Bio e Natura 21/10/2022

E' tempo di pensare come salvare le api

E' tempo di pensare come salvare le api

Contro i nuovi nemici, spesso altri insetti importati da altri continenti, l'Enea ha sperimentato un biopesticida sul dannoso coleottero Aethina Tumida riuscendo a indurre effetti anti-metabolici sullo sviluppo e sulla riproduzione


Sono diversi anni che gli apicoltori europei hanno notato una notevole diminuzione del numero di api e perdite di colonie, in particolare nei Paesi dell’Europa occidentale e in l’Italia. Il fenomeno ha diverse cause, come l’agricoltura intensiva, l’uso di pesticidi, la perdita di habitat, i virus ma anche gli attacchi di agenti patogeni e specie invasive come l’acaro Varroa destructor, da anni presente in tutta Italia.

Ultimamente si sono aggiunti il calabrone asiatico Vespa velutina e il coleottero dell’alveare Aethina tumida che ha una diffusione territoriale circoscritta alla Calabria del sud. Le larve del coleottero scavano gallerie tra le celle contenenti miele, defecandovi ed alimentandosi, causando la fermentazione e l'alterazione del miele (cambiamento di colore e sapore).

Enea collaborando con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha messo a punto un innovativo biopesticida che protegge le api, sfruttando molecole che esercitano un controllo naturale sugli organismi infestanti. La tecnica dell’RNA interferente applicata dalla ricerca, sfrutta un meccanismo naturale presente in organismi vegetali e animali per portare alla perdita di funzionalità un gene bersaglio, fondamentale per la sopravvivenza o la fertilità dell’insetto.

Si è sperimentato il biopesticida sul coleottero Aethina Tumida riuscendo a  indurre effetti anti-metabolici sullo sviluppo e sulla riproduzione del coleottero. Infatti, le larve alimentate con dieta contenente le molecole sintetizzate nei laboratori ENEA di Trisaia, in Basilicata, soffrono di un decremento nel tasso di sviluppo, di un rallentamento nel ciclo biologico e, da adulti, di una sensibile riduzione della fertilità. Tutto ciò dovrebbe portare a un rapido contenimento dei danni del coleottero a carico dell’alveare, della produzione apistica, senza alcun rischio per l’ambiente e per l’uomo. Questo piccolo coleottero infestante l’alveare è un insetto della famiglia Nitidulidae originaria del Sud Africa ed endemica delle regioni tropicali e subtropicali dell’Africa Sub-sahariana. Per contenerne la diffusione in Europa, sono in atto importanti misure restrittive che comportano la cessazione del nomadismo (incluso il supporto all’impollinazione in frutticoltura), il commercio delle colonie al di fuori dell’area infestata dal coleottero, il monitoraggio periodico degli alveari e, in molti casi, la distruzione delle colonie. Recentemente è stato emesso il bando MIPAAF 2022 per l'erogazione di contributi all’apicoltura. Al bando possono accedere anche gli enti pubblici e privati e di ricerca che dimostrino di possedere una comprovata esperienza continuativa di durata almeno quinquennale nel settore apistico. Tra gli altri scopi le attività di ricerca strettamente finalizzate al miglioramento dell'apicoltura e al superamento delle criticità esistenti, condivise con le organizzazioni apistiche.

di Marcello Ortenzi