L'arca olearia
La rogna dell'olivo dovuta a un poker di batteri
Finora era stato identificato solo Pseudomonas savastanoi ma non è da solo. Un consorzio di batteri attacca la pianta senza però provocare differenze quali-quantitative sulla produzione
05 novembre 2011 | Alberto Grimelli
Pseudomas savastanoi è l'agente patogeno della rogna dell'olivo, ovvero quella malattia che si manifesta con tubercoli sui rami delle piante di olivo.
L'effetto dell'infezione è quello di deprimere il potenziale della pianta ma il grado di infezione deve essere molto elevato per provocare serie conseguenze sulla produttività della pianta che generalmente reagisce e si adatta all'attacco batterico.
Potature accorte, volte a eliminare i rami più colpiti, trattamenti rameici e concimazioni azotate limitate sono le soluzioni affinchè la rogna dell'oilivo non diventi un problema agronomico.
Non lo è anche perchè, secondo una recente ricerca di Keciri dell'Università di Perugia, non vi sono evidenze scientifiche per affermare che la rogna porti a un danno qualitativo. La ricerca ha esaminato due differenti campi, l'uno non infetto e l'altro attaccato da rogna.
E' stato evidenziato che la malattia non provocava variazioni dell'acidità, del numero dei perossidi e del contenuto in polifenoli. Differenze nel profilo organolettico tra gli oli (più fruttato e meno amaro nel campo infetto) possono essere correlati anche a diversità agronomiche tra i due campi esaminati.
Ma Pseudomonas savastanoi è l'unico responsabile della patologia? Secondo una recente indagine di Moretti dell'Università di Perugia, la risposta è no, poichè a collaborare con Paseudomonas savastanoi vi sarebbero almeno altri tre batteri: Pantotea agglomerans; Erwinia toletana e Erwinia oleae.
In particolare è stato rilevato come le quattro specie di batteri, nei tubercoli, comunichino attraverso sistemi di tipo quorum sensing e che in base a queste comunicazioni, in particolare legata alla presenza di Erwinia oleae e toletana, la virulenza della malattia possa cambiare.
La cooperazione tra questi batteri può anche rendere inutile una lotta genetica esclusivamente basata su Pseudomonas savastanoi in quanto Erwinia toletana, ad esempio, sarebbe in grado di "ripristinare" la virulenza anche di ceppi di Pseudomonas savastanoi depotenziati.
E' quindi contro il consorzio di batteri, indagando e scopriendone le interazioni, che bisogna agire per ridurre la patogenicità della rogna dell'olivo.
Potrebbero interessarti
L'arca olearia
Aggiornamento obbligatorio dell'olio di oliva "in attesa di classificazione"

A partire dalla campagna 2025/2026, l'olio prodotto e dichiarato nel registro telematico dovrà essere classificato nella sua categoria definitiva (Extra Vergine, Vergine o Lampante) secondo una precisa tempistica. Se prodotto in conto proprio si utilizzerà il relativo codice operazione "00 - Classificazione"
09 agosto 2025 | 11:00
L'arca olearia
Per conquistare i consumatori internazionali di olio di oliva occorrono valori autentici

Progettare campagne che generino empatia, coinvolgere i consumatori nella storia del prodotto e investire in certificazioni riconosciute può fare la differenza. I giovani consumatori, sebbene meno fedeli all’olio d’oliva, sono fortemente influenzati dai social media
08 agosto 2025 | 17:00 | Giosetta Ciuffa
L'arca olearia
I nanofertilizzanti del calcio e del silicio migliorano gli attributi morfologici e la composizione degli acidi grassi nell'oliva

Gli effetti sinergici tra silicio e calcio, poiché l'applicazione simultanea di questi due elementi ha impatti più benefici sull'oliva rispetto al loro utilizzo individuale
08 agosto 2025 | 16:00
L'arca olearia
Le risposte fisiologiche e biochimiche delle olive all’infezione da Colletotrichum

I marcatori di stress ossidativi (MDA, H 2 O 22) hanno rivelato risposte distinte alla difesa. I livelli di clorofilla, carotenoidi e zucchero variavano da cultivar e specie di agenti patogeni
08 agosto 2025 | 15:00
L'arca olearia
La dinamica di raffreddamento superficiale nelle olive utilizzando l'imaging termico

La temperatura del raccolto è un fattore determinante per la qualità dell'olio d'oliva. Quando le olive arrivano al frantoio con elevate temperature, il calore aggiuntivo generato durante la frangitura e la gramolazione può spingere le temperature della frutta oltre le soglie note per innescare difetti di fermentazione e sensoriali
08 agosto 2025 | 14:00
L'arca olearia
I frantoi italiani rimangono solo una ispirazione dal passato?

La voglia di innovazione e di conquista dei mercati oggi non ha più sede in Italia ma, forse, in Turchia. Haus è partita alla conquista del mercato oleario nazionale “e ci crediamo fortemente”
08 agosto 2025 | 11:00
Commenta la notizia
Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Accedi o Registrati