Bio e Natura 08/01/2016

Se il castagno tornasse a dominare le colline del centro Italia. Ipotesi di un nuovo business

Un convegno a Rocca di Papa ha commentato un Piano di gestione forestale nel territorio della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini nel quale il castagno ha un posto di rilievo


“Innovare la Castanicoltura. Per l’uomo, l’ambiente e per l’economia nella programmazione 2014 – 2020” è stato un convegno del 7 novembre a Rocca di Papa (RM). L'Alveare-Associazione amici del Castagno", organizzatrice dell'evento, ha creato una sinergia tra i sindaci castellani, la Comunità montana, l’Università della Tuscia, il Parco dei Castelli Romani e la Regione, per svolgere il convegno e lavorare sul tema rinnovo dei bsochi. Il prof. Sanzio Baldini, esperto di utilizzazione forestale, Presidente dell’Unione Nazionale degli Istituti di Ricerche Forestali e socio storico dell'associazione Itabia, ha moderato gli interventi e integrato le relazioni degli intervenuti.

Numerosi sono gli aspetti che ruotano intorno al castagno e alla sua economia.  Si ragiona in termini di cooperazione gestita in rete, amministrata in modo più responsabile,  con un percorso che va dalla produzione al prodotto finito, immesso sul mercato, nell'interesse dei produttori e del territorio. E' stato evidenziato che anche nel territorio dei Castelli Romani come in tutto il Lazio, si è manifestata la vittoria sul Cinipide Galligeno, distruttore dei castagni, affidandosi al Torymus, insetto antagonista estraneo al territorio ma assai efficace. Oggi tutta la filiera castanicola, dalla produzione al consumo dei prodotti, va considerata in modo molto più responsabile del passato,secondo gli operaroti intervenuti. Per ottenere la maggior parte dei  finanziamenti si è  vincolati a lavorare non più privatamente, ma costituendo per ogni tematica appositi Gruppi Operativi e ciò rende indispensabile attuare la collaborazione reale tra operatori per scambiare informazioni, progettare insieme e attivarsi efficacemente. Si è discusso della pianificazione forestale nel comprensorio dei Castelli Romani e dei piani di assestamento forestale (PAF, strumento di cui si è dotato recentemente il Comune di Rocca di Papa), delle novità e dei requisiti per l’uso strutturale del legno di castagno, del tavolo ministeriale sulla filiera del legno e delle esperienze di “networking” nazionali e europee in ambito castanicolo. L’Alveare ha sempre puntato a migliorare le normative riguardanti le gestioni del suolo e del soprassuolo e ora punta a far applicare tagli razionali utili anche a ricavarne biomasse.  L'efficace collaborazione già instaurata con l'Università della Tuscia proseguirà negli anni, nell’obiettivo confermato di portare il legname dei Castelli Romani e chi lo produce e lo lavora sui mercati nazionali e internazionali più redditizi.

Il Dr. Gianluigi Davide Fiore, della Regione Lazio, ha specificato alcuni aspetti determinanti delle procedure regionali relative al Piano forestale del comune. L'istruttoria regionale di approvazione del Piano di Gestione e Assestamento forestale di Rocca di Papa sono di circa 18 mesi e  molti sono ancora i Comuni che non hanno un Piano, documento indispensabile per accedere ai finanziamenti comunitari quali il PSR 2014-2020; tali Comuni potranno ricevere finanziamenti solo per alcuni tipi di interventi boschivi e solo operando in cooperazione con altri.  Alla Regione competono i controlli e le approvazioni dei Piani, ma sinora è mancata la necessaria collaborazione da parte dei Comuni laziali per stilare proposte e azioni accettabili. Punti significativi  del Piano sono il rispetto delle tradizioni, l’acquisizione della  certificazione dei legnami, il miglioramento della viabilità e delle aree di sosta,con rispetto dei valori anche archeologici del territorio,il recupero e il miglioramento dei castagneti da frutto, la realizzazione di centrali per l’utilizzo delle biomasse e altro. Per ognuno di questi aspetti ci sono proposte di interventi applicativi, proponendo dati, tempi, costi,  che i rappresentanti della popolazione dovranno valutare.
Il Dr.Alberto Manzo, coordinatore dei  due tavoli di filiera nazionali che nel Mipaaf si occupano del castagno da legno e da frutto, ha riferito dei molti risultati conseguiti sul legno dall'operatività dei tavoli. Particolarmente importante è stata la revisione della Legge 227/2001“Urbani” (che limitava eccessivamente l’attuazione delle opere boschive),  le  cui modifiche apportate dall'art.26 del Decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, hanno permesso una nuova operatività della gestione forestale. Molto positivi sono stati i risultati normativi relativi al sughero, al pioppo, al cinipide ecc.

Legno e energia

Un intervento di rilievo è venuto dall'Università della Tuscia relativamente all’utilizzo delle biomasse di castagno per produrre energia. Infatti, in molte regioni italiane, anche grazie all'impulso dato dallo sviluppo rurale, si stanno diffondendo impianti di teleriscaldamento alimentati con le biomasse forestali. Si tratta per lo più di piccole reti atte a riscaldare edifici pubblici, che raccolgono la biomassa derivante da un ampio serbatoio forestale. Questi impianti sono alimentati dal cippato o pellet ottenuto dalla triturazione dei residui del taglio (cimali e ramaglia) o del legno ottenuto dai tagli colturali; necessariamente, quindi, il bacino di approvvigionamento deve essere molto esteso. Del resto molti castagneti, lungo l‟arco appenninico, si trovano in condizioni di abbandono e in questi casi l'utilizzo energetico delle biomasse provenienti dai tagli di conversione di cedui abbandonati può divenire un modo per il razionale sfruttamento del legno, così che, in futuro, si possano destinare alla cippatura solo quelle parti del bosco che non trovano una collocazione più nobile sul mercato. E' stato evidenziato che la resa economica di un ceduo può aumentare allungando i turni, ma anche effettuando più diradamenti durante il turno medesimo, perché  migliorano nettamente la qualità del legno che se ne ricava (travi, paleria,ecc). Le “tavole alsiometriche” in uso in Italia non esprimono  correttamente la produttività potenziale di una area,  che può invece essere ben definita da apposite tavole che meriterebbero di essere formulate anche per la Comunità dei Castelli Romani. Un settore importante dell'utilizzo del castagno è il settore legno e Manuela Romagnoli,forestale della Tuscia ha aggiornato i presenti circa le innovazioni trasferibili relative ai collaudi su legname “tondo”, alla classificazione a macchina,  al lamellare per uso strutturale, temi assai attuali per il mercato di questo legname. Migliorare la qualità del legno, certificarlo e valorizzarlo porta a maggior reddito. Lo stesso risultato si ottiene trovando prodotti innovativi in base alla loro destinazione d’uso; così è stato con introduzione da parte dell’Italia in ambito europeo dell’uso del legno massiccio (certificabile UE), così fa la ricerca di prodotti compositi (es. lamellare per uso strutturale).

l PSR ha lanciato i Gruppi Operativi, che aprono la via per conseguire risultati di filiera migliorativi e fruibili ai più, richiamando in tal modo anche il turismo nell’ area.  Ciò è favorito dall'apertura alla cooperazione in corso con tutti gli enti e operatori locali. Anche lo Sportello Forestale dell'attuale Comunità Montana ha operato fattivamente per sostenere il settore castanicolo. L’attività dello Sportello è molteplice e varia, spaziando dall’esame critico dei dati sulle superfici boscate  e produzioni legnose alla promozione di eventi a livello informativo e formativo,  alla  partecipazione ad incontri tecnici e  discussioni di progettazioni, sino al sostegno alla costituzione di una associazione  di proprietari privati  (con proprietà totale di circa 1000 ha).    La manifestazione ha offerto l’opportunità di uno scambio di informazioni, progettazioni e accordi comuni. Il dibattito ha portato alla conclusione che la potenziale ricchezza dei boschi dei Castelli Romani, se elaborata secondo una linea programmatica ben studiata e organizzata senza lasciar nulla all’individualismo e al caso,  può essere una garanzia per il futuro dei giovani.

di Marcello Ortenzi

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