Bio e Natura
Il potenziale produttivo delle diverse varietà di grano duro italiane

Le varietà più moderne di grano duro sono altamente sensibili alla variabilità ambientale e hanno pronunciata reattività agli ambienti ad alto input mentre quelle più antiche hanno elevata adattabilità agli ambienti a basso input
29 ottobre 2024 | 14:30 | R. T.
Il grano duro (Triticum durum.) è la principale coltura cerealicola in Italia, per lo più coltivata nelle regioni meridionali e centrali.
Migliorare la resa dei cereali è stato l'obiettivo primario della maggior parte dei programmi di miglioramento nazionali fino alla fine degli anni '70.
Uno studio ENEA ha valutato i miglioramenti della stabilità della resa del grano duro raggiunti in Italia nel corso di vent’anni attraverso i programmi di miglioramento nazionali.
Sono stati presi in considerazione i dati di 10 prove sul campo coordinate effettuate in due periodi di 3 anni (1977-79 e 1996-98). Analisi della resa media, coefficienti di regressione lineari ( B ), coefficienti di variabilità (CV), coefficienti di determinazione ( R 2 ) e deviazioni dalla regressione ( S 2 d) hanno permesso di individuare, per ogni periodo considerato, notevoli differenze tra le diverse cultivar in termini di resa e stabilità dei rendimenti.
L'analisi di stabilità ha chiaramente identificato, nel corso del 1977-1979, due diversi sottogruppi di genotipi. Il primo ( B 1) incluse cultivar registrate nella collezione di Grano Duro Nazionale prima del 1974 (Cappelli, Capeiti 8, Trinakria. Appulo, Isa 1), con elevata adattabilità agli ambienti a basso input.
Al contrario, il secondo sottogruppo ( B Incluso cultivar seminarie come Valnova, Valgerardo, Creso e Valfiora), altamente sensibili alla variabilità ambientale e pronunciata reattività agli ambienti ad alto input.
Nel 1996-1998 la stabilità dei rendimenti è diventata un obiettivo primario. Pertanto i programmi di migliramento nazionali hanno promosso prove comparative nel tempo e nello spazio generale. Tutte le cultivar selezionate in quegli anni avevano B I valori vicini a 1 e il loro rendimento medio erano significativamente più alti rispetto alle cultivar 1977-79.
Di conseguenza, le cultivar più recenti possiedono sia tratti di elevata adattabilità (tipici di quelle alte cultivar selezionate in regioni aride e semiaride prima degli anni '70) sia di alto potenziale di rendimento (Creso e Val).
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