L'arca olearia

Attenti a quelle due: Tignola e Margaronia

E' tempo di tenere monitorare le generazioni antofaghe e carpofaghe di Prays Oleae e di verificare, sui nuovi impianti e nei vivai, l'eventuale presenza di Palpita unionalis

09 giugno 2012 | R. T.

Prays Oleae (Tignola dell'olivo)

L’habitat originario di P. oleae corrisponde a quello dell’olivo. La specie è ampiamente diffusa nelle regioni circummediterranee, in quelle adiacenti al Mar Nero, in Medio Oriente e nelle Isole Canarie. In anni recenti è stata accidentalmente introdotta in Messico e nel 2002 è stata avvistata in California.

Si ritiene specie oligofaga se non addirittura monofaga potendo svolgere il ciclo completo solo su olivo e olivastro. Può tuttavia infestare altre oleacee quali: Phillyrea, Jasminum e Ligustrum.

La tignola compie tre generazioni all’anno e nella maggior parte delle aree olivicole italiane gli adulti della generazione svernante (fillofaga) volano in primavera, quelli della prima generazione (antofaga) in primavera-estate e quelli della seconda (carpofaga) in estate-autunno.

Le uova della prima generazione (antofaga) sono deposte singolarmente sul calice e meno frequentemente sulla corolla dei bottoni fiorali. Dopo 1-2 settimane di sviluppo embrionale nasce la larva che, penetrata direttamente nel boccio, si nutre di antere e pistillo per passare successivamente in altri bocci. Dopo la seconda o terza muta, la larva si nutre degli organi riproduttivi e del polline dei fiori già aperti che riunisce con fili sericei a formare una sorta di glomerulo inglobante escrementi e residui fiorali, entro cui si imbozzola e si incrisalida. Complessivamente una larva può danneggiare 10- 20 fiori con punte massime di 40.

Le uova della seconda generazione vengono deposte prevalentemente sul calice dei frutticini neoformati e meno frequentemente sull’epicarpo della drupa. Lo sviluppo embrionale dura 6-9 giorni. La larva neonata penetra direttamente nel frutto passando di solito lungo i fasci fibrovascolari, per raggiungere la parte più interna dell’endocarpo ancora tenero, erodendolo dalla parte del seme. A maturità, la larva abbandona l’endocarpo, risale lungo i fasci fibro-vascolari ed esce dalla drupa praticando un foro in prossimità del peduncolo.

L’incrisalidamento avviene sulla chioma, nelle screpolature del tronco o, più spesso, al suolo.

La generazione carpofaga è la sola potenzialmente capace, nella generalità dei casi, di provocare danni di rilevanza economica. In effetti l’attività larvale induce e/o comporta il distacco delle olive colpite dalla pianta.

La cascola può essere estiva (o precoce) e non risulta particolarmente dannosa perché trova una

cospicua compensazione ponderale nei frutti rimasti sulla chioma, oppure autunnale (o tardiva) e in tale caso determina una perdita effettiva di prodotto.

Per l’elevata mortalità di uova e larve giovani, le soglie di tolleranza definite su varietà da olio per la generazione carpofaga sono dell’ordine del 30- 40%, ed oltre, di olivine infestate da larve in fase

di penetrazione.

Contro le larve della generazione antofaga può essere prevista l’applicazione di prodotti a base di Bacillus thuringiensis, volta non tanto a limitare il danno della generazione medesima ma piuttosto a

ridurre la popolazione adulta che darà luogo alla successiva generazione carpofaga e il conseguente danno potenziale.

A questo proposito sono sicuramente da considerare errate e pertanto da contestare quelle linee guida dei disciplinari di produzione integrata definiti nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale di alcune Regioni che contemplano la possibilità di intervenire contro la generazione carpofaga con prodotti a base di B. thuringiensis. In effetti questi, agendo unicamente per ingestione, non hanno la possibilità di colpire le larve neonate le quali di solito penetrano nei frutti direttamente dalla parte del corion dell’uovo aderente alla drupa.

 

Palpita Unionalis (Margaronia dell'olivo)

Originaria del Mediterraneo, la specie è largamente distribuita anche nelle regioni tropicali e subtropicali del vecchio mondo, nonché in America e in Australia. Vive principalmente a spese di Olea, Jasminum , Lygustrum e Arbutus. In Italia centrale svolge fino a 5 generazioni per anno con svernamento in vari stadi di sviluppo, soprattutto come larve di seconda e terza età.

Su olivo, le larve attaccano le foglie dei germogli e le drupe.

I danni riguardano unicamente piante in vivaio e giovani impianti.

Su olivo è in grado di svolgere due generazioni per anno con svernamento allo stadio di larva.

L’attività larvale è di tipo subcorticale e può avere come effetto il disseccamento di rami, branche e talora interi alberi. Gli attacchi si hanno generalmente alla base del tronco o alla biforcazione di branche e si manifestano con rigonfiamenti e screpolature: bastano 5-6 larve per condurre a morte una giovane pianta.

Il controllo a mezzo di interventi insetticidi è difficile e presuppone in ogni caso l’individuazione delle epoche di ovideposizione.

Buoni risultati si stanno ottenendo in Spagna con il metodo della confusione sessuale.

Bibliografia

Bruno Bagnoli e Nino Iannotta, Principali insetti fitofagi e relativi metodi di controllo integrato, Volume XIV, Collana Accademia Nazionale dell'Olivo e dell'Olio

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