Bio e Natura 12/06/2010

L'olio vegetale puro per produrre energia. Se n'è discusso a Terra Futura

Ormai diverse amministrazioni comunali lo stanno adottando come vettore energetico a bassa emissione di gas serra, capace di sostituire i combustibili fossili


Terra Futura, arrivata alla settima edizione a Firenze, ha offerto un fitto panorama di buone pratiche esistenti nelle nostre città e sui territori, frutto di scelte e azioni di vita, di governo e di impresa che sono l’unica strada possibile verso un futuro più equo e sostenibile.

I molti stand e convegni hanno mostrato la vivacità di tanti modelli ed esperienze concrete di sviluppo sostenibile, consumo critico, economia responsabile, coesione sociale e partecipazione democratica.

Tra le tante esperienze ecosostenibili, nell’ambito degli incontri organizzati da Chimica Verde, si è discusso sugli utilizzi dell’olio vegetale puro, che ormai diverse amministrazioni comunali stanno adottando come vettore energetico a bassa emissione di gas serra e capace di sostituire i combustibili fossili, come nel teleriscaldamento nel Comune di Correggio (RE) o nei test di biocarburante a Siena.

Nel dibattito di Chimica Verde, nel quale sono intervenuti anche dirigenti delle Dogane, si è trattato il tema del trattamento fiscale dell’energia elettrica prodotta col olio vegetale puro, con specifico riguardo alle accise, che è un argomento finora poco trattato.

Le accise sono particolari tributi che gravano sui vari prodotti energetici (carburanti liquidi e gassosi, combustibili, energia elettrica) ogni volta che questi vengono immessi al consumo (art.21 Dgls 504/95). Se infatti si è spesso dibattuto sulla rilevanza tributaria degli impianti di produzione energetica, con criteri di imposizione che ricalcano sostanzialmente quelli a cui sono soggette le altre attività che identificano l’azienda (agricola o industriale), in pochi si sono occupati delle accise applicabili ai prodotti energetici.

L’olio vegetale puro, se utilizzato per produrre energia elettrica direttamente consumata in azienda o ceduta in blocco al gestore elettrico, non ha rilevanza ai fini delle accise. Se, però, l’impianto è predeterminato per recuperare il calore in eccesso per riscaldamento o teleriscaldamento (cogenerazione), la quota di energia utilizzata per tali fini viene assoggettata all’imposta, applicando l’accisa prevista per l’olio combustibile da riscaldamento, per la quantità equivalente, determinata sulla base del potere calorifico. Ma nuovo è apparsa l’indicazione da parte dei dirigenti fiscali per cui se i gestori di un impianto dedicato alla sola energia elettrica riescono a riutilizzare il calore residuo per qualche attività utile, questo non rileverebbe ai fini fiscali.

di Marcello Ortenzi