge e delle rese basse, intorno all'11-12%. Sa però qual'è il vero problema? I prezzi troppo bassi e una differenza troppo elevata, in termini di rapporto qualità/prezzo, tra quello che si trova nei supermercati e nei frantoi.”
Un salto fino alla Tuscia, area etrusca nel Lazio, a pochi chilometri da Roma. “La qualità è buona. Quello che sorprende è che si ottengono naturalmente oli equilibrati. Non è necessario alcun blend per mettere in equilibrio amaro e piccante. Naturalmente la responsabilità è dell'alternanza tra siccità e piogge – spiega Giampaolo Sodano, titolare del Frantoio Tuscus di Vetralla (VT) e vicepresidente di Aifo – Vi è stato invece un problema di quantità. La produzione è stata più bassa del 20-30% rispetto allo scorso anno. Anche le rese sono state più basse di almeno un punto rispetto alla scorsa campagna. In media il 12%. Le olive sono piene d'acqua, si nota proprio in fase di gramolazione.”
Un salto fino in Calabria nell'oleificio Perrone a Delianuova (RC) dove Pino Perrone ci spiega che “La qualità dell’olio nella fascia tirrenica della provincia di Reggio di Calabria è stata buona rispetto a quella eccellente della campagna scorsa. Gli oli hanno un piacevole fruttato medio, sono piccanti con sentori di mandorla e mela. Purtroppo la quantità non è stata completamente soddisfacente a causa di una cascola precoce dovuta all'intensa siccità. La resa media è stata del 14,50%.”
Infine passiamo lo stretto di Messina per incontrare Salvatore Battaglia del Frantoio Torre di Mezzo di Marausa (TP): “la qualità è eccellente, in linea con le aspettative grazie alle piogge di ottobre. Le caratteristiche dell'olio sono amaro piccante fruttato e soprattutto un buon equilibrio tra amaro e piccante. All’inizio abbiamo avuto qualche problema , vista la siccità dell’estate. Grazie alle piogge poi invece i problemi si sono risolti. Nel complesso si è trattato di un buon raccolto, anche in termini di quantità, con una resa media del 15%.”
Ringraziamo Aifo, Alfal Laval e Pieralisi per la collaborazione prestata.
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Accedi o RegistratiPasquale Nitti
16 dicembre 2012 ore 17:51Non capisco chi vorrebbe "tagliare" olio di Coratina con altri oli...L'olio da Coratina Pugliese è ricco di antiossidanti e ha proprietà nutraceutiche studiate in tutto il mondo. Il Nord Barese è un territorio unico per la produzione di questo medicamento naturale...
giovanni breccolenti
16 dicembre 2012 ore 10:13Diciamo che la campagna olearia in Umbria,dal punto di vista qualitativo,è stata di alto livello(con una pioggia a settembre sarebbe stata eccelsa)vista la totale assenza della mosca (che parliamoci chiaro, è il fattore agronomico che piu' determina la bontà di un olio).Un po' di sentori di legno e secco per chi ha raccolto troppo presto(almeno prima delle piogge di ottobre),soprattutto in zone molto aride e dove le olive erano raggrinzite.L'amaro e il piccante non sono assulatamente accentuati,le medie si attestano sul 5-6 della scala coi per entrambi i parametri(infatti i polifenoli rilevati per gli oli da certificare vanno da 400-550, in rari casi fino a 600 mg/kg, rilevati col metodo ufficiale).Lo stesso per i fruttati,quasi sempre verdi,fragranti e intorno a 5-6 (medi).
La cosa negativa la quantità, fino ai primi di giugno non assolutamente preventita vista l'abbondante fioritura e tutte le condizioni ottimali per l'allegagione.Invece,in parte, è proprio questa che è venuta a mancare,molto probabilmente per la mancanza di piogge primaverili che non hanno rifornito di riseve profonde il terreno e che hanno fatto scattare qualche meccanismo di autoregolazione alla pianta che ha impedito l'allegagione o, dove è avvenuta,reagendo con la caduta precoce dei frutticini.Nelle zone lungo le strade asfaltate e nei parchesggi asfaltati questo fenomeno è stato molto meno accentuato probabilmente per la minor evapo traspirazione e quindi una maggior accumulo di acqua.Quindi piu' che la siccità estiva(che comunque un po' ha influenzato) sono state le poche piogge primaverili che hanno contribuito piu' di tutto alle basse rese.
Benedetto MISCIOSCIA
15 dicembre 2012 ore 20:49peccato che non leggo nessun intervento di produttori-frantoiani della Puglia men che meno della capitale della produzione dell'olio: Andria
Benedetto MISCIOSCIA
15 dicembre 2012 ore 20:48mi fa piacere leggere in diversi interventi che si fa riferimento all'amaro e piccante che fino ad alcuni mesi fa sembrava un difetto più che un pregio. e come diciamo noi produttori della cultivar "coratina" fruttato, amaro, piccante, stuzzica il palato buono per la salute. Qoco 2012
Pasquale Nitti
19 dicembre 2012 ore 11:57La tutela del Made in Italy non riesce a garantire la ripresa del mercato. Chi paga i danni?