Bio e Natura
I fertilizzanti costano sempre più? Imparare a utilizzare risorse diverse
I residui di posidonia, nota e diffusa alga marina, depositati sulle spiagge possono essere utilizzati per fertilizzare i campi anziché gettati nelle discariche
10 maggio 2008 | Graziano Alderighi
Con lâarrivo della bella stagione, i comuni costieri si apprestano a pulire la battigia, rimuovendo i residui di Posidonia oceanica (L.), pianta che svolge un ruolo importante nellâecosistema marino. Ma tali resti, depositati dalle onde durante lâinverno, causa tra lâaltro di odori fastidiosi dovuti ai processi putrefattivi, potrebbero diventare una fonte di reddito.
Un progetto di ricerca, sperimentato a Mola, propone infatti il recupero di questo materiale organico come fertilizzante per le campagne o per le coltivazioni senza terreno. Nei laboratori di ricerca dellâIstituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa) del Consiglio nazionale delle ricerche, piante di basilico, rucola e pomodori ciliegino affondano già le radici nella posidonia spiaggiata al naturale o compostata. Lâiniziativa realizzata dallâ Ispa del Cnr e dalla Provincia di Bari â Laboratorio di biologia marina, con la collaborazione del Dipartimento di scienze delle produzioni vegetali (Dspv) e il Dipartimento di biologia e chimica agro-forestale e ambientale (Dibca) dellâUniversità di Bari, viene presentata nellâambito di âMediterreâ, Fiera dei Parchi del Mediterraneo, giunta ormai alla quinta edizione, che si terrà presso la Fiera del Levante, da oggi fino allâ11 maggio.
âIl problema dello smaltimento della posidoniaâ, spiega Angelo Parente dellâIspa-Cnr, âassume dimensioni ragguardevoli se si pensa che nel solo comune di Manfredonia (Foggia), dati del 2008 quantificano in 10.000 m3 la posidonia spiaggiata, su un litorale lungo appena il 6 % di quello dellâintera Puglia. La situazione è analoga in altri comuni della costa, tantâè che stime di massima individuano in circa 150.000 m3 le quantità di residui depositata annualmente lungo gli 850 km di litorale regionale. Attualmente la posidonia viene raccolta e depositata in discarica, data lâimpossibilità di utilizzarla per il compostaggio.
Il D.L. 217 del 29 aprile 2006 decreta, infatti, il divieto dellâutilizzazione di âalghe e altre piante marineâ per la costituzione di ammendanti, ossia di prodotti idonei ad aumentare la sostanza organica nel terrenoâ. Si spreca così una risorsa pregevole, con un aggravio dei costi di gestione dei rifiuti da parte dei comuni. E qui interviene il progetto .
âManipolata opportunamente, la posidonia potrebbe trovare collocazione nel ciclo produttivo come substrato di coltivazione nellâortoflorovivaismo o come pacciamante per ostacolare la crescita di erbe infestanti; può essere inoltre utilizzata anche come succedaneo, totale o parziale, dei substrati nelle coltivazioni senza suoloâ continua Parente. Per arrivare a questo risultato sono necessari una serie di passaggi, quali: la caratterizzazione chimico fisica, la riduzione del contenuto salino, il miglioramento delle proprietà intrinseche del materiale. âSi procede quindi al compostaggio dei rifiuti spiaggiati e dopo novanta giorni, in seguito al processo di degradazione e di perdita di sali, il materiale acquista le caratteristiche per diventare substrato di coltivazioneâ.
Fonte: Cnr
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