L'arca olearia

Fumaggine e cocciniglia, a volte ritornano

Entrambe queste patologie sembravano sconfitte, o comunque mantenute entro ragionevole controllo. Pratiche agronomiche più approssimative e condizioni climatiche favorevoli riportano alla ribalta Sassetia oleae e la sua sgradita compagna

28 gennaio 2012 | Alberto Grimelli

Sassetia oleae, anche nota come cocciniglia mezzo grano di pepe, e fumaggine dell'olivo vanno a braccetto. L'insetto, dell'ordine dei rincoti, infatti produce una melata sulla quale si insediano diverse tipologie fungine, dando origine alla fumaggine.

Ma cosa accade esattamente?

Sassetia oleae ha bisogno di alcune condizioni climatiche basilari per vivere e proliferare, riassumibili in inverni miti ed estati caldo-umide. E' quanto, in diversi areali olivicoli italiani, è accaduto e sta accadendo nel 2011/12. E' quindi lecito attendersi una recrudescenza naturale di questo parassita, che può essere però acuita da alcuni fattori agronomici: scarsa potatura o comunque inadeguata e eccesso di concimazione azotata. Avvantaggiandosi di un ambiente caldo umido, delle chiome molto fitte, dove l'aria circola con difficoltà, possono creare l'ambiente ideale per il proliferare di Sassetia oleae. In oliveti poco potati o con turni di potatura particolarmente lunghi possiamo quindi assistere a attacchi di cocciniglia superiori alla norma. Ricordando inoltre che Sassetia oleae si nutre della linfa delle piante, concimazioni azotate eccessive, con conseguente scoppio della vigoria della pianta forniscono maggiore possibilità di nutrimento per il rincote.

I danni provocati dalla cocciniglia in sé e per sé sono un aumento della defogliazione dell'olivo a cui si va ad aggiungere una potenziale riduzione della capacità fotosintetica della pianta se si insedia anche la fumaggine. Una anomala e abbondante popolazione di Sassetia, infatti, lascia sui rametti e sulle foglie un'abbondante melata sui cui si possono insediare diverse specie fungine che, ricoprendo le foglie con micelio scuro, impediscono la fotosintesi, indebolendo ulteriormente la pianta e riducendo il potenziale vegeto-produttivo.

Fermo restando la bontà delle pratiche agronomiche (corretta potatura e evitare eccessi azotati), che danno risultati apprezzabili in tempi medio-lunghi, può risultare necessario un intervento fitosanitario per uccidere le giovani neanidi della cocciniglia, abbattendo così la popolazione. E' un intervento che si può eseguire nella primavera, da aprile in poi, quando le forme giovanili di Sassetia oleae escono dallo scudetto che le protegge, e poi ripetere in estate, contro le forme svernanti, ovvero le future femmine ovigere. Il prodotto che viene consigliato contro Sassetia è l'olio minerale che va a creare un film impermeabile sull'insetto, impedendone la respirazione. Il problema di questo trattamento, oltre alla lentezza d'effetto (che è però anche un vantaggio), è la scarsa attività insetticida. Sconsigliabile l'utilizzo di insetticidi a largo spettro, in ragione delle difficoltà di individuare il momento migliore per l'intervento. Ne risulta la necessità di individuare un prodotto che sia liposolubile, quindi utilizzabile miscelato all'olio minerale, con efficacia insetticida per incrementare il tasso di mortalità di Sassetia.

Il Prof. Rongai e altri ricercatori del Cra hanno sperimentato l'utilizzo di un formulato composto da olio vegetale di brassicacee e di farina di Brassica carinata. La farina di Brassica, infatti, contiene glucosinati che si degradano in isotiocianato, solubile in olio, e dalle buone proprietà insetticide. A fronte di tassi di infestazione di 60/70 neanidi su 50 cm di rametti, il trattamento standard con olio minerale diminuiva l'infestazione a 55/60, mentre il formulato sperimentato a 20/25.

Ricordiamo che il trattamento contro Sassetia oleae non ha diretta efficacia contro la fumaggine e che contro questa sono inutili interventi fungicidi, dovendo preferirvi trattamenti volti all'eliminazione della melata. Questo lavaggio può essere effettuato con soluzioni a base di sapone di Marsiglia al 5% (nel caso di basso grado di copertura della vegetazione) oppure con soda caustica all'1% (nel caso la fumaggine copra gran parte della vegetazione).

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