Bio e Natura
Rilanciare le fibre naturali per il futuro dell'agricoltura umbra
Esiti incoraggianti per il progetto "Tessile Umbro Naturale", filati 100% made in Umbria. Le fibre tessili hanno rappresentato sin dall’antichità una risorsa importante nella storia dell’economia umbra
17 luglio 2015 | Marcello Ortenzi
La misura 1.2.4. del PSR umbro ha finanziato molteplici progetti innovativi relativi a diversi settori agricoli umbri e uno ha riguardato il rilancio della filiera del tessile naturale, mirando a ricostituire competenze nel territorio su questo comparto, già tipico per la regione. Il progetto "Tessile Umbro Naturale" (T.U.N.), coordinato da 3A-Parco Tecnologico Agroalimentare dell'Umbria e promosso da Regione e Cia umbra, ha visto riuniti in partenariato l’Università di Camerino, l’Università di Perugia – Dipartimento di Scienze Agrarie, Assocanapa s.r.l, e alcune aziende agricole e tessili del territorio.
L'impresa ha perseguito l’obiettivo di sviluppare tre importanti filiere agro-industriali: quella riguardante fibre di origine animale, (lana d’alpaca, mohair e ovino sopravissana), fibre vegetali (canapa) e piante tintoree (guado) per arrivare a definire in fase prototipale quello che sarà il tessuto certificato 100 per cento umbro, da identificare con un nuovo marchio regionale, che mette in relazione due dei più importanti settori dell’economia regionale (agricoltura e tessile). Il tutto partendo da uno studio delle tradizioni tessili regionali e attraverso attività innovative che si intersecano con i temi legati alla biodiversità, al recupero del patrimonio storico e delle tradizioni, al rispetto dell’ambiente e alla promozione del territorio attraverso le sue eccellenze.
Le fibre tessili hanno rappresentato sin dall’antichità una risorsa importante nella storia dell’economia umbra, per la produzione di tessuti, cordame, abbigliamento etc. Produzione della materia prima e commercio dei prodotti finiti sono rimasti in attività fino a oggi ma perdendo sostanzialmente il carattere di naturalità e tipicità a causa delle trasformazioni socioeconomiche, dei limiti normativi imposti dallo stato e dalla produzione delle fibre artificiali. Nuovi interessi sulla canapa, le fibre naturali, le piante tintorie sono risorti un po' ovunque con le nuove esigenze naturalistiche dei consumatori.
L'Umbria ha visto sorgere negli ultimi anni le attività del Museo della Canapa di Sant’Anatolia di Narco, importante incubatore di elementi culturali utilizzabili per migliorare la competitività delle imprese umbre e la nascita di aziende agricole innovative come la Maridiana Alpaca S.p.a., l'Azienda silvo pastorale di Valle Oblita Soc., allevatore di Sopravissana e l’azienda Agricola Bernardo Laureti per la coltivazione di canapa. Tessuti ed abiti “T.U.N.”, realizzati all’interno dei laboratori del Museo della Canapa, del laboratorio di tessitura della casa di reclusione di Spoleto e della ditta Cardinalini & C. S.p.A. di Montecastrilli, sono stati prodotti appunto partendo dalle materie prime prodotte dalle aziende agricole e tessili coinvolte. Durante il convegno sono intervenuti tutti coloro che hanno preso parte attiva nel progetto, spiegando le caratteristiche salienti del compito svolto all’interno del progetto. Luciano Concezzi del Parco 3A ha auspicato un seconda fase di lavori, per sviluppare e consolidare i risultati finora raggiunti in favore del comparto agro tessile in Umbria. Nigel Thompson (Consorzio Biella Wool Company) ha illustrato le fasi di lavorazione delle lane del progetto nonché lo studio fatto per migliorare la qualità della lana prodotta dagli allevatori, evidenziando infine i margini di miglioramento in termini qualitativi e quantitativi. Gianni Berna allevatore dei Alpaca e capre Mohair ha chiarito i meriti di questi animali, felicemente acclimatati nel territorio del nord umbro e della produzione della loro lana di pregio.
Da tenere presente anche le possibilità commerciali che si presentano per la produzione di indaco, ricavato dalla pianta guado, assai apprezzato per la coloritura degli abiti elaborati con lino, canapa e lane naturali. La ditta di meccanica agricola Spapperi di Città di castello ha anche approntato, in occasione del progetto, un prototipo di macchina per la estrazione in campo della materia prima dal guado, unica al mondo. Un'attività dimostrativa sulla lavorazione e trattamento delle fibre naturali si è pure svolta nel Museo della Canapa, per dare l'idea al pubblico del pregio di questi nuovi materiali. Anche in Umbria l'utilizzo della misura 1.2.4. ha dimostrato l'utilità della spesa per l'innovazione e la ricerca applicata nei settori agroforestali e artigianali collegati al territorio, come avvenuto anche in altre regioni, ed è stato possibile promuovere innovazione utile ad avviare nuove esperienze imprenditoriali di successo sperimentando e portando a valore il meglio del made in Italy.
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