Bio e Natura

BOSCHI VENETI ATTACCATI DAI GEOMETRIDI. E' ALLARME

Nel trevigiano e nel veronese si sono registrati alcuni problemi da parte di un complesso di specie appartenenti all'ordine dei Lepidotteri, salva ancora l'area del Cansiglio

05 giugno 2004 | C. S.

Sul Monte Cesen, comune di Valdobbiadene, in provincia di Treviso, Veneto Agricoltura ha effettuato le operazioni di consegna del comprensorio malghivo omonimo al Presidente del Consorzio per la valorizzazione del Monte Cesen, Italo Curto.
Le malghe (Mariech, Fossazza, Forconetta e Lavel Alto), affidate sulla base di una specifica gara, sono state concesse per un periodo di trent’anni attraverso un contratto che tra le altre clausole prevede sulle stesse, importanti interventi di adeguamento e ristrutturazione.
Rimanendo in tema di boschi e loro salvaguardia, anche quest'anno sono in atto alcune infestazioni di “lepidotteri geometridi” a carico delle latifoglie in diverse situazioni forestali. Alcune zone boscate del Veneto sono effettivamente state colpite, come segnala da Verona il Servizo fitosanitario regionale. In particolare sono in atto attacchi in un’area compresa tra il bellunese ed il trevigiano: in Val Lapisina, nell’area del Passo S. Boldo e nei comuni di Revine Lago, Cison di Valmarino e Follina (in Valsana) per circa 10 ettari, in località Montaner nel comune di Sarmede, ed anche nel veronese. Le specie maggiormente colpite sono: carpino nero, querce, betulle, frassino, nocciolo, melo selvatico. Segnalazioni provengono anche dalla Foresta demaniale regionale del Cansiglio, nelle province di Belluno e Treviso, ma gli uffici di Veneto Agricoltura che ne hanno la gestione, non riscontrano ancora danni particolari a carico di questo insetto.

Chi è l’imputato? Come risulta da una scheda del Servizio Fitosanitario, si tratta piuttosto di un complesso di specie, appartenenti all’Ordine dei Lepidotteri, famiglia Geometridi (dalle verifiche fatte dall'Università di Padova si tratta per lo più di Operophthera brumata ed Erannis defoliaria), fortemente “polifagi” nei confronti delle latifoglie arboree ed arbustive, anche se i danni più intensi si hanno soprattutto su querce e carpini. Gli adulti presentano forte dimorfismo sessuale, in quanto, mentre i maschi sono attivi volatori, le femmine sono perlopiù inette al volo. Le larve, dal caratteristico procedere come se “misurassero” lo spazio percorso (di qui il nome di “geometridi”), assumono caratteristicamente una postura “arcuata”. Questo gruppo di parassiti presenta un ciclo con una sola generazione all’anno, con uova svernanti, deposte presso le gemme degli alberi. Le larve nate in primavera erodono, spesso con defoliazioni pressoché totali, il lembo fogliare; poi si incrisalidano nel terreno e gli adulti compaiono in autunno. Queste specie vanno soggette a pullulazioni di 2-3 anni di durata, alternate a lunghi periodi di latenza. Le defoliazioni causate sono spesso spettacolari, ma raramente di reale gravità (i soggetti che appaiono pesantemente defoliati nel mese di giugno, già a luglio generalmente rinverdiscono).

La lotta diretta é perciò generalmente non giustificata. Viene offerta una sola indicazione: per la protezione di popolamenti vegetali di grande pregio si potrebbe intervenire con l’utilizzo di prodotti a base di Bacillus thuringiensis. Al momento, precisa inoltre il Servizio Fitosanitario regionale, “la gran parte dei bruchi si trova in uno stadio di sviluppo avanzato e pertanto l’intervento potrebbe non avere l’efficacia desiderata. L’impiego dei prodotto chimici ha certamente efficacia maggiore, ma è consigliabile solo in casi di estrema gravità, in quanto potrebbe compromettere gli equilibri che regolano queste pullulazioni periodiche”.



Fonte: Mimmo Vita


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