Bio e Natura

GLI OGM CONQUISTANO IL MERCATO MA DANNEGGIANO L’ECOSISTEMA

Secondo l’Istituto di politica alimentare Rutgers gli americani mangiano prodotti geneticamente modificati già da un decennio, senza neanche saperlo. La Food and Drug Administration dichiara sicuri gli alimenti biotech, ma che ne è dell’ ecosistema? Una serie di sperimentazioni in Gran Bretagna ne dimostra intanto la nocività

16 aprile 2005 | Graziano Alderighi

“La popolazione statunitense mangia cibo geneticamente modificato (Ogm) - non contrassegnato - , comprato nei supermercati, da circa un decennio, ma la maggior parte degli americani non ne è consapevole, risulta da una ricerca” afferma William Hallman, il direttore associato del Programma Cibo Biotecnologico all'Istituto di Politica Alimentare Rutgers, quello che ha condotto l'indagine.

“La realtà è che oggi, circa il 75% del cibo Usa lavorato contiene qualche ingrediente geneticamente modificato- dichiara Stephanie Childs, dei Produttori dei Generi Alimentari d'America - I cibi Ogm sono comparsi per la prima volta nei supermercati nel 1994, con il pomodoro, ampiamente pubblicizzato modificato per permettergli una più lunga conservazione ed un gusto migliore. Fu un fallimento, soprattutto per il sapore deludente, e il prodotto scomparve nel 1997”.

Entro il 1995, intanto, agricoltori in diverse parti del mondo avevano piantato milioni di acri di mais e semi di soia Ogm, e prodotti lavorati contenti tali ingredienti venivano venduti nei negozi di generi alimentari.
Oggi più dell'80% della soia ed il 40% del mais coltivato negli Stati Uniti sono varietà ogm.

”La maggior parte della popolazione Usa non si preoccupa dei prodotti Ogm perché ha fiducia nel sistema di regolamentazione - dichiara Lisa Lorenzen, dell'Università statale dello Iowa - Molti europei si sono invece opposti a questo tipo di alimenti perché non si fidano più dei loro governi che, per anni, hanno insistito sul fatto che le scorte di carne bovina, infettata dal morbo della mucca pazza, fossero sicure.”

Sul fronte europeo
L'introduzione in Gran Bretagna di colture geneticamente modificate non ci sarà, almeno per il prossimo futuro: l'ultima di una serie di sperimentazioni attuate negli ultimi quattro anni sui pericoli degli ogm per l'ambiente ha infatti dimostrato, per l'ennesima volta, che tali colture sono pericolose per l'ecosistema.
Le coltivazioni erano state modificate geneticamente per essere resistenti a potenti erbicidi: ma proprio queste sostanze, ha rilevato lo studio, si sono rivelate un'autentica catastrofe per l'ecosistema delle zone interessate, già massacrato dall'agricoltura intensiva. L'esperimento è stato condotto in 65 campi in diverse parti del paese su due piantagioni di colza, una derivata da semi convenzionali, l'altra da semi ogm.
Gli scienziati hanno osservato attentamente l'impatto delle due coltivazioni sulla flora e la fauna nelle aree adiacenti. Risultato: fiori, farfalle, api, altri insetti e perfino gli uccelli sono stati danneggiati dagli erbicidi utilizzati nella coltivazione di colza Ogm. Les Firbank del centro per l'ecologia e l'idrologia di Lancaster, che ha guidato lo studio, ha dichiarato che nel caso delle coltivazioni ogm era stato riscontrato un calo del 33% dei semi di fiori e piante circostanti.
La colza ogm è infatti in grado di resistere ad erbicidi che normalmente ucciderebbero la colza convenzionale e permette quindi agli agricoltori di usare sostanze chimiche molto più aggressive per proteggere il raccolto, sostanze che però, da quanto e' stato dimostrato, hanno un impatto devastante sull'ecosistema delle campagne.

”Tutte le prove raccolte nella sperimentazione indicano che la differenza tra le due colture è dovuta agli erbicidi. È la natura delle sostanze usate ed i tempi in cui vengono utilizzate” ha dichiarato Firbank. “Ciò che va bene per l'agricoltore non è detto funzioni per le piante, gli insetti e le farfalle che si trovano sul territorio” ha aggiunto Christopher Pollock, presidente del comitato indipendente.

I tre esperimenti precedenti erano stati condotti sul granturco, sulla barbabietola e su un altro tipo di colza. Nel caso della barbabietola e della colza, i risultati erano stati simili a quelli ottenuti in quest'ultimo esperimento, mentre nel caso del granturco la sperimentazione aveva dato risultati positivi dimostrando che l'erbicida utilizzato per il mais Ogm faceva in realtà meno danni di quello impiegato nelle colture tradizionali.
La validità dell'esperimento era stata però messa in discussione, in quanto l'erbicida usato sul granturco tradizionale era talmente distruttivo che stava per essere messo al bando dall'Unione europea.

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