Bio e Natura 08/06/2013

La coltura della fragola fuori suolo vuole molte attenzioni

La coltura della fragola fuori suolo vuole molte attenzioni

La fertirrigazione sulla fragola prevede la distribuzione dell’acqua e del fertilizzante più volte al giorno. Necessario un elevato livello di automazione


NETAFIM

 

La coltivazione della fragola in fuori suolo è ormai una realtà consolidata tra le produzioni italiane in coltura protetta. Progressivamente, nel corso degli ultimi 10 anni, si è spostata dal Nord verso il Centro Sud Italia. Infatti, oggi Campania, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna e molti altri areali stanno puntando su questa interessante risorsa, che si giova dei più moderni mezzi agronomici e della competenza di tecnici e agricoltori per raggiungere obiettivi di reddito.

Le varietà di fragola possono essere classificate in unifere e rifiorenti. Le unifere differenziano i fiori con un periodo di luce inferiore alle 12 ore e con un sufficiente termoperiodo (medie termiche diurne sufficienti a favorire i processi fisiologici di sviluppo). Le rifiorenti differenziano i fiori con un periodo di luce superiore alle 14 ore e producono dalla primavera all'autunno. Esistono anche le cosiddette fotoindifferenti che differenziano gemme a fiore con qualsiasi condizione di luminosità, purché sia rispettato il termoperiodo. Si conseguenza le scelte varietali sono fondamentali per definire la tecnica agronomica di produzione.

L’annata del 2012 è stata segnata da un sensibile calo produttivo che ha visto la sola Basilicata (Metaponto) in recupero di prezzo con la varietà unifera Candonga.

La forte presenza di concorrenza spagnola ha inoltre creato forti pressioni sulla produzione locale. Diventa necessario essere presenti sul mercato per tempi più lunghi, con maggiore evidenza della nostra qualità (provenienza, varietà, ecc.), ovvero ampliare il calendario produttivo per riuscire a produrre sempre. Sono così consigliate le varietà rifiorenti, i genotipi resistenti agli stress, le varietà anche unifere ma con calendari produttivi più lunghi, piante fresche con calendari più lunghi, carico produttivo diluito nel tempo, qualità maggiore (dolcezza e consistenza) e resistenza alta agli stress. Purtroppo spesso si è scoraggiati a investire per la qualità dato il calo produttivo che, non viene compensato da un maggior ricavo. Bisogna investire per ottenere qualità e presenza sul mercato nell’immediato futuro.

La tecnica della fertirrigazione, che prevede la diluizione nel flusso irriguo degli elementi nutritivi per la coltura, si pone come strumento di qualità. Maggiore è la conoscenza delle esigenze e migliore sarà il risultato. La fertirrigazione è utilizzata sia fuori suolo che sulle altre forme di allevamento in coltura protetta. La fragola ha un apparato radicale superficiale che si espande su un limitato volume di terreno: il 90% delle radici sono situate nei primi 15 cm di terreno; è coltura esigente, sono tuttavia sgraditi gli eccessi di concimazione che possono far aumentare la salinità del terreno/substrato, in particolare per le colture in serra. Il numero dei fiori, e la pezzatura dei frutti dipende in gran parte dalle condizioni generali di nutrizione durante l’estate e l’autunno dell’anno precedente (ricchezza in elementi nutritivi, acqua, radiazione solare). Il valore tecnico della programmazione è fondamentale e riveste un ruolo chiave nel successo della coltura: struttura del terreno/substrato, data di trapianto, scelta delle piantine, piano d’irrigazione e fertirrigazione sono le variabili che interagiscono e che dobbiamo tenere presenti. La coltivazione dura circa 9-10 mesi con un’interruzione dell’assorbimento degli elementi nutritivi durante l’inverno. Le condizioni ottimali per la fragola sono terreni di medio impasto-sciolti (o substrati), fertili, a pH 5,6 - 6,6. Su suolo la presenza di calcare attivo può provocare clorosi ferrica, pertanto dovrà essere opportunamente analizzato per non superare la soglia del 4-5 %. La fragola, come dicevamo, è molto sensibile alla salinità - soglia di rischio a partire da valori di EC di 1,2 mS/cm - questo ci suggerisce opportune scelte varietali. Il periodo di coltivazione, e quindi di concimazione, varia secondo le varietà, e in funzione della lunghezza del giorno. Le varietà rifiorenti (precoci a giorno lungo) si trapiantano a luglio-agosto, e si fa una prima raccolta a fine estate, poi, dopo il riposo invernale e la ripresa in fine inverno-primavera, inizia la produzione più importante da aprile a settembre. Le non rifiorenti (molto precoci a giorno corto) si trapiantano da luglio a settembre e la raccolta è primaverile.

La fertirrigazione sulla fragola prevede la distribuzione dell’acqua e del fertilizzante più volte al giorno, la concentrazione in fertirrigazione viene valutata misurando la Conducibilità Elettrica (EC) che varia in funzione diretta della concentrazione di elementi nutritivi diluiti nell’acqua. L’impianto di distribuzione della fertirrigazione rappresenta il nucleo centrale del sistema e assicura la distribuzione dell’esatta quantità di fertilizzante nell’acqua d’irrigazione, estrema importanza riveste il sistema di filtrazione che per la fragola è di tipo automatico Spin Klin. Normalmente viene utilizzata un ala gocciolante leggera del tipo Streamline 16080 e 16125 con passo tra i gocciolatori di 20 cm e portate 1-1,6 litri/ora.

Il successo di una coltivazione in fuori suolo della fragola è strettamente legata alla qualità dell’acqua: il valore di EC non deve essere superiora a 0,9 mS/cm a 25 °C. In coltura fuori suolo per avere una crescita e una produzione ottimale delle piante, occorre un’alimentazione corretta ed equilibrata, in elementi nutritivi. I fertilizzanti minerali contenenti calcio e ferro in soluzione concentrata precipitano alla presenza di fosfati e solfati, quindi è importante non mescolare questi elementi ricorrendo a due vasche separate A e B. Mentre in una terza vasca C sarà collocato l’acido (solitamente nitrico) per la correzione del pH. La conducibilità elettrica deve essere bassa, 1,2/1,3 mS/cm dalla 2a/5a settimana fino alla prima fioritura; 1,5mS/cm dalla fioritura all’allegagione; 1.2/1,5 mS/cm dopo l’allegagione. Essa può aumentare durante la fase d’ingrossamento dei frutti e raccolta, in modo di mantenere nel substrato radicale di coltivazione una conducibilità della soluzione vicina a 1,8-2,0 mS/cm. 

La gestione precisa del sistema di fertirrigazione necessita di un’automazione idonea che la centralina NMC (centralina per la gestione integrata dell’irrigazione e della fertirrigazione con possibilità di gestione in remoto) è capace di programmare e gestire.

La correzione dell’EC distribuita può essere gestita dinamicamente su indicazioni anche legate alle altre variabili in gioco (temperatura, drenaggio, ecc.).

L’uniformità di distribuzione garantita dai sistemi micro irrigui Netafim è ulteriore condizione per avere la stessa concentrazione di nutrienti per ogni pianta irrigata e quindi uniformità di calibro. Si aggiunga l’alta resistenza all’occlusione che, anche nelle soluzioni sotto pacciamatura, garantisce il funzionamento senza problemi, evitando difficili interventi con il telo plastico di mezzo. Esperienze e studi ci confermano la forza e l’affidabilità di questa tecnica che supportata da opportune soluzioni di automazione diventa strumento di reddito e di produzioni di qualità. Buona parte di queste informazioni sono state presentate al 1° Forum di Nutrizione Vegetale sulla Fragola tenutosi a Policoro, in Basilicata, organizzato da LAMETA nell’autunno del 2012 dove sono state esposte molte altre interessanti esperienze di coltivazione e fertirrigazione della fragola, Vi invitiamo ad approfondire.

 

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