L'arca olearia
Intensivo contro superintensivo. Facciamo un po' di conti
Modelli olivicoli a confronto, sotto punti di vista inediti. Non basta, infatti, considerare la sola redditività dell'impianto a maturità. Se consideriamo diversi parametri di convenienza economica, non mancano le sorprese
16 aprile 2011 | Alberto Grimelli
Da qualche anni si stanno confrontando due vere e proprie ideologie, non solo scuole di pensiero, tra chi vede nel superintensivo, di importazione spagnola, l'ancora di salvezza per far recuperare redditività al sistema olivicolo e chi, invece, vuole modernizzare l'attuale sistema intensivo, migliorandone produttività e riducendo i costi.
Si tratta di soluzioni che, dal punto di vista agronomico, presentano vantaggi e svantaggi ma è soprattutto l'aspetto economico da considerare per coloro che vogliono realizzare un nuovo impianto.
Per venire incontro alle esigenze di quanti ci chiedono consiglio su quale modello olivicolo adottare abbiamo fatto un po' di conti, ma approcciando la problematica in maniera un po' diversa dalla consuetudine.
Non abbiamo valutato solo la redditività dei due sistemi a maturità ma prendendo in considerazione due fattori puramente economici:
- tempo di ritorno dell'investimento
- valore attuale netto (redditi futuri portati all'attualità)
I prezzi e i costi riportati sono quelli medi nazionali, rilevati secondo dati Istat, Ismea o attraverso ricerca nella bibliografia tecnico-scientifica.
Ciascuno può riportare i dati e i valori del proprio territorio e trarne le dovute conseguenze.
Oliveto superintensivo: dati agronomici
Densità d'impianto: maggiore di 1600 piante/ha
Varietà utilizzabili: Arbequina, Arbosana, Koroneiki
Anni di durata dell'impianto: 15
Produzione media di olive nei primi tre anni d'impianto: 50 quintali/ha
Produzione media di olive a partire dal quarto anno: 100 quintali/ha
Resa media in olio: 12% (accertato un calo della resa di 1-2 punti percentuali rispetto a oliveti intensivi)
Oliveto intensivo: dati agronomici
Densità d'impianto: da 400 a 600 piante/ha
Varietà utilizzabili: tutte
Anni di durata dell'impianto: 40
Produzione media di olive nei primi due anni: 0 quintali/ha
Produzione media di olive dal terzo al settimo anno: 40 quintali/ha
Produzione media di olive a partire dall'ottavo anno: 80 quintali/ha
Resa media in olio: 13,5%
Oliveto superintensivo: dati economici
Costo di impianto: 13.000 euro/ha
Costo medio di coltivazione (irrigazione, concimazione, trattamenti fitosanitari ecc) nei primi tre anni dell'impianto: 750 euro/ha/anno
Costo medio di coltivazione a partire dal quarto anno: 1700 euro/ha/anno
Prezzo medio di un olio da varietà internazionali: 2,5 euro/kg
Ricavi olio primi tre anni (50 quintali x 12% = 600 kg) = 1500 euro/ha/anno
Ricavi olio dal quarto anno (100 quintali x 12% = 1200 kg) = 3000 euro/ha/anno
Oliveto intensivo: dati economici
Costo di impianto: 10.000 euro/ha
Costo medio di coltivazione (irrigazione, concimazione, trattamenti fitosanitari ecc) nei primi tre anni dell'impianto: 750 euro/ha/anno
Costo medio di coltivazione dal quarto al settimo anno: 1500 euro/ha/anno
Costo medio di coltivazione a partire dall'ottavo anno: 3100 euro/ha/anno
Prezzo medio di un olio da varietà nazionali (100% italiano, Dop/Igp): 3,5 euro/kg
Ricavi olio dal terzo al settimo anno (40 quintali x 13,5% = 540 kg) = 1890 euro/ha/anno
Ricavi olio dal quarto anno (100 quintali x 12% = 1100 kg) = 3850 euro/ha/anno
Analisi dei dati: oliveto superintensivo
Reddito medio oliveto superintensivo = 1200 euro/ha/anno
Anni di vita dell'impianto: 15
Inflazione: 3%
Tasso bancario attivo: 3%
Tasso bancario passivo: 6%
Tempo di ritorno dell'investimento: 11,88 anni (12 anni)
Valore attuale netto. 3012 euro/ha
Analisi dei dati: oliveto intensivo
Reddito medio oliveto intensivo = 760 euro/ha/anno
Anni di vita dell'impianto: 40
Inflazione: 3%
Tasso bancario attivo: 3%
Tasso bancario passivo: 6%
Tempo di ritorno dell'investimento: 19,23 anni (20 anni)
Valore attuale netto. 7950 euro/ha
Conclusioni
Nella speranza che presto possano esserci disponibili studi più accurati e precisi, risulta tuttavia evidente che il modello superintensivo ha un valore attuale netto della metà rispetto a un oliveto intensivo, ovvero che la sua convenienza economica è inferiore.
In base alle nostre simulazioni risulta inoltre che l'oliveto superintensivo avrebbe una convenienza economica d'investimento pari a quella di un oliveto intensivo solo nel caso la durata media dell'impianto potesse raggiungere i 20 anni, ipotesi che, allo stato attuale delle conoscenze tecnico-scientifiche ci sentiamo di escludere.
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Accedi o RegistratiMichele Cannoletta
02 giugno 2011 ore 22:05ciao andrea,di dove 6?c'ho una mezza idea per un impianto ma vorrei vederci chiaro prima,perchè oggi in olivicoltura spendere e facile ma integrare i costi è una sfida persa in partenza;scrivimi a michele.cannoletta@gmail.com,grazie
andrea Occhilupo
18 maggio 2011 ore 16:54Mi dispiace contraddire ma € 13.000,00 per un impianto superintensivo sono troppi, ne bastano € 10.000,00 anche alla luce dei prezzi ridotti delle piantine e dei materiali occorrenti. Il prodotto olio è eccezionale, poichè le olive si raccolgono alla giusta maturazione e non scalare, come con lo scuotitore, - errato parlare di riduzione della resa olio, è tutta una questione di anticipo di maturazione. Venite a trovarmi in Puglia e vi farò vedere degli impianti spettacolari, con ottime produzioni.
Sono molto interessato al superintensivo dell'Az. Ag. Villa d'Orri con cultivar locali. Io ho sperimentato delle cultivar pugliesi ma non funzionano.
grazie
Andrea Occhilupo
angelo antonioli
17 aprile 2011 ore 19:55perchè al 4 anno di un impianto intensivo la resa diminuisce di 1,5% ?
è reale questo calo di resa o è un vostro errore, visto che inizialmente avete considerato una resa del 13,5% ?
se anche fosse del 12% la resa in olio perchè con 100 quintali di produzione olive ettaro si ottengono soltanto kg 1100 di olio, con un ricavo di E 3850, mentre dovrebbe essere di kg 1200 con un ricavo di Euro 4200?
Da un impianto super intensivo sviluppato in Italia l'olio che se ne ricava come viene considerato?
Mi sa dire dove si moliscono olive con 5 E a q.le ?
Questo articolo è importante forse andrebbe rivisto perchè mi sembra che non ci sia proporzione di costi di impianto tra l'uno e l'altro sistema.
Grazie comunque di veder trattato questo tema.
A.Antonioli
Emanuele Aymerich
17 aprile 2011 ore 14:55DImenticavo la firma: Emanuele Aymerich, Azienda Agricola Villa d'Orri, Sarroch (CA)
Emanuele Aymerich
17 aprile 2011 ore 14:53Questi interessanti conti hanno sicuramente dei problemi di valutazione: innanzitutto se il superintensivo non fosse conveniente allora perché in Spagna sono sorti come funghi? Li ho visitati personalmente e non credo siano tutti pazzi, visto che ci hanno investito cifre enormi. Noi compresi visto che in Sardegna nella nostra azienda abbiamo un superintensivo di 16.000 piante.
Prima di tutto l'errore piu vistoso è nella valutazione della raccolta dell'intensivo: 150 euro a ettaro!!! 8 ore per raccogliere un ettaro con 400/600 piante è semplicemente un dato completamente sballato. Una squadra veloce con scuotitrice e due operai che tirano le reti raccoglie circa 20/25 piante in 8 ore, non 400. Poco piu veloce usando una scuotitrice ad ombrello rovesciato che ha il vantaggio solamente di ridurre il personale da due a tre. Quindi i cosi di raccolta dell'intensivo sono spaventosamente piu alti di quelli calcolati in quest'articolo. E in ogni caso, anche basandosi sulla stima dell'articolo di 80 q.li a ettaro di raccolto i conti non tornano: una squadra raccoglie al massimo, ripeto al massimo 25 q.li in 8 ore e pure usando l'ombrello rovesciato, non 80 q.li, quindi bisogna moltiplicare i costi per 3 nella migliore delle ipotesi.
C'è poi da calcolare il ripasso della raccolta: raccogliendo a macchina, quando le olive sono all'inizio dell'invaiatura come è buona norma, una discreta percentuale di olive non si stacca dalla pianta perchè ancora troppo poco mature, ma ripassare le piante dell'intensivo ha un costo e dei tempi che vanificano il lavoro e comunque si troverebbe il tempo per farlo solo dopo aver finito la raccolta quindi con le olive residue troppo mature, mentre farlo con il superintensivo è una passeggiata, lo si fà dopo pochi giorni, velocemente e con pochissimi costi, volendo anche nei tempi morti, da quanto è veloce.
Inoltre c'è da tenere conto che mentre la raccolta tradizionale dura mesi (ovviamente ho due squadre, una sul superintensivo e una sull'intensivo) e la qualità dell'olio varia man mano che cambia la maturazione nel tempo, con relativi problemi di stoccaggio differenziato, analisi e gusti differenti, nel superintensivo tutto avviene in pochi giorni e con una maturazione omogenea, quindi con un prodotto omogeneo e al massimo della qualità.
Ma, e chi ha degli oliveti mi può capire, durante la raccolta anche la qualità della vita dell'olivicoltore migliora parecchio!!!! Si lavora meno e per pochi giorni e non è poco specialmente quando contemporaneamente si ha un frantoio conto terzi da gestire.
Un altro macroscopico errore è nella stima di resa in olio del superintensivo e nella presunzione che si usino solo le cultivar spagnole. Le cultivar spagnole in questione vengono utilizzate in quanto sono le piu adatte a mantenere la pianta cespugliosa, per una raccolta facilitata.In Spagna però. Queste cultivar non sono adatte a produrre un olio di qualità da commercializzare sul mercato locale italiano in quanto il gusto dell'olio che viene prodotto non assomiglia lontanamente a quello al quale è abituato il nostro palato. Infatti noi abbiamo realizzato il nostro superintensivo con cultivar tipiche della Sardegna, principalmente Bosana e Semidana, ma, per valutarne le caratteristiche in un superintensivo, abbiamo impiantato anche Nera di Gonnos, Tonda di Cagliari, ed altre.
Bene, si sono rivelate tutte adatte allo scopo, con rese in olio molto piu alte di quelle indicate in quest'articolo, la resa media è superiore al 15%, non il 12. Ma alcune varietà ci hanno sorpreso con rese medie del 17% e ne terremo conto nel prossimo impianto.
Inoltre c'è da tenere conto del fatto che avendo usato le nostre cultivar si tratta non più di olio comune ma di un olio tipico locale e con il gusto tipico dell'olio sardo, che pur non potendo fregiarsi della DOP per via della eccessiva resa per ettaro che non è tollerata nel protocollo della DOP, ha le sue stesse caratteristiche di qualità e gusto, e sul mercato locale, questa produzione, pur parlando sempre di vendite all'ingrosso, ha una quotazione di mercato mediamente superiore a quella che in quest'articolo si cita per il normale oliveto intensivo, cioè mediamente simile o superiore ai 3,5 euro/Kg, e sto facendo una valutazione prudenziale.
Queste considerazioni sono frutto di esperienza in prima persona sul campo, non sono ipotesi. Tant'è che prevediamo presto di raddoppiare l'estensione del nostro superintensivo. Sono comunque contento che sia stato pubblicato quest'articolo perchè è ora che se ne parli: se il comparto dell'olio di qualità si vuole risollevare sarà meglio che cominci ad interessarsi all'argomento, approfondendolo si avranno delle sorprese piacevoli.
giovanni musinu
11 dicembre 2015 ore 15:45sig. Aymerich... soddisfazione nel leggere il suo commento. l'esperienza di chi è sul campo lascia poco spazio alla teoria dei numeri!! possiedo un piccolo uliveto di famiglia che curo in base alla mia esperienza e in base alle nozioni apprese da libri studiati nel "poco" tempo libero. mi piacerebbe scambiare 2 chiacchiere con Lei se possibile. grazie
Gmusinu