L'arca olearia
Alla ricerca del sostituto del dimetoato
Mentre si vorrebbe bloccare lo sviluppo del fitofago sfruttando la sua simbiosi con alcuni batteri, è stata valutata l'efficacia di un nuovo principio attivo: l'imidacloprid
01 ottobre 2011 | Alberto Grimelli
Il dimetoato è sotto osservazione da tempo da parte delle autorità di revisioni sui fitofarmaci e solo le pressioni di Italia e Spagna ne hanno permesso l'utilizzo per qualche anno ancora, ovvero finchè non fosse trovato una nuova molecola ugualmente efficace contro la mosca delle olive ma meno tossica e con ripercussioni meno invasive sull'entomofauna dell'oliveto.
Due sono i principi attivi che le aziende ci offrono oggi sul mercato, uno è lo spinosad, utilizzabile solo come prodotto ad azione preventiva nel prodotto commerciale Spintor Fly (utilizzabile in agricoltura biologica), e l'altro è l'imidacloprid, con azione ovicida e larvicida, ovvero con azione curativa (prodotto commerciale Confidor O-TEQ, solo per agricoltura convenzionale o integrata).
Recentemente il CRA – Centro di Ricerca per l'olivicoltura e l'industria olearia, ha testato proprio l'imidacloprid in campo per valutare il livello di controllo su Bactrocera oleae.
I risultati ottenuti nel periodo di indagine hanno evidenziato una significativa riduzione dei livelli di infestazione attiva e totale, molto più evidente nel caso si utilizzi la dose massima di prodotto (62,5 gr/hl). Confermato, inoltre, l'effetto larvicida con una significativa riduzione della presenza di gallerie di sfarfallamento delle drupe trattate. L'imidacloprid ha inoltre manifestato un effetto tossico anche sulle pupe, la cui mortalità è risultata significativamente più elevata nella tesi trattata rispetto al testimone.
Possiamo sperare che questo principio attivo possa essere utilizzato per molti anni a venire in olivicoltura? Luci e ombre.
Sicuramente la tossicità per l'uomo è molto bassa se consideriamo che durante il trattamento è stato riscontrato, da parte dell'Università di Cagliari, un contenuto nelle drupe di 0,14 mg/kg, ben al di sotto del MRL imposto dalla normativa comunitaria. Inoltre, dopo il periodo di carenza, i campioni trattati non presentavano residui determinabili.
Interessante invece notare come, durante il processo di estrazione, i residui di spinosad non si trasferiscano all'olio mentre quelli di imidacloprid sì, anche se notevolmente al di sotto dei limiti di legge.
Da sottolineare, inoltre, come appare controversa l'azione dell'imidacloprid sull'entomofauna dell'oliveto. Secondo un'indagine del CRA di Rende (CS) gli effetti dell'imidacloprid sarebbero significativi su alcune specie di artropodi, come gli Homoptera Cicadellidae, mentre non sembrano essere rilevanti per artropodi utili, come parassitoidi e predatori. Ulteriori indagini sono però richieste, in particolare tarando opportunamente il metodo di campionamento.
Promettente appare la strada indicata dall'Università di Firenze relativa alla possibilità di controllare la mosca attraverso strategie di controllo dei suoi batteri simbionti e in particolare di Candidatus Erwinia dacicola.
Diverse indagini di semicampo hanno permesso di verificare come alcuni prodotti ad azione battericida, in particolare il solfato e l'ossicloruro di rame, siano in grado di causare una mortalità embrionale e larvale nell'ordine del 50% su Bactrocera oleae, mostrando altresì un marcato effetto deterrente all'ovideposizione.
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