L'arca olearia

Le previsioni per la prossima campagna olearia. L'Italia si salva grazie alla Puglia

Il sorpasso della domanda di oli d'oliva sull'offerta rappresenterà, probabilmente, un ricordo della passata campagna. Nel bacino del Mediterraneo è prevista una crescita produttiva a due cifre con exploit soprattutto di Tunisia e Turchia

24 settembre 2011 | Alberto Grimelli, Marcello Scoccia

La prossima campagna olearia si preannuncia di abbondanza nel bacino del Mediterraneo, regione geografica dove si produce il 97% dell'olio d'oliva del mondo.

La Spagna ormai non stupisce più e raggiungerà un altro record, arrivando a produrre 1.450mila tonnellate d'olio d'oliva, una crescita del 5/10% rispetto all'anno passato.

Le vere sorprese della campagna olearia saranno però extracomunitarie.

Infatti la Tunisia dovrebbe raddoppiare la produzione olivicola superando la soglia delle 200mila tonnellate d'olio, un livello produttivo simile raggiungerà anche la Turchia.

Incremento anche in Marocco dove si produrranno 90mila tonnellate d'olio con un lieve incremento rispetto alla scorsa annata. In aumento anche la produzione siriana che dovrebbe attestarsi sulle 160mila tonnellate.

Sul fronte comunitario, invece, si assiste a una stabilità produttiva in Portogallo, Francia e Grecia, quest'ultima accreditata di 280mila tonnellate.

Sul fronte qualitativo la stagione sembra favorevole in Spagna dove sia in Andalusia sia in Catalogna vi sono le premesse per oli di qualità. In qualche area, specie nel sud dell'Andalusia, vi può essere qualche problema relativo a uno sfavorevole rapporto polpa/nocciolo con conseguenti flavour di legno nell'olio. In Castiglia ed Extramadura, invece, come sempre molto dipenderà dall'autunno e dall'epoca delle prime gelate che potrebbero compromettere la qualità dell'olio.

Ottima la qualità in Grecia, specie nel Pelopponeso, qualche problema in più invece a Creta, dovute a una produzione a macchia di leopardo e a qualche infestazione di mosca delle olive.

Buona qualità è attesa sia in Turchia sia in Tunisia. Nel paese africano, in particolare, c'è molta attesa per gli oli del nord che dovrebbero avere caratteristiche organolettiche e chimiche sopra gli ordinari standard tunisini.

Difficoltà invece in Marocco dove vari problemi di natura fitosanitaria e la siccità stanno compromettendo la qualità della produzione che dovrebbe essere sotto standard commerciali europei.

Buone notizie per l'Italia in cui la produzione dovrebbe crescere di un 15-20%, arrivando a quota 350mila tonnellate. Un dato positivo per il paese nel suo complesso ma che bisogna interpretare correttamente.

Infatti sarà il Sud, che produrrà quasi 300mila tonnellate, a conquistare una leadership assoluta del settore, con il Centro-nord che invece registra cali produttivi generalizzati a doppia cifra. In particolare Umbria, Toscana e Lazio soffriranno maggiormente l'annata, caratterizzata qui da sfavorevoli condizioni climatiche, con cali che si attesteranno sul 40% ma potranno anche essere superiori in alcune aree. Caldo e siccità, fin dalla fioritura, hanno compromesso l'allegagione e poi lo sviluppo dei frutticini che, sul versante tirrenico, sono anche stati assaliti dalla mosca olearia già alla fine di luglio. Nel caso di una zona come il Garda, risulta solo un leggero calo che si origina da qualche problema nel periodo dell’allegagione (siccità), da qualche problema di perdita di olive e qualche caso di alternanza di produzione dopo anche tre anni di forte produzione.

 

Il Sud, invece, a parte il Salento colpito da diffusa lebbra dell'olivo, dovrebbe registrare ottime produzioni, in aumento del 20-25% rispetto alla scorsa campagna. In particolare nel nord della Puglia la produzione è abbondante e di ottima qualità. Positiva anche la situazione produttiva e fitosanitaria in Calabria e Sicilia, dove le crescite saranno a doppia cifra. In Calabria ottime produzioni si attendono nel nord della regione e nella zona di Catanzaro. In Sicilia sarà il nord ovest, in particolare palermitano e agrigentino ad avere le produzioni più abbondanti mentre trapanese e monti Iblei dovrebbero registrare cali produttivi.

La qualità della produzione è completamente affidata agli olivicoltori: periodo di raccolta, modalità di olivagione, conservazione delle olive, tempo di stoccaggio delle stesse prima di portarle al frantoio saranno determinanti.

Nel complesso il bacino del Mediterraneo dovrebbe registrare una crescita produttiva del 10-15%. Dopo che nella scorsa campagna il Coi aveva registrato il primo storico sorpasso della domanda sull'offerta, già nella campagna 2011/12 si tornerà a un surplus produttivo, senza considerare gli stock ancora presenti in vari Paesi.

Se in Italia le giacenze sono solo di alcune migliaia di tonnellate, prevalentemente a causa degli scambi ridotti nell'estate, la situazione appare decisamente peggiore in Spagna dove sono ancora disponibili 800mila tonnellate di olio vecchio. Scarsi gli stock in nord Africa mentre 40-50mila tonnellate sono presenti nei magazzini siriani.

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