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XXIII CONVEGNO INTERNAZIONALE DI AGRICOLTURA BIODINAMICA
Interviene anche il ministro Alemanno, che dichiara di avere assunto in merito alla questione Ogm una posizione di prudenza, quasi di diffidenza
20 dicembre 2003 | Pasqualino Baiardi
Dal 27 al 30 novembre Sabaudia ha ospitato lâannuale convegno dei biodinamici italiani, aperto come sempre alla partecipazione di relatori stranieri.
Sabato 29 è intervenuto il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali Gianni Alemanno: il suo discorso ha concentrato lâattenzione del numeroso pubblico presente in sala sulla questione ogm, un tema quanto mai attuale.
Riportiamo un breve resoconto dellâintervento.
Per molti anni lâagricoltura è stata considerata solo in termini produttivistici. Molti input chimici, molta meccanizzazione. Oggi in Europa si inizia a pensare ad una agricoltura polifunzionale. La riforma del giugno 2003 va in questo senso: disaccoppiamento, cioè aiuti separati dalla produzione.
A Cancun, sempre nel 2003, è stata formulata, da parte di alcuni Paesi, in particolare India e Brasile, la richiesta di liberalizzare il commercio mondiale. Brasile, India e altri Stati si sono posti nella posizione futura di unici grandi produttori mondiali di cibo. In questi Paesi attualmente coesistono due forme di agricoltura: quella delle piantagioni, industrializzata (e con elevati input chimici, meccanici e biotecnologici) e lâagricoltura di sussistenza. In generale lâEuropa è accusata da alcuni dei Paesi in via di sviluppo di liberalizzare poco il proprio commercio agricolo.
Qui si collega il tema degli organismi geneticamente modificati.
Lâagricoltura industrializzata tende a manipolare sempre più il processo produttivo. Le multinazionali, avendo in mano alcune specie vegetali, tentano, inserendo geni extraspecifici, di portare nelle sementi caratteristiche esterne.
Qui sorgono i problemi legati alla interazione tra piante transgeniche e lâambiente esterno. Prove condotte in Italia dallâIstituto Sperimentale per la Nutrizione delle Piante evidenziano che ancora dopo 7 anni che un terreno, sul quale sono state coltivate piante geneticamente modificate, presenta molti transgeni legati alle argille e ai colloidi organici. Questi suoli non sono sfruttabili per una agricoltura ogm-free (per quanto tempo è oggi impossibile stabilirlo). Vi sono poi problemi legati al vento (dispersione dei pollini ). Nasce quindi una contaminazione diffusa, specie in un Paese quale lâItalia.
Per questo il Ministro dichiara di avere assunto in merito alla questione ogm una personale posizione di prudenza, quasi di diffidenza.
Nel campo alimentare gli USA non discriminano tra alimenti ogm e ogm-free.
LâEuropa ha scelto la via della etichettatura con menzione alla presenza di ogm se la presenza degli stessi è uguale o superiore al 9% in un alimento.
Il discorso alimentare non va però disgiunto dal discorso agricolo. LâEuropa ha detto: non do regolamenti, ma generiche raccomandazioni, quale il divieto di coltivare ogm su aree estese. In ogni caso le produzioni potrebbero essere anche solo contaminate dallâesterno per una percentuale uguale o maggiore al 9%.
In buona sostanza lâEuropa ha detto agli Stati: fate voi!
Anche in Italia si dovrà fare una legge. Riguardo le sementi è aperto in Europa il discorso riguardo la eventuale soglia di tolleranza (1 o 5%). Di questo passo non avremo in futuro più semi ogm-free .
LâItalia ha ribadito: tolleranza zero per le sementi dellâagricoltura biologica e biodinamica.
Il decreto legge che il ministero si accinge a varare dirà , tra lâaltro, che è necessario tutelare la libertà di scelta del produttore. Ma come dobbiamo intendere ciò? Bisogna prima considerare attentamente se il territorio italiano permette oppure no lâintroduzione e la coltivazione di piante transgeniche. Fino a quel momento in Italia gli ogm saranno vietati! (segue un lungo applauso da parte della platea). Alemanno cita gli esempi delle farine animali, del nucleare, dellâamianto: le scelte di questa ampiezza vanno attentamente ponderate!
Con gli ogm il problema è tornare indietro: la contaminazione transgenica è molto più duratura nel tempo ( se non addirittura irriducibile ) rispetto a quella chimica.
Quindi lâItalia può trovare una strada diversa ( rispetto allâEuropa ).
Nel nostro paese si è creato un fronte molto ampio di cittadini contrari allâintroduzione degli ogm in agricoltura. Anche chi vi sta scrivendo in merito al convegno dei biodinamici fa parte da sempre di questo fronte e al riguardo invita gli amici lettori di teatronaturale che lo desiderano ad aprire un dialogo spero costruttivo e senza pregiudizi intorno a uno dei temi fondamentali del nostro tempo.
Il ministro Alemanno prosegue il suo intervento affermando che in Parlamento, nel centro-destra e nel centro-sinistra, vi sono opposte opinioni. Vi sarà un dibattito acceso e aperto. Dichiara che allâItalia il transgenico non conviene neppure in termini economici, avendo lâagricoltura italiana scelto la strada delle produzioni di qualità .
Bisogna riflettere anche al rapporto tra lâuomo e lâambiente circostante. No alla logica mondiale dellâomologazione anche in agricoltura sostenuta dalle multinazionali.
Lâintenzione espressa dal Ministro è di fare un decreto legge il quale, ferma la libertà di scelta dei singoli, recepirà il pronunciamento delle singole Regioni in merito allâintroduzione o meno degli ogm sul territorio di competenza regionale.
Per lâItalia sarebbe una posizione più forte a livello europeo, anche per evitare possibili procedure di infrazione della UE.
Il convegno ha visto la partecipazione di relatori stranieri che hanno portato al pubblico presente le loro esperienze in agricoltura biodinamica.
Tra loro anche lâagronomo tedesco Georg Lutz, il quale attualmente gestisce una azienda agricola ad Amburgo.
Lutz si dedica al biologico (e al biodinamico) da 20 anni. A 25 anni egli affitta insieme ad altre persone una azienda di 50 ettari nella brughiera di Luneburgo: si trattava di una comunità agricola. Lâesperienza comunitaria si conclude dopo 1 anno ed egli continua a condurre lâazienda da solo. Si dedica quindi alla zootecnia e alla coltivazione di ortaggi e la sua attività ha successo: allora (inizio anni ottanta) sul mercato tedesco vi erano pochi ortaggi bio, i quali erano molto richiesti. Oggi la situazione è diversa ed in Germania vi è un surplus di offerta degli stessi prodotti rispetto la domanda interna (questo anche in relazione alle accresciute importazioni da altri Paesi).
Nel 1989 Lutz affitta una azienda agricola di proprietà della municipalità di Amburgo: lâazienda Gut Wulfsdorf, una tenuta di campagna di 300 ettari edificata allâinizio del secolo scorso. Attualmente è inserita nel tessuto urbano della città : la metropolitana è a 10 minuti di percorso a piedi, zone residenziali prive di industrie si trovano a est e ad ovest della proprietà , mentre il lato nord confina con un impianto da golf.
Il contratto dâaffitto ha una durata di 80 anni e il canone pagato al comune è di 150 euro/ettaro.
Lutz gestisce per 5 anni in parallelo le 2 aziende dal 1989 al 1994. Allâinizio vi era grande interesse da parte dellâopinione pubblica e dei mass-media, poiché la municipalità di Amburgo affittava una tenuta comunale ad una azienda biodinamica: al terzo anno dopo lâapertura il punto vendita dei prodotti aziendali aveva un fatturato di 500000 euro.
Attualmente lâazienda Wulfsdorf è coltivata a pascoli estensivi, foraggere e leguminose da sfalcio, cereali, orticole (sono presenti anche 1800 metri quadrati di serre). Al corpo principale dellâazienda si sono aggiunti unâarea boschiva e una zona di riserva naturale con pascolo estensivo gestite per conto della municipalità di Amburgo. La tessitura dei suoli è a prevalenza sabbiosa.
Lâallevamento è formato da bovini di razza pezzata rossa (circa 330 capi dei quali 50 vacche da latte), suini (150 capi), oche, altri volatili e alcuni capi ovini. In totale 250 U.B.A. Il carico di bestiame è di circa 0,6 U.B.A./ettaro.
Allâinterno della produzione lorda vendibile annuale è possibile scomporre sinteticamente le voci principali: 1) il latte bovino, 40 q.li trasformati in azienda, 200 q.li venduto come convenzionale, 1600 q.li venduto come biologico a prezzo più elevato (molto va a finire sul mercato italiano); 2) la carne bovina (70 capi/anno ) commercializzata presso un punto vendita interno; 3) la carne suina venduta in una macelleria esterna con marchio biodinamico Demeter; 4) gli ortaggi commercializzati in azienda e ad Amburgo attraverso servizio a domicilio con consegna cassette ad abbonamento, gli abbonati sono oggi circa 1500 persone; 5) i cereali sono reimpiegati al 40-50% per la zootecnia, la quota rimanente è venduta direttamente ai consumatori.
Se traduciamo in valori monetari le entrate provenienti dallâattività agricola:
1) carne bovina 70000euro
2) carne suina 80000euro
3) latte vaccino 80000euro
4) vendita vitelli e vacche adulte 10000euro
5) volatili e ovini 10000euro
6) ortaggi 225000euro (di cui 75mila le patate)
7) cereali 60000euro
8)premi PAC 115000euro (85mila superfici e 30mila zootecnia)
9) sovvenzioni per il biologico 30000euro
Totale entrate 680mila-700mila euro/anno.
Nel settore agricolo sono impiegate attualmente 12 unità (la metà sono apprendisti): esso ha attualmente un profitto di 40mila euro.
La gestione del negozio aziendale fornisce un fatturato annuo di 1,1 milioni di euro.
Inoltre lâazienda Wulfsdorf commercializza i propri prodotti in 8 diversi mercati settimanali nella città di Amburgo con un fatturato annuo di circa 0,4 milioni di euro.
I prestiti ammontano a 1,35 milioni di euro che sulla base dei tassi di interesse attuali si traducono in una quota di restituzione di 125mila euro/anno (45mila la quota interesse).
Interessante è notare il fatto che una parte dei prestiti dellâazienda provengono anche da contributi di singoli clienti (oggi circa 40 ) per un totale di 280mila euro.
I singoli riscuotono un tasso del 4% che possono ritirare con la quota capitale attraverso buoni di acquisto presso il negozio aziendale.
La sera del 27 novembre è stata dedicata ad un interessante dibattito su macchine e mezzi per la lavorazione e il diserbo del suolo in agricoltura biodinamica.
Di particolare rilievo per competenza tecnica e partecipazione emotiva personale è stato lâintervento di Pasquale Falzarano dellâazienda Agrilatina, una grande realtà biodinamica del Lazio.
Egli ha affermato che quella biodinamica sarà lâagricoltura del futuro, in particolare per mantenere un ambiente più vivo e fornire alimenti più gustosi e vitali.
Secondo Falzarano la corretta conduzione di una azienda agricola è basata su un insieme di valori e di azioni agronomiche che possiamo così compendiare:
1)sviluppo dellâindividualità umana
2)conoscenza della vita
3)rispetto dei ritmi cosmici e terrestri
4)rispetto della natura
5)sviluppo della vita del suolo attraverso i sovesci mirati
6)corretta lavorazione del terreno
7corretto uso dei preparati biodinamici
A livello agronomico il suo intervento, come anche quelli di altri relatori tra cui il dott. Lo Sterzo, ha voluto sottolineare che in biodinamico le macchine e il loro impiego devono essere al servizio dellâuomo agricoltore e della vita e vitalità dei suoli. Le lavorazioni del terreno attuate in modo né violento né veloce, possibilmente intervenendo solo su uno strato superficiale e mai con attrezzi rivoltatori.
Anche il sottoscritto in quanto tecnico agricolo oltre che come cittadino e consumatore, condivide personalmente il pensiero del signor Falzarano e degli altri relatori nelle linee fondamentali: questo certo non a seguito di un subitaneo entusiasmo provato al convegno di Sabaudia, ma dopo anni di esperienza in agricoltura. Sotto i miei occhi sono ben evidenti ogni giorno i danni che sullâambiente sono stati prodotti da un certo tipo di sviluppo e di agricoltura, senza per questo volere processare il chimico e il convenzionale. Anzi, è necessario aprire un dialogo costruttivo tra tutti i soggetti coinvolti in agricoltura, almeno tra chi è disponibile a farlo. Bisogna essere modesti , molto modesti. Il ritenere di possedere la verità rivelata in tasca, attraverso la chimica di sintesi, gli ogm, o la filosofia staineriana, è porsi davanti alla natura prima che davanti agli altri uomini in un atteggiamento pericoloso, tecnicistico-materialista da un lato e aristocratico di casta dallâaltro. Noi non siamo su queste posizioni, piuttosto condividiamo il libero pensiero di molti agricoltori , lâinsegnamento di qualche docente universitario che ci insegnò davvero ad amare, prima che a studiare, il terreno agrario e in particolare siamo molto vicini, in quanto tecnici, alle idee di un certo signor Alex Podolinski.
Su questi grandi temi siamo disponibili ad un confronto a distanza con i nostri affezionati lettori.
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