Bio e Natura

Alluvioni e danni ingenti. Il Piemonte non può essere considerato un caso isolato

Occorrono piani e interventi di manutenzione del territorio. Solo ripristino del sistema idraulico e sistemazioni forestali assicurano una corretta regimazione delle acque meteoriche

07 giugno 2008 | Ciro Costagliola

Le immagini di questi giorni dell’alluvione in Piemonte, case crollate, fiumi in piena, campagne allagate e ponti chiusi, con piogge che da giorni non danno tregua mettendo in ginocchio un intero territorio, ripropongono in maniera drammatica il tema del grave dissesto idrogeologico nel quale molte aree del nostro Paese già da molti anni permangono. Questi eventi che periodicamente e drammaticamente si ripetono impongono non solo una riflessione ma un impegno da parte della collettività ad intervenire non solo nei momenti di emergenza.

E’ superfluo e fuori luogo, oggi, ricercare responsabilità specifiche in quanto, senza ombra di dubbio, queste sono da ritenersi la sommatoria della superficiale gestione del territorio negli ultimi decenni.

Detti eventi andrebbero prevenuti con un’ordinaria manutenzione su vasta scala del territorio che rappresenta una scelta strategica di politica di governo. In realtà, la scelta della manutenzione ordinaria intesa nella sua globalità e complessità, obbliga a rivedere gli usi delle risorse fisiche, culturali e paesaggistiche, alla loro conservazione e difesa, reimpostando forme di politiche territoriali in funzione dell’impatto sull’ecosistema.

Gli interventi di manutenzione del territorio sono ordinariamente rappresentati dal ripristino del sistema idraulico e dalle sistemazioni forestali che assicurano una corretta regimazione delle acque meteoriche. Per contribuire alla ricostituzione delle condizioni di stabilità idrogeologica delle aree interessate agli eventi sarebbe auspicabile un programma integrato di sistemazione idraulico-forestale, di difesa del suolo, nonché di interventi forestali protettivi finalizzati alla sistemazione dei bacini idrografici con lo scopo di contribuire a far fronte al dissesto ed a salvaguardare il patrimonio ambientale.

Un rivestimento vegetale ha tanto più efficacia quanto più attenua l’azione aggressiva della pioggia sul suolo, quanto maggiore è il volume di acqua che è capace di trattenere e disperdere sottraendolo al deflusso superficiale, quanto più il suo apparato radicale è denso, robusto e profondo, e quanto più rapidamente le piante insediate possono svilupparsi. Boschi efficienti, rimboschimenti razionali, sistemazioni idrauliche ed opere di ingegneria ambientale funzionali, consentono quell’assetto idrogeologico del territorio che garantisce la drastica diminuzione da rischi di alluvioni: è noto infatti che un bosco efficiente trattiene acqua quanto una diga.

E’ ovvio che un’opera di restaurazione così ampia può essere realizzata, per fattori tecnici, economiche e finanziari, unicamente in un periodo di tempo sufficientemente lungo e pertanto la tempestività di avvio dell’intervento potrà consentire il raggiungimento di risultati non immediatamente visibili ma che ripagano nel lungo periodo.

La tutela del territorio certamente ripaga negli aspetti sociali ed economici perché oltre a migliorare la qualità della vita delle popolazioni, contribuisce al contenimento di quegli interventi straordinari particolarmente onerosi che si rendono necessari allorquando si verificano disastri come questi.

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